
Marco Steiner bentornato.
Avevo già letto il suo “Isole di ordinaria follia”, un non romanzo e un non saggio. Forse un condensato di poesia ? Di fantastiche illusioni ? O qualcosa di più?
Steiner ci aveva regalato finora grandi orizzonti, multiformi magiche avventure dove il mare dominava la scena da protagonista. Lui sa bene cos’è il mare.
Stavolta invece l’unica, vera protagonista diventerà la mente umana con tutte le sue possibili scelte e il labirintico complesso delle possibilità e dei contenuti intellettuali e spirituali dell’individuo.
Comunque pare difficile riassumere in poche parole una trama tanto ricca e coinvolgente per la quale posso dare solo un suggerimento: attenzione alla fine perché quando tutto – o molto – sembra forse perduto si scoprirà il segreto in grado di lenire ogni male: la speranza.
In una notte illuminata da una strana doppia luna, un veliero nero accosta in silenzio a San Servolo, l’isola della laguna veneziana che fino al 1978 ospitava il manicomio veneziano.
Tutto è calma e silenzio a bordo e sul ponte deserto un gruppetto di internati s’imbarcherà frettolosamente, di nascosto, seguendo l’impulsiva scelta di Indio, provetto marinaio e capitano. Per tutti loro la speranza di una possibile fuga.
Comincia così una straordinaria e fiabesca peregrinazione alla ricerca di una sorta di libertà, una agognata e qualsiasi libertà forse generata dalla follia, un protettivo limbo in grado di offrire sponda , tregua, ma anche l’ opportunità di smarrirsi e fallire nel tentare nuove strade prima impensabili. Una salvezza dell’anima , una agognata via di fuga, da scovare forse nei meandri oscuri delle viscere di Venezia, paragonabili a una specie di gigantesco ventre umano dove cercare rifugio dalla tragedia portata dalla realtà.
Il loro timoniere, Efren Jorge Caminante detto Indio, uomo di mare di origini italo/sudamericane, e protagonista della storia, non sa solo navigare, lui riesce a comunicare empaticamente con lo sconfinato abisso oceanico e addirittura con la Luna. Indio conosce a menadito le sconfinate distese marine che man mano sveleranno a tutti universi sconosciuti da attraversare, lasciandosi trasportare dal vento e dal vibrare delle sublimi note che emergono nella nebbia.
Indio crede di aver capito di dover ritrovare il prezioso Altrove, cercandolo fra le misteriose isole che si allontanano o scompaiono all’orizzonte.
Non sono folli i personaggi della storia, ma uomini e donne solo dotati di fantasia, ciascuno in cerca di una possibile realtà, forse l’unico vero regalo per il loro lungo viaggio.
Principale scenario di tutto il romanzo il loro lento, lungo e inquieto girovagare per mare: a perenne simbolo di libertà, di movimento, di navigazione che riuscirà a costringere tutti a confrontarsi con il proprio io.
Una storia insolita, priva di modelli, che induce il lettore, insieme al protagonista del narrare, a fare omaggio alla grande letteratura fantastica di Poe, Borges e Lovecraft, ai percorsi di Conrad e alla ricerca della libertà fisica e spirituale influenzata nell’autore da Hugo Pratt che con le sue magiche vicende ha saputo spiegare l’avventura più bella: essere vivi.
Il capitano sarà la “guida” di questo ristretto e stravagante equipaggio. E tuttavia piano piano
gli uomini, le donne e il veliero perfezionano come per magia un rapporto di fusione che consentirà a ognuno di ritrovare, spartire e affrontare i tanti ricordi e dolori del passato dimenticati nel tempo. Ognuno poi a suo modo, spezzando le catene di timori e incertezze, vivrà l’ebbrezza della separazione e l’incanto di incredibili avventure tra esseri splendidi o mostruosi, veleggiando lungo coste e mari sconosciuti . Una rotta imprevedibile, quella sfidata della Nave dei Folli, che sarà densa di sorprese, pericoli, incontri e sorpassi fra onde anomale e vascelli colmi di immagini inconsuete. Per raggiungere l’armonia, l’unica meta agognata si dovrà abbandonare il passato, mollare ogni inutile ormeggio.
Durante tutto il loro viaggio Indio redigerà puntualmente il suo Libro di Bordo, descrivendo i luoghi visitati, gli incontri fatti ma e soprattutto confrontandosi ogni giorno direttamente con le storie e le traversie vissute dagli altri suoi compagni di cammino e saprà anche lui riscoprire in sé la forza di superare il suo personale dramma e la voglia di ricostruirsi.
Ma come si potrebbe definire La nave dei folli? Un manuale di navigazione? Un reportage di viaggio?
Forse. Certo l’eterogenea ciurma protagonista del romanzo naviga in posti reali che spaziano tra la Laguna Veneta, la Sicilia e il sud America, ma e soprattutto si spinge coraggiosamente oltre in quell’altrove del profondo, dell’inconscio, fino a raggiungere il fantastico, con sprazzi di fantasy che sfiorano inconfessati sogni, magari solo influenzati della Fata Morgana, da sempre signora e padrona della nebbia che gravita pesantemente sulle acque della laguna.
O uno studio critico di psicopatologia, visto che il protagonista, imprigionato all’inizio nel manicomio di San Servolo e curato brutalmente con elettroshock e terapie farmacologiche incontrerà finalmente un medico che, in virtù della letteratura, riuscirà a turarlo fuori dai vincoli di quel mostruoso carcere della sua lucida follia, provocata dall’incidente.
Ma non è certo un fumetto “La nave dei folli”, anche se il tratto di Hugo Pratt di Steiner fa capolino con prepotenza tra le righe .
Niente di tutto questo e dove quindi si dovrebbe o potrebbe classificare questo romanzo?
Fantasia? Realtà? Oppure capacità di riscatto?
Marco Steiner vive fra Roma e New York. Lo pseudonimo “mitteleuropeo” gli è stato suggerito da Hugo Pratt con il quale ha collaborato dal 1989 al 1995 e da cui ha imparato a scrivere storie. Con fotografi come Gianni Berengo Gardin e Marco D’Anna ha imparato a vedere luci e ombre. Nel 1996, dopo la morte di Pratt, ha portato a compimento il romanzo Corte Sconta detta Arcana, edito da Einaudi. È autore di numerosi romanzi: Il Corvo di Pietra (2014), Oltremare (2015, Premio di Letteratura Avventurosa Emilio Salgari), Il gioco delle perle di Venezia (2016), Miraggi di memoria (2018), Passi silenziosi nel bosco (2020), Nella Musica del Vento (2021). Per Marcianum Press: Isole di ordinaria follia (2019).
Tag: La nave dei folli, Marcianum Press, Marco Steiner, Patrizia Debicke
19 gennaio 2023 alle 16:38 |
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