

Gianluca Vanetti, l’investigatore per caso nato dalla penna di Roberto Van Heugten torna in libreria con “Area riservata”, intrigante romanzo edito da Homo Scrivens. Questa volta il protagonista dovrà fare ci conti con l’universo delle communities digitale e con eventi drammatici che accadono dove vive. Per scoprire qualcosa in più su Vanetti, abbiamo parlato con il suo inventore: Roberto Van Heugten.
Da dove arriva l’idea di fondo di “Area Riservata”? Area Riservata ha preso forma componendo un collage di diversi temi, nel quale hanno trovato posto gli episodi thriller che contribuiscono a rendere vivace la lettura del libro. Per questo e altri motivi è un progetto che ha subito nel tempo – già, qualche anno – diverse revisioni e lunghi momenti di pausa. Intanto diventavano grandi i romanzi e racconti pubblicati prima di lui!
Come è stato mettere a confronto le nuove tecnologie con quelle tradizionali che hanno radici storiche? Ecco, questo è uno degli elementi arrivato tra gli ultimi. Mi serviva un forte elemento di contrasto che aiutasse il lettore a capire perché il protagonista doveva accompagnarlo al cospetto di una civiltà antichissima senza perdere il contatto con gli avvenimenti del nostro tempo. È stato divertente mescolare l’uso di strumenti antiquati con la potenza del computer e delle reti interconnesse. Il capitolo della famosa “Asta Vanetti” è utile sì per divertire, ma nel contempo per creare un ulteriore alone di mistero sullo svolgimento della sezione criminale del romanzo e una connessione tra i diversi attori della storia.
Come è stato affrontare l’argomento delle communities digitali, tanto presenti al giorno d’oggi? Dal punto di vista tecnico, facile, visto che nelle comunità digitali distribuite ci lavoro e faccio esperienze. Dal punto di vista descrittivo, ho cercato di rendere più “digeribili” possibile argomenti che per un lettore meno preparato sul digitale potrebbero apparire piuttosto criptici. Credo di essere riuscito in questo intento.
Lei definisce il suo protagonista un “investigatore suo malgrado”, continua ad esserlo anche in questa nuova avventura? Questa volta è un po’ meno “suo malgrado”, perché forte della promozione conseguita con Asia, il romanzo precedente, oggi espone addirittura una targhetta “Gianluca Vanetti scrittore e investigatore” sul cancello di casa. In effetti, in Area Riservata definisce ancor meglio peculiarità investigative che nei precedenti romanzi aveva appena accennato, esprimendo più improvvisazioni e colpi di fortuna che non indagini strutturate. E poi viene da un episodio investigativo difficilissimo, quello sul passato, raccontato in Mille miglia 1951, ebook disponibile sul sito dell’editore homoscrivens.it. Con quel romanzo breve, Vanetti definisce finalmente chi è e ci regala parecchie spiegazioni sulle sue origini.
All’interno del libro accadono anche fatti tremendi che colpiscono i ristoranti gestiti soprattutto da stranieri. Come è stato trattare il tema dell’integrazione e del rifiuto? È purtroppo la versione romanzata di una cronaca, che presenta due chiavi di lettura a seconda di dove ci poniamo: lato vittima o lato aguzzino. Per assurdo, entrambi possono dimostrare le loro ragioni. Il grande assente in questo dibattito è la politica che non è in grado, non solo in Italia, di gestire in armonia i fenomeni migratori. L’integrazione del giorno d’oggi è una bella parola, per la messa in pratica ci vorrà ancora molto tempo e tanta cultura, su ogni lato del poligono.
Quanto inciderà su Gianluca Vanetti questa sua ennesima indagine, più complessa e con colpi di scena imprevedibili? Area riservata alza molto l’asticella, in effetti. È possibile che il prossimo Vanetti possa essere un uomo profondamente cambiato. I colpi di scena spiazzano e stupiscono il lettore, immaginiamo cosa possano combinare al protagonista!
È già al lavoro con una nuova indagine e se dovessero fare un film tratto dai suoi romanzi chi vedrebbe nei panni di Vanetti? Non su una nuova indagine ma sullo sviluppo di un capitolo delle precedenti. Sto componendo un romanzo breve, anch’esso a scopo promozionale in versione digitale, dove Vanetti contribuirà a chiudere una questione lasciata aperta proprio in Area riservata. Quale? Work in progress… In un film, forse meglio in una serie che racconti per immagini i libri di Vanetti, chiederei al casting di convocare Lino Guanciale, Alessandro Borghi e Giorgio Tirabassi. Li porterei al golf di Vanetti e li farei provare, in modo da selezionarli in base alla capacità di praticare la più grande passione dell’investigatore. Poi dovrebbero fare un breve tirocinio a tavola, per vedere come si difendono tra pietanze e bevande. Il più resistente passerebbe l’esame, a quel punto avrei l’attore giusto per vestire i panni dell’ormai ex “investigatore suo malgrado”!
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