Mi avessero detto da ragazzina che un giorno mi sarei occupata di un personaggio dei manga e degli anime che adoravo già allora come Lady Oscar, non ci avrei forse creduto, anche se va detto che da un certo punto in poi, una volta passate le paturnie adolescenziali che mi avevano allontanata da queste mie passioni, mi sono molto impegnata in tal senso collaborando con fanzine e giornali, realizzando pagine web e scrivendo saggi e racconti.
Conoscevo da tempo la casa editrice Odoya di Bologna, che ha fatto uscire vari libri interessanti sulla cultura del fantastico e nerd, gli avevo sottoposto alcuni miei progetti e si è concretizzato quello su Oscar, partendo da una collana loro varata da non molto tempo, nata come Agire e pensare su ispirazione di un’iniziativa analoga francese e poi diventata Se fossi… un determinato personaggio.
Ho scelto Lady Oscar, che ho trattato innanzitutto dando informazioni su di lei, la sua storia e la sua importanza non solo tra i manga e gli anime, perché è stata un’opera che ha fatto davvero epoca, in Giappone e nel resto del mondo, Italia in testa, basti pensare che oggi non si può più pensare alla corte di Versailles, alla presa della Bastiglia e alla Rivoluzione francese senza associarci l’intrepida eroina creata da Riyoko Ikeda.
Lo scopo del libro e della collana di Odoya è anche quello di raccontare i singoli personaggi attraverso le loro caratteristiche psicologiche e di comportamento anche pratico, in modo da indicarli come modello di vita: certo, Oscar resta una figura abbastanza irraggiungibile, ma che comunque dà spunti per uno stile di vita romantico, coraggioso e culturalmente interessante.
La storia della Rosa di Versailles, titolo originale del manga e poi dell’anime, si collega a tanti argomenti e tematiche coinvolgenti e appassionanti, dallo sfondo storico alle figure iconiche delle donne guerriere, dal protagonismo femminile nelle opere di finzione ma anche tra artiste e autrici al rutilante mondo di manga ed anime.
Il libro è corredato da una copertina con un’immagine originale rielaborata scelta dall’editore e da un apparato di illustrazioni aggiunte in fase di impaginazione e pubblicazione non da me che raccontano comunque bene questo unico personaggio, che continua ad ispirare racconti di finzione (le famose fanfiction), illustrazioni e opere grafiche, cosplayer, eventi, come la conferenza ai Japan Days di Roma a cui ho partecipato anch’io lo scorso 20 ottobre, mostre, tra cui quella al WOW di Milano di quest’anno, e l’appuntamento ormai fisso ogni luglio qui sotto la Mole del tributo artistico Una Rosa a Torino a cui collaboro anch’io, presso l’hotel Adalesia organizzata dalla BM.
Un successo e una passione che hanno coinvolto tutte le persone coinvolte, dalla sensei Riyoko Ikeda allo staff che realizzò l’anime per la TMS, dai Cavalieri del Re, che fecero la sigla italiana cantata dall’artista Clara Serina, ai doppiatori italiani, considerati divi a tutti gli effetti dai fan, accolti sempre con grande affetto, che loro apprezzano molto, come hanno ricordato appunto Cinzia de Carolis, Massimo Rossi e Luciano Roffi all’evento di Roma.
Un sodalizio che continua nelle nostre vite e che ormai coinvolge più generazioni e a fine gennaio uscirà in Giappone un nuovo film ispirato ad Oscar, che ha già diviso il fandom ma che comunque porterà nuova visibilità e interesse intorno a questa figura unica di eroina, non solo all’interno di manga ed anime.
Il saggio Se fossi Lady Oscar rappresenta un punto di arrivo e di ripartenza per me: non è il primo che realizzo in tema e non sarà certo l’ultimo: qualcuno ha insinuato che ormai ho esaurito gli argomenti, ma non è così, io continuo e continuerò a scrivere cose in tema, perché sui classici, come diceva Italo Calvino ci sarà sempre qualcosa da dire. E certe storie sono parte di noi per sempre, perché siamo anche e soprattutto le storie che amiamo, come dicevano sia Cesare Pavese che Tiziano Terzani.
Ci saranno quindi altre mie cose su Oscar, ma intanto c’è questa proposta, per scoprire o riscoprire un personaggio e quanta affinità che ha con noi, al di là delle facili battute che sono venute da fare anche alla sottoscritta, tipo che se fossi lady Oscar non avrei lasciato il povero André, prototipo dell’uomo ideale da oltre quattro decenni per più di una generazione, a languire da solo per tutto quel tempo…
Tag: Elena Romanello, Lady Oscar, manga ed anime, Odoya
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