:: Sul riccio di Éric Chevillard (Prehistorica Editore 2020) a cura di Nicola Vacca

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Éric Chevillard è uno scrittore fuori dal comune e inventa storie straordinarie e surreali difficili da classificare ma che ai suoi lettori piacciono tantissimo.
Prendete per esempio Sul riccio, romanzo dell’autore francese arrivato da noi grazie alla traduzione di Gianmaria Finardi.
Chevillard è definito dalla critica francese «l’inclassificabile». Niente di più vero, basta addentrarsi nei labirinti di questo strano e appassionato romanzo.
Qui troviamo uno scrittore alle prese con la sua autobiografia (che ha per titolo Vacuum extractor), disposto a mettersi a nudo, a scrivere il suo libro più importante della sua vita, a strapparsi la maschera, a mettersi a nudo una volta per tutte.
Lo scrittore è pronto per questa impresa, sul tavolo è tutto pronto. C’è solo una cosa assurda che lo turba, la presenza di un riccio naïf e globuloso.
Il riccio ostacola il progetto autobiografico ambizioso dello scrittore.
Il sistema nervoso del romanziere è messo a dura prova, ma lui non si arrenda e affronta le sue paure intraprendendo con la piccola e ingombrante presenza una sfida a colpi di introspezione psicologica.
Come in un flusso di coscienza e con parole in libertà, lo scrittore incomincia a divagare e affida alla pagina bianca i lavori preparatori del suo libro autobiografico affrontando a colpi di parole quel piccolo mostro che lo guarda e gli impedisce di organizzare le idee per raccontare se stesso in maniera circostanziata nel libro più importante della sua vita.

«Vacuum extractor dovrà essere un’autobiografia notturna, con il rischio si assomigliare fastidiosamente a una monografia sul riccio naïf e globuloso dato che, simile in questo a quel piccolo mammifero irsuto, io comincio ad agitarmi per davvero a notte fatta».

Per oltre duecento pagine lo scrittore in preda alla collera si affida alla pagina bianca e esorcizza la presenza del riccio mettendo insieme un corpus di frammenti e divagazioni in cui le ansie introspettive lasciano spesso il posto a una narrazione nervosa dove le sue riflessioni amare sulla letteratura e la vita trovano sempre un posto.

«Questo mondo è brutale, imprevedibile, incomprensibile, terrificante. La comunicazione tra gli esseri è impossibile e la solitudine di ciascuno assoluta, definitiva: gli autistici hanno semplicemente ragione».

Sul riccio è un romanzo straordinario assurdo e folle, perché straordinario, assurdo e folle e anche il suo autore. Già con Sul soffitto, pubblicato da Del Vecchio editore nel 2015, ci eravamo accorti di avere di fronte uno scrittore geniale che sa pescare come pochi suoi contemporanei nell’assurdo.
E poi ecco Sul riccio, un libro senza una trama certa che sa scavare nei meccanismi più intimi della letteratura.
Alla fine lo scrittore disturbato dalla presenza del riccio riuscirà a portare a termine il suo progetto autobiografico oppure si perderà nel raccontare senza trascurare nessun dettaglio la disavventura esistenziale con il suo piccolo ospite che non ha nessuna intenzione di andare in letargo?
Sul riccio è un romanzo difficile e metaletterario che si fa leggere fino all’ultima parola, perché (ce lo dice lo stesso autore) ognuno di noi riuscirà a vedere se stesso. Proprio come ha fatto lo scrittore – protagonista che nel riccio naïf e globuloso ha trovato il suo alter ego.

Eric Chevillard, è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yvon. Nella sua biografia scrive: “Eric Chevillard divide il suo tempo tra la Francia (trentanove anni) e il Mali (cinque settimane). Ancora ieri, uno dei suoi biografi è morto di noia”. E’ scrittore di racconti, romanzi e forme brevi e per la sua opera ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti tra cui il “Prix Fénéon pour la Literature”. Alcuni suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue tra cui inglese, tedesco, cinese, croato, spagnolo, russo e svedese.

Source: libro inviato al recensore dall’ufficio stampa.

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