:: L’avvitatore di penne di Shanmei

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Tess era di nuovo ubriaca. Tess è mia madre e io sono un ragazzino di otto anni, per cui cercate di capirmi. Devo aiutarla a tirarsi giù dal letto e ad alzarsi e non è facile. Tess fa la cameriera al Choop Caffè di Memphis, una bettola per camionisti ma con la migliore torta di noci di tutto il Tennessee. Ha il turno che va dalle 6,30 alle 14,30 e io ho appena finito di preparare la colazione e sto armeggiando con la sua divisa verde ed azzurra. Tess ha i capelli biondo miele e una predilezione per i liquori forti. Non perché sia mia madre ma è molto carina. Ha tante buffe efelidi sotto gli occhi e le fossette quando ride. Sembrano mele rosse le sue guance. Carina com’è non capisco perché non riesca a tenersi un uomo. Ce ne sono sempre che le ronzano attorno ma tutto dura sempre poco. Ha un bel dire che io sono l’unico uomo della sua vita, io vorrei che si sistemasse. Così non può andare. Tutte le volte che la lasciano  lei  si rimette a bere ed è sempre la stessa storia.
Oggi ho compito in classe di matematica, sono un po’ preoccupato, qua a Memphis le scuole sono severe, non come a Chicago dove vivevamo prima. I miei compagni giravano armati per i corridoi ed erano pochi i maestri con il coraggio di dare insufficienze. Che pacchia era la scuola allora, bastava entrare nella gang giusta. Tess non voleva che entrassi in una gang, ma secondo voi, come ho fatto a sopravvivere 6 mesi al Jefferson. Striscio sotto il letto in cerca di una scarpa anatomica, di quelle per combattere la stanchezza, brutte ma buone, e gliele calzo. Quando la mollano beve e piange, non fa altro quando è a casa. Io le voglio bene certo, ma sono un po’ stufo, vorrei una madre che faccesse raid ai centri commerciali, e invece sono io che faccio la spesa; vorrei una madre che mi mandasse a letto senza cena, e invece sono io che cucino; almeno una madre che mi dicesse che guardo troppa tv e invece sono io a spegnere il video alle due di notte.
Comunque non mi lamento, viviamo in una roulotte, con tutti i confort, e giriamo il paese ogni volta che la licenziano. Vicino al mio letto ho una mappa dell’America e aggiungo bandierine in ogni stato che siamo stati, mi manca Kansas, Nevada, Alabama e Louisiana. Non male vero? Viaggiare non è male, il brutto sono le trafile burocratiche quando cambio scuola, tutti quei moduli da compilare ma sono necessari se non vogliamo che qualche assistente sociale mi porti via.
Poi c’è mio padre. E’ in galera, ne avrà per molto, comunque. L’ hanno beccato in uno stato dove non c’è la pena di morte così forse hanno tempo di capire che è solo un po’ stupido. E’ li da sei anni e faccio un po’ fatica a ricordarlo, ma ci scriviamo. Lui ha tanto tempo libero e a me piacciono le sue lettere. Vuole che gli mandi mie foto, così mi faccio delle polaroid e gliele spedisco. Vuole controllare il mio percorso di crescita, è preoccupato, e conoscendo Tess ha le sue buone ragioni. Finalmente è pronta, anche ubriaca è bellissima. L’accompagno fuori e le annodo l’impermeabile. Piove, fa freddo è inverno. Mi dà i soldi per la spesa e la saluto.
Presto lavorerò anche io. Ho letto su una rivista che mandano lavoro a domicilio. Avvitare e assemblare penne. Poi rileverò l’azienda e altri le avviteranno per me. Farò i soldi ed entrerò in politica. Diventerò governatore e poi presidente e allora farò emanare una legge che bandirà l’alcool da tutto il mondo. E sapete che farò a quelli che non seguono la mia legge? Gli farò avvitare penne.

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