:: Un’ intervista con Giovanna Zucca a cura di Elena Romanello

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jane austenGiovanna Zucca è infemiera in ospedale, ma è anche una scrittrice, e ha pubblicato presso Fazi tre libri, Mani calde, Guarda c’è Platone in tv e Una carrozza per Winchester, omaggio a Jane Austen. Ecco cosa racconta l’autrice di questo libro e sul suo amore per una delle più popolari ed interessanti autrici di sempre.

Come è nata l’idea di Una carrozza per Winchester?

Due anni fa in un inserto domenicale di un quotidiano lessi che molto probabilmente la causa della morte di Jane Austen a soli 42 anni poteva attribuirsi al morbo di Addison, una malattia che colpisce le ghiandole surrenali oggi curabile. Io lavoro in ospedale da molti anni come infermiera di sala chirurgica e conosco la malattia. Mi venne la curiosita di saperne di più sul dottor Thomas Addison, colui che per primo descrisse la malattia del quale invece ignoravo tutto. Feci qualche ricerca e scoprii un personaggio da romanzo. Una personalità notevole, dedita agli satudi, un uomo che è considerato a buon diritto come il padre della moderna endocrinologia. Fui sorpresa di apprendere che Addison descrisse la malattia che porta il suo nome nel 1849, tutto sommato pochi anni dopo la morte di Jane Austen avvenuta nel 1817. Improvvisamente la fantasia si mise in movimento e pensai che sarebbe stato un incontro folgorante se due personalità come Addison e Austen si fossero trovate in contatto.E pensai che sarebbe stato affascinante immaginare il severo e poco avvezzo alle mondanità dott. Thomas Addison al capezzale dell’ironica e ribelle miss Austen.E immaginare un grande amore tra loro.

Come mai un libro così diverso dai due precedenti?

Mani calde è nato dagli anni di attività in sala operatoria della neurochirurgia. Guarda c’è Platone in tv è invece il prodotto dei miei studi di filosofia all’università Ca’ Foscari di Venezia. Una carrozza per Winchester è il mio modesto omaggio a una scrittrice che ritengo la più grande in assoluto. Questo per dire che scrivere storie è per me una passione. Non potrei inventare qualcosa che non sento intimamente, che non mi abita nel profondo. La mia attività professionale è ben distinta dallo scrivere, che interpreto come un respiro di libertà. Ed è proprio questa libertà a guidarmi nello scegliere storie così diverse.

Perché secondo te c’è ancora tutto questo interesse per il personaggio di Jane Austen e cosa piace a te in questa autrice?

L’interesse a 200 anni dalla morte è credo legato a due motivi. Il primo di ordine sociologico-storico. Nelle opere della Austen c’è una rigorosa esattezza nella descrizione dello stile di vita della società di campagna di fine 700. La Austen conscia che quel modello sociale stava avviandosi al declino (la rivoluzione industriale, lo spopolamento delle campagne, l’aristocrazia che perde il suo primato a favore di un una borghesia sempre più predominante) ci fornisce un chiaro esempio dello stile di vita che conduceva quel tipo di società. E lo fa con maestria e acutezza sublimi. Ella ci descrive eventi ordinari, come l’organizzazione di un pic nic o di un ballo senza ricorrere a vicende straordinarie per avvincere i lettori. E’ come se elevasse gli eventi del quotidiano al rango di vicende degne di essere trasposte in una narrazione. L’altro motivo più di carattere filosofico-letterario è legato al fatto che i personaggi che ella ci regala sono archetipi universali che trascendono il tempo e lo spazio. In fondo se noi togliamo alla signora Bertram il inguaggio lezioso o il parasole di pizzo chi può dire di non averne conosciuta una?

Oltre a Jane Austen, chi sono i tuoi maestri e maestre letterari?

Sono una grande lettrice. Insaziabile. Molti sono gli autori e le autrici ai quali guardo con ammirazione e stupore. Del passato come del presente. Su tutti Jane Austen spicca come la stella più fulgida.

Quali sono i tuoi prossimi progetti letterari?

Sto ultimando un romanzo molto divertente che ha qualche familiarità col genere giallo. Un giallo molto particolare però. C’è un delitto, c’è un movente. Ci sono due amiche. E c’è una poliziotta di Capodichino Napoli che deve vedersela con un insopportabile e perfido commissario capo… e il colpevole?

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