Gandhi raccontato ai ragazzi nel romanzo corale di Chiara Lossani

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Chi era Gandhi? Come si comportava? Come ci si poteva relazionare con lui? A raccontare la figura del Mahatma ci pensano le ragazze e i ragazzi protagonisti del romanzo “Gandhi” di Chiara Lossani, edito da San Paolo Ragazzi. Un libro che narra la figura di Gandhi, il suo modo di relazionarsi al prossimo e il cammino, non facile, per l’emancipazione dell’India. Di come è nato il libro ne abbiamo parlato con Chiara Lossani, autrice di libri per ragazzi.

Come è nata l’idea di scrivere un libro su Gandhi dedicato ai bambini? Gandhi mi è sembrata la persona giusta da raccontare ai miei giovani lettori, perché io per prima ne sono rimasta coinvolta fin dal tempo del mio viaggio in India, molto tempo fa. Mi ha affascinato il suo pensiero sul cambiamento, e la sua coerenza ha mosso in me emozioni e riflessioni. Così, quando qualche anno fa un piccolo editore mi ha chiesto di scrivere un racconto per ragazzi su di lui, ho incominciato ad approfondirlo cercando però un modo nuovo di narrazione che potesse coinvolgere le ragazze e i ragazzi che l’avrebbero letto. Quel piccolo libro ha avuto un buon successo, e successivamente ho sentito il bisogno di estendere quel racconto (che nel frattempo è andato fuori catalogo e che si riferiva al solo episodio della marcia del sale) a tutta la sua vita. Ne è nato un romanzo: Gandhi, appunto, pubblicato da San Paolo. Raccontarlo ai ragazzi ha significato principalmente per me andare oltre ogni luogo comune sulla sua figura, spesso presentata come eroica o stravagante, in modo che potessero comprenderlo e amarlo, ma non solo. Per incontrare Gandhi bisogna innanzitutto incontrare se stessi, conoscere se stessi per essere “quel cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”, come diceva lui. I ragazzi e le ragazze di ogni tempo, ma soprattutto di oggi, hanno bisogno di conoscere se stessi e hanno bisogno di adulti che mostrino loro un modo nuovo di vivere. Un modo che presupponga l’amore. Nel mio romanzo Gandhi non è un eroe, è uomo fra gli uomini, con un profondo senso di autocritica e sempre alla ricerca della verità dentro di sé. I giovani lettori ne rimangono sorpresi, affascinati, lo sentono vicino e accolgono con interesse e coinvolgimento la sua proposta, cioè la ricerca della verità, dentro e fuori di sé. I ragazzi e le ragazze cercano la verità, e con Gandhi scoprono che la Verità è essenzialmente Amore.

Perché la scelta corale, a più voci, per narrare la figura di Gandhi? Questo romanzo immagina alcuni incontri possibili tra Gandhi e ragazzi e ragazze di provenienze diverse, in cui i lettori possono identificarsi, trovando il proprio incontro con Gandhi.  Gandhi intitolò la sua autobiografia “i miei esperimenti con la Verità”, e lo stesso percorso ho seguito nel mio romanzo. Sono storie di presa di coscienza e di testimonianza che hanno per protagonisti ragazze e ragazzi che raccontano il loro incontro con Gandhi in momenti importanti della sua pratica contro ogni violenza.  Il lettore a sua volta lo incontra attraverso il loro sguardo, e resta attonito davanti al suo non reagire con violenza alla violenza; e sorride alle sue battute; e ammira il suo coraggio nell’affrontare a mani nude i soldati; e si stupisce della sua capacità di compassione anche per gli assassini, e delle sue strane abitudini – pulire le latrine al posto degli intoccabili, o filare il cotone indiano all’arcolaio per due ore ogni giorno.

Da Laxmi, a Khoi, Vittoria, Srinivasa, passando per Seth e Kedar fino a Sushila, tutti apprendono qualcosa da Gandhi. Quanto è importante il rapporto con lui? La vita di ciascuno di noi è fatta di incontri, ad alcuni resistiamo, altri ci cambiano, ma è meglio dire che ci fanno ritrovare noi stessi, come è successo a Khoi, Laxmi, Kedar, Seth, Srinivasa, Victoria e Sushila, i protagonisti di questo romanzo, le cui storie hanno incrociato quella di Gandhi. Stanno vivendo momenti difficili della loro esistenza, e incontrano Gandhi in momenti cruciali della sua. È un incontro in fondo alla pari, ognuno guarda a sé e all’altro con libertà. La libertà di scegliere cosa fare, dove andare. Ognuno compie la sua scelta, anche Gandhi, che lascia sempre a chi ha di fronte la libertà di andarsene o di condividere il percorso con lui. Nell’episodio di Laxmi, questo è particolarmente evidenziato…Incontrare Gandhi per incontrare se stessi, per sperimentare se stessi, insieme a lui e in cammino con lui. Questo è il senso del romanzo.

Tra i protagonisti che si avvicendano attorno al Mahatma quanti sono reali e quanti frutto della fantasia?  Tutto ciò che nel romanzo riguarda Gandhi è documentato, ho cercato di rispettare il più possibile le sue vere parole, che meritano di essere ascoltate come lui le ha pronunciate. I ragazzi protagonisti invece sono frutto della mia fantasia, tranne Uka, l’intoccabile, che era un servo della casa dei Gandhi, e che lui conobbe da bambino.  La capra dell’episodio con protagonista Vittoria è un’invenzione, ma non il fatto che Gandhi abbia portato con sé una capra dall’India, sulla nave che lo condusse in Inghilterra nel 1931.  Ed è vero anche l’episodio nella fabbrica di cotone. Gli operai inglesi erano molto arrabbiati con Gandhi, perché molti di loro erano stati licenziati e vivevano in condizioni di miseria, anche in conseguenza della sua lotta contro i tessuti inglesi commercializzati in India. Gandhi ne era dispiaciuto, fece loro un discorso che è rimasto nella storia – quello che riporto nel racconto – con cui seppe conquistarsi la loro stima. C’è un’incredibile fotografia che ci documenta l’incontro con le tessitrici della fabbrica, che lo circondano, gli stringono le mani, lo acclamano. Una foto davvero emozionante, che mi ha ispirato il racconto. Anche l’episodio di Sushila e di Kedar – rivisto solo nel finale – è accaduto realmente. Ci viene riportato da Lapierre e Collins nel loro indimenticabile Stanotte la Libertà, che merita di essere riletto. Devo precisare però che alcune date sono state modificate per esigenze narrative, ma ciò non ha influito sul senso del racconto.

Cosa rappresenta per lei la figura del Mahatma? Come ha affermato in un’intervista la figlia del Vicerè dell’India, che lo incontrò da bambina, “Gandhi era irresistibile”. Era un uomo che catturava l’interesse di chiunque lo incontrava, che sapeva trascinare le folle, che scosse la coscienza non solo del suo popolo ma del mondo intero. Quello con Gandhi è stato per me un incontro fulminante, in cui mi sono immersa con tutta me stessa. Penso che le sue parole, i suoi gesti, le sue idee originali siano ancora oggi un’indicazione di vita, ci mostrino una via di convivenza, una possibilità vera per l’umanità di poter superare i conflitti che stiamo attraversando, mettendo in pratica quell’atteggiamento che fece dire a Gandhi che: “prima di lottare contro i pregiudizi degli inglesi, noi indiani dobbiamo superare i nostri pregiudizi cambiando noi stessi”. Credo che sia una grande lezione per me e per tutti. Sono convinta che abbiamo più che mai bisogno delle parole di Gandhi per trovare una pace nuova e dare spazio al cambiamento di cui il nostro mondo ha bisogno per sopravvivere.Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo… sono parole d’oro che tutti noi dovremmo cominciare a scrivere nella mente e nel cuore.

Come è stato raccontare ai lettori bambini e ragazzi una figura come quella di Gandhi e quanto è importante che i piccoli lettori conoscano le personalità che hanno agito nella Storia? Sento fortemente il bisogno che provano le ragazze e i ragazzi di leggere storie vere, di conoscere di figure di riferimento di adulti coerenti, che mostrino loro un nuovo modo di vivere oltre il consumismo e la banalità.  L’ attualità di Gandhi credo sia ben riassunta da una frase che mi disse un dirigente scolastico in un incontro con i ragazzi della sua scuola: “Lo dica a loro, che la vera forza, il coraggio, non è tirare pugni!” Penso che i ragazzi lettori possano identificarsi con i personaggi del romanzo  nella ricerca della propria verità. Gandhi è oltre ogni epoca, perché con la sua teoria e la sua pratica, che sperimentava innanzitutto su di sé,  affronta il tema della violenza individuale e collettiva. i conflitti persona contro persona, il pregiudizio, l’importanza delle scelte e della presa di coscienza di ciascuno. Gandhi risponde alla domanda che i nostri ragazzi e ragazze si pongono ogni giorno: come risolvo i miei conflitti? La risposta di Gandhi è: con l’amore, che si attua con la non violenza, un messaggio che egli sa trasmettere a tutti senza supponenza, ma sempre con coerenza e leggerezza.

Le piacerebbe fare un altro libro come questo? Se sì quale personalità le piacerebbe raccontare? Mi piacerebbe raccontare ancora la storia di una grande personalità attraverso le voci di ragazze e ragazze, certo, senza emulare questo romanzo ma trovando strade nuove. Persone che hanno portato qualcosa di nuovo nel pensiero dell’umanità, che possano “convertire” il cuore e la mente per trovare nuove possibilità di esprimere quanto di buono c’è nel genere umano. Non ho in mente il nome di nessuna personalità, per ora, ma tante si sono avvicendate nella Storia, e sono certa che la troverò.

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