Scritto più di trent’anni fa, pubblicato per la prima volta da Laterza nel 1986 e ristampato da Ensemble nel 2013 in una bellissima edizione nero su bianco.
Il giornalista, di Miriam Mafai: si tratta di un breve e lapidario saggio sul mestiere del giornalista e, in particolare, sono pagine intense di vita, passione, dedizione, ma anche consapevolezza disillusa e realismo, che ripercorrono anni e anni di lavoro. Un libretto che tutti coloro che volessero avvicinarsi a questa professione dovrebbero leggere. E non solo loro.
Uno scritto civile trasposto in un’epoca in cui tutto cambia e niente rimane per due secondo ciò che è. Un racconto di come tutto può perdere valore, ma la scrittura resta uguale. Un viaggio in un mondo professionale da sempre, purtroppo, soggetto al compromesso.
“È difficile fare questo lavoro senza un reale interesse alle storie che si raccontano e agli uomini che ne sono protagonisti. La politica era stata la mia grande passione in anni in cui le scelte erano radicali e per sempre. Poi mi ero resa conto che essa non era il mio mestiere e ne avevo scelto un altro, il giornalismo, che mi consentiva di partecipare allo stesso spettacolo ma in altra veste. Dunque spettava ad altri, non a me stare sul palcoscenico.”
Con una prosa asciutta, ma viva ed espressiva, la Mafai vi parlerà, come se fosse ancora qui, di lei e dei suoi anni. Del suo lavoro, parte assolutamente non trascurabile della sua esistenza.
Il giornalista, infatti, più che un monito, è un invito. A fare bene. A fare meglio.
Basterebbe saperlo cogliere.
Miriam Mafai è nata a Firenze il 2 febbraio 1926, figlia di Mario, noto pittore, ed Antonietta Raphael, scultrice di origine ebraica. Partigiana, giornalista, scrittrice e femminista, da ragazza, negli anni delle leggi razziali in Italia fu costretta a lasciare il ginnasio. Dal 1943 molto attivo fu il suo ruolo nella Resistenza. Si iscrisse presto al PCI. Al termine degli anni ’50 è stata corrispondente da Parigi per il settimanale “Vie Nuove”, successivamente ha lavorato per “L’Unità” e, dalla metà degli anni ’60 al 1970 è stata direttrice di “Noi Donne” ed inviata di “Paese Sera”. Contribuisce alla nascita de “La Repubblica” (1976) e ne diviene editorialista. Per tre anni, dal 1983 al 1986, è stata Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. “Una vita, quasi due” (Rizzoli, 2012) è il suo ultimo libro. Si è spenta a Roma il 9 aprile 2012).
Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Matteo di Edizioni Ensemble.
Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.
Tag: Federica Guglietta
23 ottobre 2015 alle 20:25 |
L’ha ribloggato su Lo scatolone di Aghia Sophia – recensioni e bla bla bla – .