:: Anime di seconda mano di Christopher Moore (Elliot, 2016) a cura di Giulia Gabrielli

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Un piccolo avvertimento: Anime di seconda mano è in realtà il secondo libro che Moore dedica alle assolutamente folli vicende della vita di Charlie Asher.
Il  che comunque non impedisce di cominciare a leggere senza sapere nulla del libro precedente, Un lavoro sporco (Elliot, 2007), esattamente come ho fatto anche io.

Tra i due libri infatti sono passati alcuni anni e l’autore stesso sembra rendersene ben conto, agevolandoci con delle rapide sintesi degli eventi accaduti:
Charlie Asher era un mercante di morte, incaricato, lui come molti altri, di raccogliere le anime dei defunti e custodirle fino al loro passaggio in un nuovo essere vivente. Fortuna ha voluto poi che sua figlia di sette anni, Sophie,  fosse l’incarnazione in terra della Grande Morte in persona. Cosa che comunque gli è tornata molto utile quando le Morrigan, delle antiche divinità celtiche divoratrici di anime e assetate di sangue, si sono liberate dalle Tenebre per piombare su San Francisco. Sophie è riuscita a vaporizzare le tre donne-corvo, ma non prima che uccidessero suo padre Charlie.
O meglio: ora sappiamo che solo il corpo di Charlie è andato perduto, perché la sua anima in realtà è stata salvata e messa in una creaturina artificiale, un recipiente a forma di bizzarro coccodrillo di trenta centimetri dotato di piccole zampette artigliate, una tunica da mago e un gigantesco pene. Ed in questa forma assolutamente disagevole Charlie si trova a dover affrontare il ritorno delle Tenebre, attirate in città dall’enorme quantità di anime e fantasmi che sono rimasti in giro dopo che lui e gli altri mercanti di morte hanno smesso di fare il loro lavoro.
Il testo di Moore è divertente, pieno di guizzi linguistici, giochi di parole e battute che ti fulminano mentre leggi; è un libro pieno di inventiva, straripante di idee e trovate buffe, un po’ freak, e che all’improvviso vira violentemente verso il grottesco e l’inquietante. Dove il motore della storia è la fantasia dell’autore, che si diverte a mettere insieme dei personaggi improbabili e tutti dalla caratterizzazione fortissima, alle prese con vicende cosmiche e un pantheon di dei altrettanto variegato che mette insieme celti e antichi egizi, cristianesimo e buddismo.
Il vero punto di forza del libro sono proprio, almeno secondo me, i suoi personaggi, particolari fino all’inverosimile e impossibili da scordare: c’è l’Imperatore di San Francisco, un vagabondo senza tetto con i suoi due cani, ex-mastini infernali, che parla in sogno coi fantasmi; Menta Fresca, afroamericano di due metri che veste solo di sfumature di verde menta, mercante di morte anche lui; Audrey, monaca direttrice di un centro buddista con dei capelli cotonati da drag queen, capace di proiettare l’anima di un defunto nei pupazzi creati da lei; e la mia preferita in assoluto, Jane, la sorella di Charlie Asher che dopo la “morte” di lui gli ha rubato tutti i migliori completi dall’armadio e che con la sua compagna è diventata la tutrice della piccola Sophie alla quale è stata capace di insegnare parolacce veramente molto fantasiose.
E in tutto questo si trova coinvolto e sballottolato Charlie Asher, “maschio beta”, naturalmente remissivo e anonimo, alla ricerca di un po’ di equilibrio nella sua vita, di un corpo nuovo e di un modo per evitare la fine del mondo.
Si potrebbe dire insomma che questo libro è costruito un po’ come lo sono alcuni dei suoi personaggi, ovvero le creaturine artificiali del Popolo degli scoiattoli, realizzate dalla monaca buddista Audrey a partire da pezzi di animali e prosciutto per contenere le anime da salvare: tanti personaggi diversissimi tra loro formano un’unica storia, così come le tante parti di animali formano un unico essere vivente; mentre tanti stili diversi (specie nei racconti che i fantasmi fanno in prima persona delle loro vite) sono i tanti materiali diversi che compongono il Popolo degli scoiattoli.

Christopher Moore, nato in Ohio nel 1957, è autore di quindici romanzi, inclusi alcuni come Il vangelo secondo Biff, amico d’infanzia di Gesù o Un Lavoro sporco che hanno avuto un successo internazionale. Prima di pubblicare l suo primo romanzo nel 1992, La commedia degli orrori, ha lavorato come cameriere, fotografo, DJ, portiere di notte, commesso di drogheria e riparatore di tetti, tutte occupazioni che svolgono anche i personaggi di alcuni suoi romanzi.
Al momento vive a San Francisco col la moglie e quando non scrive si rilassa con il kayak o la fotografia.

Source: inviato dall’ufficio stampa al recensore, ringraziamo Giulia dell’ ufficio stampa Elliot Edizioni .

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

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