Innanzitutto è bene precisare che non sono un guru del blogging o una dispensatrice di formule miracolose, vi parlo unicamente della mia esperienza e di cosa ho imparato in questi 10 anni. Sono punti di vista personali sempre nell’ottica che una cosa che funziona per me non è detto che funzioni per te, soprattutto i fattori sono così molteplici che è bene fare questi distinguo. Se comunque sei qua, e leggi questo articolo, sicuramente consideri i commenti un bene, un valore aggiunto per il tuo blog e sei pronto a impegnarti a lavorare perché siano più numerosi, più vari, più interessanti e perchè no, divertenti.
Non è facile, diciamolo subito, raccogliere una community di commentatori che apportino reali contributi alla discussione (la concorrenza dei social è soverchiante) e soprattutto tornino, devono trovare un’ ambiente piacevole, amichevole, serio, e nello stesso tempo non spocchioso. Tu sarai sempre il padrone di casa, l’ospite che deve vigilare che le cose funzionino, ma non vengono a corte, intimiditi e servili. I commentatori hanno opinioni, che possono essere diametralmente opposte alle tue, e questo lo devi accettare, sempre seguendo le norma naturalmente della buona educazione e se qualcuno le viola, bisogna intervenire prontamente. Regole fisse, di buon senso, valide per tutti. Magari scrivendo una policy dedicata ai commenti e pubblica.
Chiarito questo se lanciate dei segnali in questo senso, insomma che gradite i commenti sul vostro blog, dovete considerare alcuni fattori:
- prima di tutto il tempo. Se non avete tempo, di rispondere a tutti, di vigilare sulle regole della community di commentatori, di interagire pubblicamente con persone che a volte vogliono solo mettervi in difficoltà (alcuni personaggi così li ho incontrati, non spesso, ma ci sono), bene allora o chiudete i commenti, o non date quei segnali di cui parleremo in fine, che indicano ai vostri lettori che commentare sul vostro blog è bello, costruttivo, e arricchisce.
- seconda cosa la voglia. Se lo fate sotto sforzo, solo perchè così fan tutti, perché vi hanno detto che tanti commenti tanto onore, che un blog senza commenti viene scansato dalle aziende come la peste etc… bene per voi sarà una via crucis, i lettori lo percepiranno e non dovrete preoccuparvi perché davvero in pochi commenteranno.
- terza cosa evitare la disperazione. Se chiedete commenti a destra e a manca, ossessivamente, vi assicuro che l’effetto è l’ opposto. I commenti devono essere spontanei, naturali, la gente, i lettori devono essere felici di commentare sul vostro blog perché ci siete voi, perché ci sono altri commentatori interessanti e intelligenti, perché si impara qualcosa, perché si cresce, perché si passa del tempo di qualità, senza paura di venire aggrediti (per le proprie idee) offesi, derisi.
- evitare come la peste di fare tecniche di sabotaggio da guastatori nei blog degli altri per creare zizzania, flame, con il losco obbiettivo di azzerare la concorrenza. Perderete tempo, e per quanto lo farete sotto mentite spoglie, se venite scoperti, beh non sto io a dirvi cosa succederebbe. Occupate invece il tempo per scivere commenti di qualità, divertenti, positivi, unici come siete voi, che vi caratterizzino e distinguano da tutti gli altri. Certi blog è bello frequentarli perché ci sono i commenti, alle volte tanto belli da leggere quanto il post che li ha generati.
- evitare come la peste i subdoli giochetti psicologici, (dal ricatto morale, al puntare sulle debolezze altrui, al proponi un’ alternativa, le difese cedono e una cosa la fa). Le scuole di marketing sono piene di guru del lato oscuro, che vi insegnano a manipolare gli altri, e di tecniche ce ne sono parecchie, e funzionano, poi dannazione, ma i lettori non sono cavie, sono vostri amici. Non giocate coi loro sentimenti, con le loro fragilità o con la fiducia che pongono in voi.
Parlavo poi dei segnali da inviare, il primo il più immediato è quello di invitare a commentare, ma in modo easy, (già prima vi ho indicato le derive da evitare) naturalmente da solo non basta, ma è un inizio.
Lasciare nei vostri articoli domande aperte, stimoli di discussione. Se fate blocchi di testo granitici dove voi siete la verità, senza spazio per nessun contradditorio, è ben difficile che qualcuno si prenda la briga di sgretolare questo muro di cemento. Vi lascerà nel vostro beato isolamento a parlare con voi stessi.
E ultima cosa, forse la più importante divertitevi, siate gioiosi, l’allegria si trasmette. Certo non tutti i giorni sono the best of the year, ma non scaricate la vostra frustrazione sugli altri. I social stanno prendendo questa brutta deriva, voi sul blog avrete dalla vostra, la lentezza e la durata nel tempo (gli articoli e il corollario di commenti) sono sempre disponibili e ritrovabili con motori di ricerca.
E voi? Come avete aumentato i commenti nel vostro blog? (Oh, ve lo chiedo perché mi interessa davvero, e su siate generosi, svelateci i vostri segreti).
Vuoi saperne di più della mia esperienza di book blogger? Leggi Come diventare una book blogger (felice) un agile e divertente manuale di facile consultazione in cui racconto la mia esperienza di blogger in rete dal 2007.
Tag: i commenti
17 aprile 2018 alle 10:13 |
Come non commentare con un grazie!?
Alla fine sembra che il perno sia sempre la spontaneità 🙂
17 aprile 2018 alle 10:25 |
Violando tutte le regole, l’ho un po’ come butatto giù 🙂 ci sarebbe tanto altro da dire, ma credo che questo posa essere d’aiuto a chi si trova il blog deserto e si chiede dove sbaglio? Ho sbagliato per tanto tempo anche io, poi quando ho iniziato a essere più easy, ho visto nuovi commenti, e ammetto a me fanno sempre felice.
17 aprile 2018 alle 10:18 |
In realtà scrivo molto per me dunque avere tanti followers non è che mi interessi molto. Quelli che ho li considero amici presenti e gradevoli. Meglio pochi ma buoni considerando che il mio blog non ha scopi commerciali.
17 aprile 2018 alle 10:31 |
Ma infatti ognuno deve rispettare i suoi tempi, e le sue necessità. In un blog di opinione, dove magari si commenta la cronaca naturalmente i commenti sono più vitali che in un blog personale, dove magari parli di te stessa. Poi c’è sempre il buon senso a farci da guida. A me per esempio piacerebbe tanto che i lettori commentassero le recensioni, dicendo cosa pensano del libro di cui si parla, se l’hanno letto, se conoscono l’autore. Ma vedo più commenti invece proprio nei post di discussione. Probabilmente sbaglio qualcosa io, scoprirò cosa. Si ha sempre molto da imparare.
17 aprile 2018 alle 10:54 |
sai cosa penso che il blog come format viaggi su tempi brevissimi, lo vedo anche da me se il post è troppo lungo noto che c’è poca pazienza….anche qui tutto viaggia sulla velocità indipendentemente dai temi trattai. nel caso delle recensioni che io leggo volentieri quando ho un pochino di tempo se sono troppo lunghe faccio prima a leggermi il libro….le recensioni secondo me dovrebbero mirare a dare rapide ma salienti informazioni magari mettendoci un po’ di sano senso critico che diverta e incuriosisca. leggo recensioni che sembrano tesi di laurea e son sincera dopo un po’ mi annoio
17 aprile 2018 alle 11:17 |
Sai cos’è io percepisco il blog come casa mia. Attualmente sembra che le discussioni siano spostate sui social, ma per me lì c’è troppa aggressività e la velocità del mezzo impedisce di capire proprio bene cosa l’altro dice. Tanti sono i fraintedimenti. I commenti sui blog hanno una dimesione più umana. Anche se ci vuole più tempo anche per il commento in sè è tutto più rallentato. so che molti commentatori sono proprio disincentivati dalla difficoltà di far partire il comemnto, a volte lo devi ripetere tre o quattro volte prima che parta, su alcuni blog almeno (e non parlo di moderazione). Noi di WordPress siamo più facilitati a commentare altri blog “fratelli”:
Pe le rensioni, ogni testa un’ idea. Per me è il contrario, articoli brevi li classifico come superficiali e li salto. Mentre lunghi e ben argomentati mi interessano e mi soffermo. Certo non devono essere noiosi, autoreferenziali e supponenti, ma se danno tante informazioni non mi annoio.