Prendete per esempio Sul riccio, romanzo dell’autore francese arrivato da noi grazie alla traduzione di Gianmaria Finardi.
Chevillard è definito dalla critica francese «l’inclassificabile». Niente di più vero, basta addentrarsi nei labirinti di questo strano e appassionato romanzo.
Qui troviamo uno scrittore alle prese con la sua autobiografia (che ha per titolo Vacuum extractor), disposto a mettersi a nudo, a scrivere il suo libro più importante della sua vita, a strapparsi la maschera, a mettersi a nudo una volta per tutte.
Lo scrittore è pronto per questa impresa, sul tavolo è tutto pronto. C’è solo una cosa assurda che lo turba, la presenza di un riccio naïf e globuloso.
Il riccio ostacola il progetto autobiografico ambizioso dello scrittore.
Il sistema nervoso del romanziere è messo a dura prova, ma lui non si arrenda e affronta le sue paure intraprendendo con la piccola e ingombrante presenza una sfida a colpi di introspezione psicologica.
Come in un flusso di coscienza e con parole in libertà, lo scrittore incomincia a divagare e affida alla pagina bianca i lavori preparatori del suo libro autobiografico affrontando a colpi di parole quel piccolo mostro che lo guarda e gli impedisce di organizzare le idee per raccontare se stesso in maniera circostanziata nel libro più importante della sua vita.
«Vacuum extractor dovrà essere un’autobiografia notturna, con il rischio si assomigliare fastidiosamente a una monografia sul riccio naïf e globuloso dato che, simile in questo a quel piccolo mammifero irsuto, io comincio ad agitarmi per davvero a notte fatta».
«Questo mondo è brutale, imprevedibile, incomprensibile, terrificante. La comunicazione tra gli esseri è impossibile e la solitudine di ciascuno assoluta, definitiva: gli autistici hanno semplicemente ragione».
E poi ecco Sul riccio, un libro senza una trama certa che sa scavare nei meccanismi più intimi della letteratura.
Alla fine lo scrittore disturbato dalla presenza del riccio riuscirà a portare a termine il suo progetto autobiografico oppure si perderà nel raccontare senza trascurare nessun dettaglio la disavventura esistenziale con il suo piccolo ospite che non ha nessuna intenzione di andare in letargo?
Sul riccio è un romanzo difficile e metaletterario che si fa leggere fino all’ultima parola, perché (ce lo dice lo stesso autore) ognuno di noi riuscirà a vedere se stesso. Proprio come ha fatto lo scrittore – protagonista che nel riccio naïf e globuloso ha trovato il suo alter ego.
Eric Chevillard, è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yvon. Nella sua biografia scrive: “Eric Chevillard divide il suo tempo tra la Francia (trentanove anni) e il Mali (cinque settimane). Ancora ieri, uno dei suoi biografi è morto di noia”. E’ scrittore di racconti, romanzi e forme brevi e per la sua opera ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti tra cui il “Prix Fénéon pour la Literature”. Alcuni suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue tra cui inglese, tedesco, cinese, croato, spagnolo, russo e svedese.
Source: libro inviato al recensore dall’ufficio stampa.
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