Un gruppo di ragazzini ha l’abitudine, dopo la scuola, di incontrarsi in un vecchio cascinale chiamato Cascina smorta. È il loro luogo sicuro in cui possono fumare di nascosto e parlare di tutto, soprattutto lontano dai bulli che li prendono sempre di mira a scuola. L’unica regola che hanno è quella di non andare nella brughiera.
Dopo vent’anni uno di questi ragazzi, Andrea Modica, torna nel suo vecchio paese, diventando il capo della Squadra Mobile locale.
Deve ancora iniziare ufficialmente, previsto per la mattina successiva, quando squilla il cellulare e viene chiamato a indagare sul ritrovamento di un corpo nei pressi di Cascina smorta.
Tutto il suo passato ritorna a galla, la sua adolescenza, i suoi amici, e le indagini per scoprire il killer lo trasporteranno ancora più in profondità dei suoi ricordi.
Un romanzo giallo completamento diverso dai soliti gialli, con una trama avvincente che sa penetrare nel cervello del lettore trasportandolo in torbidi segreti.
Da bravo sceneggiatore l’autore riesce a descrivere le scene molto approfonditamente, sia a livello visivo, come se si trattasse di un film, ma anche a livello psicologico, puntando molto sui pensieri e i ricordi dei personaggi.
Purtroppo questo lo porta ogni tanto a entrare un po’ troppo nello specifico, specialmente quando parla delle armi che arriva a precisare perfino la specifica delle munizioni che distingue due proiettili dello stesso calibro. Specifiche che la maggior parte dei lettori non sanno cogliere perché relative a un argomento non da tutti i giorni.
Per il resto non si può criticare niente.
Gli ambienti sanno essere freddi e tetri al punto giusto per trasmettere quella sensazione di paura e mistero che portano il lettore a voler approfondire sempre di più i fatti, grazie anche a un continuo saltare avanti e indietro nel tempo (un capitolo nel presente e uno nel passato) che raccontano di volta in volta piccoli particolari dei vari ragazzi e delle vicende che danno sempre nuove informazioni e svelano di volta in volta un nuovo segreto.
Un romanzo che sa come farsi leggere tutto d’un fiato.
Antonio Zamberletti nasce a Varese nel 1963. Dopo gli studi presta servizio per alcuni anni in un reparto operativo della Polizia di Stato e successivamente consulente della security aziendale e personale. Dal 2011 collabora come sceneggiatore e soggettista con la Sergio Bonelli Editore per le testate Zagor, Dampyr e Nathan Never. Con Todaro Editore ha pubblicato I morti non pagano, i duri non piangono che è arrivato tra i primi dieci semifinalisti al Premio Scerbanenco, e Silenziosi nella notte, oltre al racconto Buono da morire. Nel 2015 ha pubblicato con Mondadori il giallo Codice Tunguska e con Runa il seguente: Cascina smorta.
Source: libro inviato dall’editore, ringraziamo Fabio dell’ufficio stampa Runa Editore.
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Tag: Micol Borzatta
27 giugno 2016 alle 9:12 |
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Recensione pubblicata sul blog Liberi di Scrivere con cui collaboro