Oggi sono felice di ospitare la prima tappa del blogtour dedicato all’uscita della novella Eclissi di Ronnie Pizzo, un’ opera autopubblicata di genere mystery / soprannaturale.
Ma vediamo di scoprire qualcosa di più sull’autore:
Ronnie Pizzo – no, non è uno pseudonimo – è nato alla fine degli anni ’70 in un paesino del Piemonte. Da bambino voleva essere uno dei Goonies, e anche da grande non ha smesso di cercare il tesoro di Willy l’orbo. Oggi cucina, scrive e sogna di diventare un vichingo. Ama i luoghi gelidi ma non le persone fredde; viaggia alla ricerca di nuove storie e le racconta agli altri per convincerli a fare lo stesso.
Ha pubblicato qualche saggio e qualche romanzo (l’ultimo è La colonna di Antanacara, primo volume di una trilogia fantasy pubblicata da Gainsworth Publishing), tenuto corsi di scrittura creativa, collaborato con case editrici e organizzato eventi letterari un po’ con chiunque, perché non si direbbe ma è davvero un ragazzo simpatico. Lo scorso anno ha iniziato un nuovo progetto, il “Viaggio del Sogno Premonitore”, che racconta su Facebook e Instagram.
Eclissi è la sua prima pubblicazione self, e per ora fare l’editore gli piace parecchio.
E ora a lui la parola:
“Da dove comincio?”
Questa è una delle domande che mi faccio più spesso. Se ho una nuova storia, o un articolo o un progetto, il dramma dell’incipit è sempre puntuale nel presentarsi alla soglia del mio pensiero. Suppongo sia così per chiunque, ma ognuno trova un modo diverso per affrontarlo.
Io ho due soluzioni: procrastinare fino a quando è così tardi che devo costringermi con le cattive a risolvere; oppure impormi di scrivere di getto e proseguire fino alla fine, per poi tornarci sopra a sistemare il macello.
Con gli anni, e la vecchiaia, il mio rapporto con le storie si è fatto più amichevole. Ci capiamo subito e riesco a entrare in confidenza col testo molto velocemente. Il discorso cambia se devo scrivere altro: post social o per il blog, newsletter e testi didattici. In questi casi, la difficoltà si manifesta senza alcuna pietà. Come ora, con l’inizio del blog tour di Eclissi.
Va bene, la smetto. Smetto di girarci intorno e comincio, tanto ho già rotto il ghiaccio e sono caduto di sotto. Ora posso parlarvi di come è nata la mia novella.
Il titolo è chiaro e non lascia spazio a fraintendimenti: la protagonista è proprio lei, l’eclissi di sole dell’11 agosto 1999.
L’ho vissuta in prima persona (voi dove eravate?) e ha lasciato un segno indelebile nella mia vita. L’Italia non è stata toccata dall’epicentro, purtroppo, ma si è arrivati comunque a un 90% scarso di copertura, sufficiente a regalare un’inquietante atmosfera tenebrosa, tinta di un intenso giallo scuro.
In Europa la fascia totale ha interessato l’Inghilterra del sud-ovest (Cornovaglia), il nord della Francia, il sud del Belgio, la Germania del sud (Baviera), l’Austria centrale (Salisburghese e Stiria), le parti centrali dell’Ungheria e della Romania e la parte nord-orientale della Bulgaria. Oltre, è proseguita toccando la Turchia, la Siria, l’Iraq, l’Iran, il Pakistan e l’India, terminando nel Golfo del Bengala.
Quel giorno mi trovavo davvero all’interno della Caserma La Marmora, nel quale è ambientata la novella. Erano le ultime settimane del mio servizio di leva obbligatoria e la maggior parte degli altri commilitoni erano in trasferta ai campi estivi.
Fosse accaduta d’inverno, non sarebbe stata la stessa cosa, non avrei avuto a disposizione un luogo come quello, ricco di suggestioni e persino libero dalle regolari attività di ogni giorno. Me la sono goduta, in ciabatte, pantaloncini corti e t-shirt verde d’ordinanza. Una birra allo spaccio, uno dei balconi al secondo piano solo per me, una mascherina da saldatore presa in prestito in officina e l’emozione a mille.
Il fascino di alcuni fenomeni naturali è indiscutibile e fin da bambino ho sempre avuto un debole per tutto ciò che ha a che fare con la dualità: bianco e nero, luce e oscurità, bene e male. Da buon idealista, amavo e odiavo gli estremismi, e non concepivo le mezze misure. Quando sono stato chiamato per svolgere il servizio militare, ero esaltato e terrorizzato al tempo stesso, e la cosa incredibile è che fu un’esperienza in grado di soddisfare entrambe queste emozioni. Proprio come l’eclissi, l’unione perfetta di due opposti.
Ognuno di noi è combattuto e dilaniato da una marea di contraddizioni e ambiguità, nel carattere, nelle ambizioni, nel rapporto con gli altri e con la propria essenza. Ognuno di noi ha una luna in grado di oscurare l’immagine che cerchiamo di imporre al mondo, ma allo stesso tempo di renderci, nel breve istante in cui si sovrappone a essa, esseri umani veri.
L’idea di raccontare quell’episodio vissuto in caserma, di prendere uno dei miei ricordi più forti e trasformarlo in una storia, è nata qualche mese dopo la prima tappa del mio progetto del Viaggio del sogno premonitore.
Nell’agosto 2016 sono partito con Falkor, il mio compagno di avventure (un lupetto ferocissimo), alla volta dell’Alvernia, una regione della Francia che non avevo ancora visitato, e in particolare di un santuario costruito in cima a un antico dito di rocca vulcanica, protagonista del mio sogno.
Quello che è successo lì, in quei giorni, è stato così emozionante e incredibile da convincermi, una volta tornato a casa, ad andare a fondo, a inseguire la pista che mi si era rivelata.
E l’eclissi? Semplice. Era comparsa sia nel sogno, sia su un foglietto scovato durante il viaggio e sul quale era scritta una data: 11 agosto 1999, appunto.
I ricordi della caserma e di quella lontana giornata sono riemersi con così tanta prepotenza da non poterli ignorare. E allora mi sono detto: è ora di tornare a scrivere! Un raccontino breve, una cosa veloce, qualche pagina per aiutare me stesso e chi mi segue a entrare nell’atmosfera giusta, nell’attesa di affrontare la prossima tappa del viaggio.
Ebbene, è passato un anno… e la seconda tappa s’è già conclusa, con suggestioni e rivelazioni inaspettate. Il raccontino, invece, mi ha fatto dannare, ma è diventato un libro, un racconto lungo e denso di ossessioni, contrasti e chiaroscuri.
Non ho resistito. Non sono una persona che si accontenta facilmente. Quando i miei ricordi sono esplosi, ho dovuto dar loro ascolto.
Pagina di presentazione del Viaggio: qui
Recap seconda tappa: qui
Articolo di presentazione della novella: qui
Tag: Eclissi, La luna, Ronnie Pizzo
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