“Quando saremo grandi” di Antonella Caputo, Les Flâneurs Edizioni a cura di Valeria Gatti

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Crescendo comunque Laura gli fu grata per averle svelato il linguaggio delle onde. Le onde si allungano e si innalzano, portando con sé quello che sfiorano, lambiscono i pensieri, li attraversano, li ammorbidiscono. Le piaceva il mare in burrasca. Ogni volta, dopo la risacca, si sentiva più buona.”

Il mare è uno sfondo che crea spesso una gradevole atmosfera, in letteratura. Sarà per il suo fascino naturale, o per quei colori che, una volta abitati, difficilmente si possono scordare. Lo si considera un paesaggio ambito anche per il contesto ambientale che detta i ritmi quotidiani, e anche per quel linguaggio speciale che cita Laura, una delle protagoniste di “Quando saremo grandi” di Antonella Caputo, Les Flâneurs Edizioni.

Il mare salentino – quello fuori stagione, però, ben lontano dalla sfarzosità dell’estate – è lo sfondo che accompagna la storia di Laura e Riccardo, due amici di vecchia data, divisi fisicamente da mezza Italia (lui è a Bologna, in via temporanea, ma il cuore è rimasto in Puglia). Lei è la classica brava ragazza, studiosa e responsabile, che, tuttavia, sta vivendo una fase della sua vita in cui tutte le sue certezze stanno vacillando: ha abbandonato lo studio, è in cerca di un lavoro e di sé stessa. Riccardo vive la vita con la leggerezza tipica della giovane età e anche lui ha qualche dubbio, ma non ha ancora deciso se ammetterlo. I due ragazzi si cercano e si trovano, entrambi hanno bisogno l’uno dell’altra.

Il romanzo è diviso in tre parti. La prima di queste è una sorta di presentazione dei personaggi, del contesto, di ciò che sta per accadere. Nelle sezioni seguenti, si avverte un cambio di marcia: il lettore si trova catapultato in una vicenda che cambia totalmente l’approccio alla lettura. La trama diventa più articolata, ha contorni torbidi, è densa di disagio personale, di paure e abbandoni, di famiglie che devono affrontare dolori e solitudini, di aspettative tradite, di bugie, ma anche di determinazione e coraggio.

Quando nella vita di Laura arrivano Stefano, la piccola Gaia e l’ombra di Elisa – la mamma di Gaia, una delle figure più enigmatiche dell’opera – inizia il viaggio a cui partecipa anche Riccardo e altri amici. È un viaggio lungo l’Italia, fisico e metaforico, che espone il gruppo a una tempesta emotiva travolgente. A tratti, infatti, questo viaggio ha le sembianze di una battaglia. E come tutte le battaglie è spietata, senza ritorno, dolorosa.

L’amore, l’amicizia, la maternità, i rapporti familiari sono temi che ricorrono spesso, durante la narrazione. Una narrazione che riesce a mantenere uno stile fresco, mai opprimente. Il tono di voce del narratore resta costante, amichevole, leggero, anche quando la trama affronta drammi e sofferenze psicologiche. L’autrice ci è riuscita anche grazie a una particolare tecnica di scrittura: pensieri, intercalari e parti di dialoghi sono talvolta inseriti direttamente nella narrazione, creando così un momento di lettura continuo.

“Quando saremo grandi” è un romanzo che racconta la fatica di vivere, di trovare il proprio posto nel mondo e nella società, di incomprensioni, di legami che si spezzano, e soprattutto, di quelli che restano. Nonostante tutto.

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