:: Semina il vento, Alessandro Perissinotto, (Piemme, 2015) a cura di Elena Romanello

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sePiemme ripropone, a qualche anno dalla sua uscita ma sembra trascorso un secolo e l’argomento è diventato di grande attualità oggi più di ieri, Semina il vento di Alessandro Perissinotto.
Un libro profetico già quando è uscito la prima volta, adesso presentato in una nuova edizione, per raccontare quella che è innanzitutto una storia d’amore, straziante e attuale, ma non solo.
Giacomo, cervello in fuga a Parigi dal Piemonte, incontra Shirin, esule iraniana atea, disinibita, colta e in cerca di radici: è il grande amore, e quando lui decide di tornare a vivere nel paesino piemontese in cui è nato lei lo segue in cerca di sicurezza. Sulle montagne, così lontane dall’Iran e dalla cosmopolita capitale francese, Shirin si scontrerà con pregiudizio e razzismo, un mix infernale che la porterà a fare scelte che non aveva mai pensato di fare, lei così lontana da ogni fondamentalismo e anzi critica verso quel mondo, fino ad una decisione estrema, che distruggerà la vita sua e di Giacomo.
Interessante che una storia del genere sia stata scritta, tempo prima che queste cose diventassero cronaca comune, da un italiano e non da uno statunitense o da un francese o da un inglese e che si sia deciso alle nostre latitudini di riflettere su razzismo, pregiudizi, sogni infranti e derive integraliste, per cercare almeno di capire certi meccanismi, quelli che stanno portando ragazzi e ragazze nati in Occidente, totalmente digiuni e menefreghisti fino ad un certo punto di ogni impegno religioso, spesso non più discriminati dei loro coetanei con i bisnonni occidentali, nelle braccia di una guerra santa che ormai fa paura e che non può più essere ignorata.
Alcuni anni fa Semina il vento era un thriller realistico e un ritratto sociologico di una possibile Italia di oggi, visto che tra le righe si parla di vita di coppia, condizione della donna, immigrazione, fuga dei cervelli, razzismo, integralismo. Oggi sembra una storia profetica, una denuncia, un modo per cercare di entrare in meccanismi che sembrano inviolabili, come fa Giacomo, testimone di una caduta agli inferi di una persona che amava profondamente, con cui aveva comunanze intellettuali e sentimentali e che alla fine credeva di conoscere.
Un libro da leggere e su cui riflettere, in cui l’autore non trancia giudizi, né contro gli uni né contro gli altri, si limita a raccontare con il piglio del cronista d’antan una storia di oggi, appassionante fino all’ultima pagina e capace di gelare il sangue perché terribilmente vera e realistica.

Alessandro Perissinotto, è nato a Torino nel 1964 e insegna Teorie e tecniche delle scritture all’Università di Torino. Ha esordito come narratore nel 1997 ed è autore di undici romanzi. Le sue opere sono state tradotte in numerosi paesi europei e in Giappone. Con Piemme ha pubblicato Semina il vento, Le colpe dei padri, secondo classificato al Premio Strega, e Coordinate d’Oriente.

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