:: Recensione di Tra totalitarismo e democrazia: la funzione pubblica dell’etica di Federico Sollazzo a cura di Giulietta Iannone

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Tra totalitarismo e democrazia

Dottorato di Ricerca (PhD) in “Filosofia e Teoria delle Scienze Umane” conseguito presso l’Università degli Studi Roma Tre nell’Anno Accademico 2006/07.

Totalitarismo, democrazia ed etica sono senz’altro tra i temi importanti se non fondamentali della filosofia quelli che occupano maggiormente le riflessioni dell’uomo contemporaneo. I mali del totalitarismo, sotto gli occhi di chiunque abbia anche una pur vaga conoscenza storica, portano inevitabilmente a considerare la democrazia, pur con i suoi limiti e le sue discrepanze, il migliore dei governi possibili, e quanto l’etica e la moralità siano alla base di questa correlazione è evidente soprattutto a chi si accosta al problema cercando risposte e strategie atte a portare sostanziali soluzioni. Federico Sollazzo nella sua tesi “Tra totalitarismo e democrazia: la funzione pubblica dell’etica” analizza prima disgiuntamente i temi seppur concatenati del totalitarismo e della democrazia per poi giungere ad una proposta filosofica concreta che evidenzia come il possibile percorso di pacificazione sociale sia determinato da una moralità minima condivisibile.
Il lavoro prende l’avvio quindi dall’analisi del totalitarismo visto da molteplici punti di vista, partendo dalle sue origini storico-filosofiche, ed essenzialmente considerando che fu la prima forma di regime sociale repressivo e coercitivo a nascere, sorgere e consolidarsi in un preciso periodo storico, l’inizio del XX secolo. Qui è importante l’analisi del lavoro di Hannah  Arendt che in Le origini del totalitarismo ripercorre il processo storico che ha condotto alle dittature europee ed infine al grande dramma della seconda guerra mondiale. La Arendt evidenzia che il modello totalitario moderno possiede delle caratteristiche diverse dalle forme dispotiche del passato tra cui: cieca fiducia e obbedienza nei confronti del capo, uso indiscriminato della violenza fisica, esaltazione di una ideologia tramite lo strumento della propaganda, presenza di un partito unico, e eliminazione fisica dei dissidenti. Dopo aver definito i contorni del totalitarismo, identificato come una vera e propria malattia sociale dell’era contemporanea, Sollazzo ci presenta il suo antidoto ovvero la democrazia, forma di governo basata sul metodo della partecipazione della più ampia parte possibile dei cittadini ai processi decisionali e della persuasione. Anche se specifica che non è la panacea di tutti i mali infatti esistono critiche all’idea e alla messa in pratica della democrazia. A partire da Platone che la considera una forma di degenerazione dello Stato per arrivare in tempi più recenti a Tocqueville che ne denuncia l’insito pericolo dispotico e la cosiddetta tirannia della maggioranza. Popper propone come modello positivo opposto ad ogni forma di autoritarismo la “società aperta”, ovvero una società in cui il confronto e l’accoglimento di prospettive e valori diversi permetta a qualsiasi gruppo o individuo di far valere la propria individualità ad eccezione degli intolleranti. A sostegno dell’idea di Popper si sono schierati pensatori come Norberto Bobbio arrivato ad affermare che “La democrazia, o è la società aperta, in contrapposto alla società chiusa, o non è nulla, un inganno di più”. Sempre Bobbio arriva alla conclusione che la stessa “regola di maggioranza”, cardine di ogni regime democratico, non è esente a critiche essenzialmente perché non è automaticamente garanzia di libertà e di uguaglianza. Inoltre considera che la passività dei cittadini è uno dei principali ostacoli per la realizzazione della democrazia, che invece ha bisogno di cittadini attivi e consapevoli interessati a partecipare alla formazione dei processi decisionali. La moderna crisi delle ideologie, oltre a travolgere i grandi sistemi di filosofia della storia, ha prodotto una rinascita dell’individualismo ovvero dell’affermasi del primato dell’individuo sulla società. La concezione dell’individualismo ha portato al risorgere di principi liberali, che si oppongono ai principi del comunitarismo. Se la democrazia è la soluzione politica del problema, pur con tutti i limiti evidenziati, esiste anche un prospettiva morale ed etica che si identifica in concetti come quelli di libertà, giustizia, solidarietà, uguaglianza, rispetto per i diritti altrui.
Nell’ultima parte del lavoro l’autore si interroga sull’esistenza di un sostrato etico universale e giunge alla conclusione che esiste ovvero esiste un sostrato antropologico comune al quale è  applicabile una etica universale. Evidenzia poi nella giustizia la tematica centrale su cui si fonda e si origina l’etica, e sottolinea che i diritti umani o meglio la loro definizione diventa uno dei compiti principali e imprescindibili di ogni associazione umana come base di qualsiasi pacifica convivenza. Infine per concludere traccia una possibile etica minima capace di costituire il comune denominatore morale necessario ad un confronto di culture diverse in cui, come dice Sollazzo, il rispetto diventa il fattore fondamentale capace di rende attuabile l’universalità dell’etica e nello stesso tempo la pluralità delle culture. 

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Una Risposta to “:: Recensione di Tra totalitarismo e democrazia: la funzione pubblica dell’etica di Federico Sollazzo a cura di Giulietta Iannone”

  1. utente anonimo Says:

    Pagina per la consultazione:http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=28753

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