Quest’estate ho avuto modo di leggere in inglese un libro di esordio molto interessante The Dark Inside, esattamente il genere che amo, noir vintage questa volta anni ’40. Un romanzo che spero davvero di vedere al più presto tradotto in italiano. Ora non so a che punto sono le trattative, se ci sono, ma se fossi un editore non me lo lascerei scappare. Qui di seguito potete leggere tradotta una mia intervista fatta all’autore.
Ciao Rod. Grazie per aver accettato questa mia intervista e benvenuto sul mio blog. Raccontaci qualcosa di te. Chi è Rod Reynolds?
Grazie per avermi invitato sul tuo blog! Ho trentacinque anni e vivo nel nord di Londra con mia moglie e le mie due figlie. Sono un londinese doc e ho vissuto qui la maggior parte della mia vita, anche se ho viaggiato molto. Ho sempre avuto un grande amore per i libri e per gli Americana e, in particolare per i noir ambientati negli USA – quindi forse non è una sorpresa che il mio romanzo d’esordio, The Dark Inside, sia una storia molto radicata in quella tradizione.
Raccontaci qualcosa del tuo background e dei tuoi studi.
Mi sono laureato con una tesi in Storia e Storia Antica (molto tempo fa oramai!). E per quasi dieci anni ho lavorato a Londra nel settore pubblicitario, come media buyer. Mi sono cimentato con la scrittura per la prima volta dieci anni fa, ma non sono andato molto lontano. Ero più che altro un appassionato, però nel 2010 ho deciso di fare sul serio, seguendo un corso di formazione a distanza per studiare i fondamenti della scrittura dei romanzi, e ho scritto il mio primo romanzo (inedito) in poco più di due mesi. Mi è piaciuta molto l’esperienza e ho capito che era una cosa che volevo proseguire a fare, ma la vita vera ha ripreso il sopravvento per un paio di anni ancora. Poi, nel 2013, ho fatto un master presso la City University di Londra, con l’idea di scrivere una storia che avevo accarezzato e su cui avevo fatto ricerche da tempo- e che alla fine è diventata The Dark Inside.
Quando hai saputo che volevi fare lo scrittore? The Dark Inside ha ricevuto molti rifiuti dagli editori?
Ho sempre amato i libri, ma quando ero più giovane non pensavo di essere davvero uno scrittore, perché mi sembrava una cosa così fuori portata – come quando dici che vuoi diventare un calciatore o una rockstar. Con il tempo quando ho compiuto circa venticinque anni, però non ero soddisfatto della mia carriera, e mentre cercavo qualcosa di più appagante, ho scoperto il lavoro di James Ellroy, che è la mia più grande fonte di ispirazione. A quel punto ero così ingenuo da pensare che avrei potuto davvero provarci! La prima volta che mi ricordo di aver pensato che volevo davvero fare lo scrittore è stata quando ho letto The Cold Six Thousand (Sei pezzi da mille) – un libro che mi ha segnato profondamente e mi ha fatto pensare, ‘ Voglio farlo’ E, come ho detto sopra, appena ho provato davvero a scrivere un romanzo, ho capito che era la cosa giusta per me.
In termini di rifiuti, sono stato abbastanza fortunato con The Dark Inside dato che ho avuto un agente che ha trovato un editore molto rapidamente, e in realtà aveva diversi editori che avevano fatto offerte una volta che il libro aveva iniziato a circolare. Ma io sono stato dall’altra parte della barricata per troppo tempo – il mio primo romanzo è stato respinto da una quarantina di agenti e così si impara ad accettare che anche il rifiuto e la critica sono parte del gioco (anche se alcuni hanno detto cose molto incoraggianti sulla mia scrittura).
Leggi? Se sì, quali sono i tuoi autori preferiti?
Sì, ho sempre almeno un libro in lettura. Ci sono così tanti grandi autori che potrei citare; i miei preferiti in assoluto sono James Ellroy, David Peace, Raymond Chandler, Joseph Kanon, Don Winslow, Daniel Woodrell e James Lee Burke. Ma ho anche letto un sacco di debuttanti ultimamente, e ci sono alcuni nuovi scrittori fenomenali là fuori – Eva Dolan, Tom Bouman, Tim Baker, David Giovani, Helen Giltrow, Paul E. Hardisty, SJI Holliday per citarne solo alcuni. Davvero potrei andare avanti tutto il giorno.
Sei l’autore del romanzo d’esordio The Dark Inside , un romanzo liberamente ispirato a fatti realmente accaduti. Come sei venuto a conoscenza dei fatti relativi agli omicidi irrisolti definiti dalla stampa negli anni ’40 The Texarkana Moonlight Murders? Qual è stato il punto di partenza che ti ha portato a drammatizzarli in un romanzo?
Mi sono imbattuto nel caso per caso. Avevo guardato il film di David Fincher ‘Zodiac‘ sull’ assassino seriale denominato Killer dello Zodiaco a San Francisco negli anni ’60 e ’70, e durante le mie ricerche sul caso, ho visto un link per The Texarkana Moonlight Murders. Appena ho iniziato a leggere i fatti del caso, ho avuto la sensazione che volevo scrivere un romanzo su di essi. Gli omicidi erano così strani e brutali, e l’atmosfera a Texarkana era così claustrofobica e terrificante, che mi ha dato i brividi. Subito, ho capito che volevo usarla per raccontarli e la storia ha iniziato a formarsi, insieme con un senso di quel tipo di clima di terrore che volevo evocare.
Che tipo di ricerche hai fatto per riprodurre lo slang americano del profondo Sud anni ’40?
Ho sempre avuto un grande interesse per la cultura americana, libri e TV, così un sacco di cose provengono da questo. Ma ho anche letto e riletto libri dell’epoca, per cercare di riprodurre i modelli di discorso e il vocabolario, e ho guardato vecchi film per lo stesso motivo. Ho anche cercato di ascoltare i podcast e cose di questo genere, di texani o gente dell’ Arkansans, cercando di raccogliere alcuni degli idiomi locali che vengono utilizzati oggi, alcuni dei quali erano chiaramente abbastanza vecchi per essere stati in uso anche negli anni ’40. Poi nel 2013, mi sono recato a Texarkana, per cercare di ottenere di prima mano informazioni sul dialetto e sul modo in cui la gente parla. Infine, la mia agente, Kate Burke, è stata fantastica nell’ aiutarmi ad affinare il testo, eliminando le cose che suonavano inautentiche o anacronistiche.
Quanto tempo ci hai messo a scrivere The Dark Inside?
Ho trascorso circa sei settimane in ricerche e pensando la storia, poi ho messo tutto da parte per due anni e mezzo e dopo sono tornato di nuovo a lavorci. Una volta che ho effettivamente iniziato a scrivere il libro, mi ci è voluto circa un anno per finire la prima bozza – sempre a causa dei miei impegni di lavoro e familiari.
Il capitolo di apertura presenta il protagonista, il giornalista Charlie Yates. Racconta ai lettori cosa succede.
Nel primo capitolo, Charlie Yates arriva a Texarkana, una piccola città sul lato opposto del paese dove vive e lavora a New York City. La vita di Charlie è fuori controllo, ha problemi con il suo lavoro, con il suo matrimonio e a causa del suo carattere. Come punizione, è un modo per emarginarlo, i suoi capi lo hanno mandato a Texarkana per occuparsi della storia di un killer che uccide coppiette, e per ora ci sono tre morti. Per Charlie ed i suoi capi, questa storia è priva di interesse, e Charlie è convinto di aver toccato il fondo assoluto con questo incarico. Ma sta per scoprire che è entrato nel bel mezzo di un incubo, e trovare l’assassino diventerà presto tutto per lui …
Potete leggere il primo capitolo qui.
Texarkana, è una piccola città rurale al confine tra Texas e Arkansas. Parlaci dell’ambientaizone del tuo libro
Texarkana è un posto molto interessante. E’ tecnicamente due città – Texarkana, Texas e Texarkana, Arkansas, ognuna con la propria forza di polizia, il sindaco, i giudici ecc. La linea di demarcazione passa proprio attraverso il centro della strada principale della città, State Line Avenue, in modo che ti trovi in uno stato diverso a seconda di quale lato della strada ti trovi. Ho trovato questa dualità interessante per diversi livelli, ed è stato un tema che ho cercato di inserire nella storia. Inoltre, nel 1946 Texarkana era un grande nodo ferroviario per i militari di ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale, così la città era piena di soldati. Ho pensato che era uno scenario interessante per ambientarci un crimine, sia per le domande che si aprono circa l’identità del killer, e anche a causa del modo in cui la guerra ancora oscura tutto in quel punto – nel cuore dell’America, che non fu mai toccato direttamente dai combattimenti.
The Dark Inside sta ricevendo un’accoglienza molto positiva da parte dei blogger. Credi nel potere del passaparola? Stai ottenendo un feedback positivo anche da parte dei lettori e della stampa?
Sono stato molto fortunato finora, sì il libro è stato ben accolto. Credo assolutamente nel potere del passaparola, e con i social network – in particolare Twitter – si può effettivamente vederlo in azione. Certo, ci sono molte più probabilità di prendere un libro se è stato consigliato da qualcuno che conosci e della cui opinione ti fidi.
Speriamo che le recensioni positive continuino; sono certo ci saranno alcuni che non ameranno il libro, e va bene anche perché i libri sono soggettivi e tutti abbiamo i nostri gusti e le nostre opinioni, ma è particolarmente gratificante sentire feedback da persone che hanno apprezzato il mio lavoro, perché, alla fine , tutto quello che uno scrittore spera è di raccontare una storia che alla gente piaccia.
Se Hollywood chiamasse, quali sarebbero le tue raccomandazioni per la parte di Charlie e Lizzie?
Hah – Non dovrei sfidare il destino in questo modo – e sono abbastanza sicuro che a Hollywood non interesserebbe il mio parere comunque! Se proprio mi obbligassero a una scelta, forse Johnny Depp per Charlie e Jessica Chastain per Lizzie.
Progetti per traduzioni? Hai contatti con editori italiani?
Al momento sto pubblicando solo in inglese, ma la mia agenzia ha fatto un grande lavoro per generare interesse negli editori di tutta Europa, quindi spero che il libro sia tradotto.
A che cosa stai lavorando in questo momento? Su un sequel?
Sì – sto per inviare il mio secondo libro al mio editor alla Faber. Si tratta di un sequel di The Dark Inside che vede Charlie costretto a tornare in Arkansas, nonostante i suoi presentimenti. Non appena arriva le cose vanno subito male, e Charlie scopre che è di nuovo coinvolto in un incubo di omicidi, tradimenti e corruzione. Mentre cerca di scappare, scopre che la verità potrebbe avere radici nel passato che pensava di aver sepolto …
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