:: Un’ intervista con Marcello Simoni a cura di Viviana Filippini

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l'abbaziaCiao Marcello benvenuto qui a Liberi di scrivere per raccontarci della tua nuova saga letteraria edita da Newton e Compton, che prende il via con il romanzo L’abbazia dei cento peccati.

Dopo la saga del mercante di libri maledetti con protagonista Ignazio da Toledo, come è nata la tua nuova avventura letteraria chiamata Codice Millenarius Saga e di quanti libri sarà composta?

R: La saga del Codice Millenarius nasce dall’esigenza di dare forma a nuovi personaggi, per certi versi più profondi e tormentati di quelli appartenuti alla trilogia del Mercante. Si tratta di uomini e donne contraddistinti da straordinarie qualità ma gravati da pesanti fardelli. Essi vivono nella metà del Trecento, in un tardo Medioevo tumultuoso, attraversato dalla crisi della Guerra dei cent’anni, dalla carestia e dalla grande pestilenza. Ciò nondimeno, non rinunceranno ai loro sogni. A meno che i miei programmi non cambino e la storia mi si allarghi tra le mani, dovrebbe comporsi di tre volumi.

Perché hai scelto i sette peccati capitali come perno attorno al quale sviluppare il tuo lavoro?

R: I peccati non sono soltanto una condanna che ci ricorda ogni istante di essere relegati a una condizione di imperfezione mortale, ma anche un motivo di riscatto che ci induce a correre ai ripari, per tentare di diventare migliori, giorno dopo giorno, errore dopo errore. Questa la strada che dovranno percorrere i miei protagonisti.

In questo tuo nuovo lavoro accanto alla fiction letteraria c’è molta Storia, molta Storia dell’arte e anche dei riferimenti alla simbologia dell’Apocalisse. Come sei riuscito a mescolare questi elementi tra di loro?

R: Seguendo le suggestioni che, di volta in volta, la documentazione stessa mi forniva. Ho voluto che il lettore capisse come si viveva e si pensava in quest’epoca, e tale operazione sarebbe impossibile senza iniziarlo alla simbologia del Medioevo. L’uomo del XIV secolo pensa per immagini e vede la Storia come una graduale rivelazione del disegno divino. L’avvento dell’Apocalisse, nella logica del “tutto è compiuto”, rappresenta una delle chiavi di questa affascinante forma mentis.

Il protagonista è un soldato di nome Maynard de Rocheblanche che sopravvive ad un tremenda battaglia, perché ha scelto proprio un militare per protagonista e custode dell’importante reliquia che tutti vogliono possedere?

R: Maynard non è esattamente un militare. È un nobile cresciuto secondo i principi della lealtà e dell’onore: valori che proprio in questo periodo stanno scomparendo, soppiantati da un nuovo modo di fare la guerra e di vivere il mondo. Il mio protagonista incarna, in sostanza, la crisi della cavalleria del tardo Medioevo. Ecco perché il suo ruolo sarà, fondamentalmente, quello di trovare un nuovo scopo per dare senso alla propria esistenza. La ricerca del Lapis exilii sarà la giusta occasione per mettersi alla prova.

Il protagonista ha una sorella, Eudeline, badessa nel convento di Sainte-Balsamie, dove lui e un suo amico –Robert de Vermandois- trovano riparo. Che rapporto c’è tra i due fratelli?

R: Un amore tormentato, adombrato dal ricordo del loro brutale padre. La coraggiosa Eudeline sarà un importante perno della mia saga.

La simpatia e l’empatia tra Eudeline e Vermandois è amicizia o complicità per il trionfo del bene?

R: Ogni volta che si crea intesa fra un uomo e una donna credo che il bene trionfi sempre, a prescindere dal fatto che qui ci troviamo in un convento e stiamo parlando di un guerriero e di una badessa.

Nel libro descrivi in modo accurato la vita monastica. Quali documenti hai preso in esame per conoscerla?

R: Moltissimi, a partire dalla saggistica contemporanea fino alle fonti dell’epoca. Per non annoiare i nostri lettori, dirò semplicemente che alla fine del romanzo troverete una nota storica in cui rivelo per filo e per segno le ricerche da me compiute per dare solidità e verosimiglianza alla trama.

Attorno alla reliquia che il protagonista custodisce c’è un interesse viscerale da parte di re e di esponenti del clero. Secondo te in chi ha già potere, cosa è che scatena il viscerale bisogno ad averne ancora di più e ad ottenerlo con qualsiasi mezzo?

R: Il potere è qualcosa che ti divora il cuore, creando un vuoto che può essere colmato soltanto soddisfacendo brame sempre più ambiziose. In realtà, comportandosi in questo modo non si fa altro che cercare di riempire il vuoto con altro vuoto, alimentando la paura di doverci confrontare, un giorno, con una banale realtà: il fatto che siamo semplici uomini, destinati a estinguerci come deboli fiamme.

A un certo punto la storia di sposta in Italia, a Pomposa, e nella sua abbazia. Che studi hai fatto per sviluppare questa parte del romanzo dove la storia dell’arte riveste un ruolo importante?

R: Studio la storia di Pomposa da anni, da quando mi fu chiesto di approfondire alcuni aspetti del suo straordinario ciclo pittorico. Affermare che quel monastero è per me una seconda casa non è affatto esagerato. Al contrario, la mia passione per il Medioevo nasce proprio da lì, e ciò perché Pomposa racchiude ogni splendore che contraddistingue quell’epoca: i libri, la musica, le immagini e la spiritualità. Ecco perché, ogni giorno che passa, sono sempre più convinto nell’affermare che Pomposa non è un semplice edificio medievale. Pomposa è il Medioevo.

A Pomposa c’è il giovane pittore Gualtiero de’ Bruni che affrescherà l’abbazia, è un’artista dalla grandi risorse e inventiva, ma nonostante queste qualità, lui è in costante rapporto conflittuale con il padre Sigismondo. Cosa scatena questo conflitto?

R: La vita del geniale Gualtiero sarà destinata a intrecciarsi con quella dell’indomito Maynard. Ma se volete scoprire come, dovrete leggere il romanzo…

Il misterioso Facio da Malaspina è in fuga da tutto e da tutti, buoni o cattivi. Cosa nasconde o cosa sa di tanto importante?

R: Un segreto collegato all’Ultima Cena, di cui soltanto il Codex Millenarius fa menzione.

A quando il secondo capitolo della saga?

R: Ci sto già lavorando. Quindi, molto presto!

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Una Risposta to “:: Un’ intervista con Marcello Simoni a cura di Viviana Filippini”

  1. Avatar di Elisabettta Elisabettta Says:

    La nuova pubblicazione si lega all? Abbazia dei cento peccati? Spiega la saga finale o ti lascia ancora in sospeso?

    Il mio

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