:: Marsiglia 1937 di Shanmei, recensione di Patrizia Debicke

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Con un linguaggio scarno ed essenziale, Shanmei ci narra una coinvolgente storia di malavita, perdizione, tradimenti ma che lascia intravedere anche la luce di una possibile redenzione ambientata a Marsiglia fine anni 37’ quando già i peggiori istinti del nazismo avevano cominciato a bussare alle porte delle coscienze Europee.

Una storia infatti collocata in Francia a due anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, un periodo particolare in cui si guardava con invidia e ammirazione al di là dell’Oceano e si osannavano il jazz, la musica americana, le loro abitudini, ignorando volutamente i loro difetti.

Marsiglia, ove “Il milieu”, nome attribuito alla criminalità locale, era molto attivo, specie nella vecchia città con i suoi vicoli malfamati, era chiamata anche “la Chicago francese”. Punto di raccolta privilegiato della criminalità, con le sue case, i suoi locali equivoci e il suo porto: punto di attracco per ogni genere di traffici irregolari, ma anche punto di partenza per tanti poveretti costretti a cercare un possibile futuro in America.

Protagonisti della trama André e Marie, lui ex detenuto che ha scontato cinque anni a Tolone, oggi padrone di un ristorante a Marsiglia e lei assunta come guardarobiera. Sarà vero amore il loro?

Ma come potranno viverlo alla luce del sole con in ballo la preparazione del grosso colpo destinato a cambiare il destino di Andrè ma sotto la spada di Damocle brandita della sua vendicativa vecchia fiamma, la cantante Jojo che si esibisce nel locale attiguo, e dall’ispettore Marchal con un vecchio conto tra loro rimasto in sospeso?

Un raccontare che rimanda con dovizia di particolari alle polverose immagini delle vecchie pellicole francesi anni 30, interpretate da grandi attori, giganti della cinematografia mondiale quali Jean Gabin, Michel Simon Jean Renoir e Michèle Morgan.

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Una Risposta to “:: Marsiglia 1937 di Shanmei, recensione di Patrizia Debicke”

  1. Patrizia Debicke - Scrittrice critica letteraria Says:

    […] Recensione apparsa su “Liberi di scrivere” Leggila […]

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