:: Matilde – Per grazie di Dio, se è qualcosa, Rita Coruzzi, (Piemme, 2015), a cura di Elena Romanello

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Per chi ricorda le lezioni di Storia con un minimo di interesse, ricorderà di aver sentito citare ad un certo punto, quando si parlava di anno Mille e dintorni, Matilde di Canossa, una donna di potere con un’accezione maschile in un’epoca in cui all’altra metà del cielo erano riservati tradizionalmente i ruoli di moglie e monaca, a cui anche lei sembrava comunque votata.
La figura di Matilde rivive, con vivacità e vitalità, nelle pagine del romanzo storico di una nuova voce del genere e non solo italiana, Rita Coruzzi, che racconta un destino da prima della nascita della sua protagonista, con un sogno di sua madre che fa parte della tradizione legata alla sua figura, fino alla vecchiaia.
Una storia che appassiona fin dalle prime battute, raccontando il destino in fondo incredibile, ma comunque reale, di questa figlia di una famiglia nobile che diventò sovrana delle terre italiche a nord dello Stato Pontificio dopo gli omicidi per giochi di potere del padre e del fratello, e che fu coinvolta nelle lotte del Papato e del Sacro Romano Impero per vari decenni.
Un modo interessante quindi per ripassare o meglio riscoprire una pagina di Storia, nascosta nei secoli, ma che condizionò pesantemente per parecchio tempo la vita e le vicende non solo italiane: Matilde rivive con la sua forza, personaggio totalmente fuori dagli schemi non solo del suo tempo, che se fosse nata in Gran Bretagna o in Francia sarebbe diventata protagonista di epopee senza fine, da noi è stata un po’ trascurata e dimenticata, e forse con questo libro, documentato ma estremamente piacevole e scorrevole, può diventare davvero un’icona storica affascinante e alla fine attuale, in un mondo complesso dove c’erano già, sia pure in modo diverso, tanti problemi rimasti fino all’oggi.
Effettivamente, leggendo in maniera non certo pedante le pagine del libro, viene da pensare che noi in Italia tendiamo a sminuire e ignorare le tante figure interessanti, soprattutto quelle femminili: c’è da sperare che nuove generazioni di autori e soprattutto autrici possano far rivivere questi personaggi, come Matilde di Canossa e tanti altri, su modello di cosa per esempio hanno fatto all’esteroo nomi come quello di Philippa Gregory e Ildefonso Falcones.
La storia di Matilde di Canossa e della sua avventura umana si conclude nelle pagine del libro di Rita Coruzzi, che hanno entusiasmato tra gli altri un nume della narrativa storica come Valerio Massimo Manfredi, ma c’è da sperare che l’autrice, che ha nel suo curriculum anche vari libri di altro genere, ritorni prima o poi a raccontarci qualche storia nella Storia.

Rita Coruzzi è nata il 2 giugno 1986 a Reggio Emilia, dove tuttora risiede. Affetta da tetraparesi, in conseguenza di un intervento chirurgico andato male, dall’età di dieci anni è sulla sedia a rotelle. Diplomatasi al liceo classico della sua città, ha conseguito la laurea triennale in Lettere e si è specializzata in giornalismo presso l’università di Parma. Della sua esistenza ha fatto una battaglia quotidiana per dimostrare che non ci si deve arrendere mai e che è sempre possibile trovare in sé la forza interiore per affrontare qualsiasi prova. Ha pubblicato vari libri, per lo più di testimonianze, come Un volo di farfalla. Come la fede mi ha ridato il sorriso (2010), Il mio amico Karol (2011) e, con Magdi Cristiano Allam, Grazie alla vita (2011).

Source: libro del recensore.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

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