:: Blogtour – L’inganno delle tenebre, Jean-Christophe Grangé (Garzanti, 2017) – seconda tappa

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Ecco a voi la seconda tappa di un blogtour molto speciale, se avete letto al prima tappa qui sapete di cosa sto parlando. In queste tappe prendono la parola i personaggi, e saremo noi blogger a farli vivere in una forma originale di pastiche, un gioco letterario insomma che cerca di riproporre lo stile dell’autore, in maniera insolita. Ogni blogger ha scelto un personaggio che prenderà la parola, e narrerà la sua storia dal suo punto di vista. Io ho scelto Grégoire Morvan.

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Avrà sentito l’odore di bruciato? Che impregna le mie vesti, i miei capelli, le mie dita. Gli basta uno sguardo per capire. L’avevo detto. Era inevitabile. Ma è tutta colpa sua, maledizione. Quel bastardo di mio figlio è così ostinato e irremovibile quando ci si mette. Avrà preso da me. quando si mette in testa una cosa manco la morte gliela toglie. Come adesso, cosa mi tocca fare, dare alle fiamme un collegio. Alla mia età, poi. Non sono stato un teppista da giovane, figuriamoci.

E ora questo viaggio. In Africa, con me. “Tutta l’Africa è un incidente”. Già perché quel dannato di Erwan mi ha riportato qui. Certo ci sono gli affari, ma sono qui per lui. Per evitare che si ammazzi quel deficiente. L’Africa è pericolosa, non è il suo mondo ovattato chiuso a indagare ai sui casi nel giardino d’ infanzia che è Parigi. Qui c’è la guerra, la guerra vera.

Sì, davvero è lui il mio tallone d’Achille. Lo so che mi porterà solo guai. Ma che ci posso fare è mio figlio, sono anche io causa di molti suoi guai. E poi adesso se ne esce che vuole scoprire la verità. Vuole togliere dalle ragnatele un vecchio caso di quarant’anni fa. Un mio caso, di quando lui non era ancora nato. Si è messo in testa di capire, di trovare dove ho sbagliato, di smascherare le mie colpe. E non si rende conto di quanto sia pericoloso. Di quale casino tutto ciò comporti. Tutta l’Africa è una pericolosa faccenda. E io qui a fargli da babysitter!

“Lo scorso settembre a Parigi sono stati commessi alcuni omicidi con lo stesso modus operandi dell’Uomo chiodo”

Erwan ha arrestato il colpevole. Anzi si è preso la colpa di averlo ucciso. Mentre tutti sanno di chi l’ha fatto davvero. I miei figli saranno la mia morte. Me lo sento, è inevitabile. E ora è qui per consultare gli atti del processo a Pharabat, per chiudere la pratica, dice lui.

E io sono qua con il volto coperto di cenere mentre al Saint François de Sales tutto è andato a fuoco. Erano solo poi vecchi incartamenti. La verità non è scritta in faldoni polverosi, maledizione!

Ma io cosa voglio davvero? Sfruttare i nuovi giacimenti, fare soldi a palate, mettere da parte il tanto per assicurarmi una vecchiaia tranquilla. Chiedo tanto? Della verità non so che farmene. Ma come posso difendere mio figlio? Da se stesso, poi. Qui i giganteschi alberi coperti di liane, i raggi di sole pieni di polvere, gli insetti che disegnano fitti rabeschi nei vapori del mattino, tutto mi è venuto a noia. Voglio solo difendere i miei interessi e tornare a Parigi. In un mondo civile. Almeno un po’ più di questo.

Mi chiamo Grégoire Morvan. Sono il capo clan di una famiglia dannata.

Lo capisca una buona volta Erwan che in Congo non esistono originali, solo copie. Lui che cerca documenti, testimonianze, indizi, prove. Per inchiodare me, cattivo poliziotto, pessimo padre, capro espiatorio di ogni suo problema.

Erwan vuole andare a rimestare le ceneri del passato, ricostruire i particolari della mia inchiesta, condotta quarant’anni fa dannazione, su un serial killer che mieteva le sue vittime tra le ragazze bianche di Lontano, una città mineraria del Katanga settentrionale, che manco esiste più.

E’ convinto che abbia commesso un errore, che Catherine Fontana, la settima presunta vittima dell’ Uomo chiodo sia stata uccisa da un altro, che ha imitato il suo modus operandi. Ho fatto di tutto per fermarlo. Ma niente, imperterrito, ostinato e idealista come sua madre continua la sua folle crociata. Manco al sicuro di una indagine ufficiale si è messo. Ha preso congedo non retribuito dal commissariato ed è arrivato qui. E io cosa potevo fare se non seguirlo?

Questo viaggio sarà la mia ultima menzogna, me lo sento. Thierry Pharabat mi perseguita da dovunque è.

Siamo in Congo, le tracce scompaiono dopo due ore, i rapporti dopo due giorni, gli archivi dopo un mese. Solo tre cose restano: la pioggia, il fango e la foresta. E l’incendio. E’ stato tutto inutile. Lui continua la sua dannata indagine e non sa che abissi si nascondono dietro quei fatti. Ma non mi faccio illusioni. In Africa il modo migliore per affrontare i problemi è ignorarli. E poi per il mio piano ho un alleato determinante. Dove non posso io ci arriverà sicuramente la burocrazia africana a impantanare le cose.

Mi viene quasi da ridere se non ci fosse da piangere. O se rimpiangerà di non essere partito con me. Rimpiangerà di non aver accettato l’aiuto che gli ho offerto. Qua la notte è carica di profumi, di umidità e di sensualità, pesa tonnellate. E ora è solo. Posso stare tranquillo. Non scoprirà niente. Almeno me lo auguro.    

Curiosi di leggere la prossima tappa? La troverete domani puntuale sul blog The Mad Otter. Buona lettura!

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2 Risposte to “:: Blogtour – L’inganno delle tenebre, Jean-Christophe Grangé (Garzanti, 2017) – seconda tappa”

  1. Blog Tour “L’inganno delle tenebre” di Jean-Christophe Grangé – Parla Maggie Morvan | Le Parole Segrete dei Libri Says:

    […] stimolare la vostra curiosità. Alla mia penna si è affidata Maggie Morvan, moglie di Grégoire (conosciuto qui) e madre di Erwan (qui), Gaelle (qui) e Loic (che conoscerete nei prossimi […]

  2. :: L’inganno delle tenebre di Jean-Christophe Grangé (Garzanti 2017) | Liberi di scrivere Says:

    […] oggi il blogtour dedicato a L’inganno delle tenebre come promesso con la pubblicazione delle nostre recensioni. Su ogni blog partecipante troverete […]

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