:: Il mercato della virtù. Critica del consumo etico di Estelle Ferrarese (Castelvecchi, 2024) a cura di Valentina Demelas

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Estelle Ferrarese, professoressa di Filosofia morale e politica all’Università Picardie Jules Verne, con Il mercato della virtù – pubblicato in Italia da Castelvecchi con la traduzione dal francese di Giulia Prada – ci guida in un’esplorazione lucida e provocatoria del “consumo etico”. Questo libro invita a riflettere su quanto le nostre scelte “responsabili” possano davvero cambiare il sistema economico o, al contrario, finire per rafforzarlo. Con una scrittura chiara ed essenziale, Ferrarese mette in discussione idee radicate senza mai essere cinica o moralista.

L’autrice non critica chi sceglie prodotti cruelty-free, sostenibili o equo-solidali. Al contrario, riconosce il valore di queste pratiche. Tuttavia, ci spinge a chiederci: basta comprare etico per sentirci a posto? O c’è il rischio che queste azioni, senza una riflessione più profonda, diventino strumenti per alimentare il capitalismo, creando nuove opportunità di profitto? Secondo Ferrarese, il consumo etico può trasformarsi in una sorta di ideologia: un gesto che sembra virtuoso, ma che spesso finisce per rinforzare le stesse logiche che vorrebbe combattere.

Il libro si rifà alla teoria critica della Scuola di Francoforte, in particolare agli scritti di Theodor W. Adorno e vuole dimostrare come il mercato sia così flessibile e adattabile da inglobare persino le migliori intenzioni morali, trasformandole in opportunità per crescere economicamente. Il capitalismo, sostiene l’autrice, è una macchina talmente perfetta che, anziché contrastarlo, il consumo responsabile spesso gli offre nuova energia, rendendo ancora più difficile un vero cambiamento.

Un concetto chiave del libro è quello di “misura”, che viene esplorato come un equilibrio tra moderazione e calcolo. Da una parte, il consumo responsabile punta a ridurre sprechi e danni; dall’altra, si affida a logiche e strumenti che si integrano perfettamente con le dinamiche capitalistiche. Questo paradosso è centrale: mentre cerchiamo di fare del bene, rischiamo di rimanere intrappolati in un sistema che alimenta ciò che vorremmo superare. L’autrice si interroga anche su cosa significhi davvero un prezzo “giusto”, analizzandolo non solo dal punto di vista economico, ma anche attraverso le sue implicazioni etiche e sociali.

Il libro affronta anche le teorie di pensatori contemporanei come Axel Honneth e Rahel Jaeggi, che vedono nel mercato uno spazio dove possono emergere valori morali. Estelle Ferrarese, però, si discosta da questa idea. Per lei, il capitalismo non può essere corretto attraverso scelte individuali: la sua natura è orientata all’accumulo di capitale, non al bene comune.

Un altro tema affascinante è il legame tra consumo etico e narrazioni apocalittiche, come quelle sul cambiamento climatico: pur nascendo da preoccupazioni sincere, queste retoriche rischiano di ridurre il consumo responsabile a un gesto di auto-conservazione, più che a una vera azione collettiva per il cambiamento. Così, il consumo etico finisce per diventare una rassicurazione personale.

Questo saggio non offre risposte semplici, ma invita a guardare oltre le apparenze. Estelle Ferrarese illumina le zone d’ombra delle nostre scelte quotidiane e ci sfida a chiederci: stiamo davvero cambiando qualcosa o stiamo solo adattandoci meglio al sistema?

Si tratta di una lettura indispensabile per chi cerca un’analisi intellettualmente stimolante e coraggiosa delle dinamiche del capitalismo contemporaneo e del ruolo, a volte ambiguo, che le nostre azioni giocano al suo interno. Il lettore viene sfidato a guardare oltre la superficie del “bene” e del “giusto”, non limitandosi a smontare le illusioni di virtù legate al consumo responsabile, ma aprendosi a nuovi spazi di riflessione e di consapevolezza.

Estelle Ferrarese è Professoressa di Filosofia morale e politica presso l’Università Picardie Jules Verne e membro senior dell’Institut Universitaire de France. È stata visiting professor presso la New School for Social Research di New York, fellow della Fondazione Alexander von Humboldt presso la Humboldt Universität di Berlino e research fellow presso il Marc Bloch Franco German Center of Social Science Research di Berlino. Ha dedicato diversi lavori al pensiero politico di Jürgen Habermas, alla filosofia di Theodor W. Adorno e alle teorie femministe. Si occupa di teoria critica, filosofie femministe, teorie della democrazia e dello spazio pubblico, filosofia della vulnerabilità e politiche delle forme di vita. Castelvecchi ha pubblicato Manifesto per una teoria critica femminista e La fragilità della cura degli altri (2023).

Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo l’ufficio stampa Castelvecchi.

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