Giallo classico per Jean- Luc Bannalec, pseudonimo dell’editore, critico letterario e traduttore tedesco Jörg Bong, già autore di Natura morta in riva al mare, sempre edito da Piemme. Con Lunedì nero per il commissario Dupin (Bretonische Brandung, 2013), tradotto da Giulia Cervo ed edito in Germania da Kiepenheuer & Witsch GmbH, dunque ci presenta un nuovo caso per Georges Dupin, commissario della polizia di Concarneau, sullo scenario di una Bretagna incontaminata, descritta con vivide pennellate di colore locale. In Germania è già uscito il terzo episodio Bretonisches Gold – Kommissar Dupins dritter Fall a sancire un successo decisamente notevole, per una serie di romanzi che omaggiano la tradizione del poliziesco francese classico alla Simenon per intenderci, con tutti i distinguo del caso ovviamente. Ambientato nel piccolo arcipelago delle isole Glénan (senza s, non è un errore è più che altro una licenza grammaticale), nel nord dell’Atlantico, poco lontano dalle coste della Bretagna, Lunedì nero per il commissario Dupin è un’ indagine classica che parte dal ritrovamento di tre cadaveri, presumibilmente annegati, scoperti sulla spiaggia bianchissima di una delle tante isole. La tempesta del giorno precedente lascerebbe pensare ad un incidente ma il commissario Dupin, incaricato delle indagini ha qualche dubbio. Per prima cosa bisogna risalire all’identità dei morti, indagando tra coloro di cui è segnalata la scomparsa, poi capire che legami potessero avere tra loro e soprattutto chi poteva volerli morti. Non sarà facile ma il burbero ispettore, amante della buona cucina, con una segretaria al corrente di tutti pettegolezzi in circolazione e con una passione per la proprietaria dei Quatre Vents ce la metterà tutta per poi trovarsi con una versione ufficiale e la verità. Parigino, con una madre ingombrante, innamorato di una dottoressa del reparto di chirurgia dell’ospedale Georges Pompidou, con cui ha una relazione complicata, straniero in una regione ligia alle tradizioni e al senso di appartenenza (una terra di pirati infondo, sempre a caccia di tesori) il commissario Dupin ricalca in breve il modello dell’ investigatore di tanta letteratura poliziesca francese, rivisitata da un tedesco romantico e sensibile con forti legami in Bretagna. Tratto distintivo dell’autore, l’attenzione per i dettagli e l’amore per la natura, descritta con dovizia di particolari in lunghe divagazioni dal sapore nostalgico (letto il romanzo saprete cos’è una marea sigiziale). Poi certo c’è l’indagine, fulcro dell’intreccio, condotta in modo classico, tra un astice cotto a puntino, un entrecôte con pommes sautèes e vino rosso e uno dei mille caffè di chi è sempre in debito di caffeina. Una scrittura placida, sorniona, a tratti divertente ci accompagna per tutta la narrazione dando verve a un romanzo che intrattiene, senza eccessiva esibizione di sangue e violenza. Una lettura estiva insomma, adatta ai lunghi pomeriggi di quiete e di riposo. Strepitosa la copertina.
Jean-Luc Bannalec è lo pseudonimo di uno scrittore tedesco che ha ottenuto un clamoroso successo di pubblico e critica in Germania con il giallo Natura morta in riva al mare, seguito da Lunedì nero per il commissario Dupin, che ha conosciuto altrettanta fortuna. Vive tra la Germania e la Bretagna.
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