Vago in trance lungo il viale alberato sopra l’argine del torrente che lambisce la città, poi scendo verso Porta Parma per rientrare in centro. Sconfitto. Deluso. Confuso. Ho sbagliato su tutta la linea, sbagliato proprio di brutto. Non ho scoperto il ricattatore ma un altro segreto da occultare. Mi fermo a ridosso dell’antico fossato, appoggio le mani sulle pietre fredde, occhi sulle prime case del centro storico. Segreti. Quanti segreti ci saranno in questa piccola città? Li immagino incrostati su queste vecchie mura, coperti da silenzi, confusi dal tempo, diluiti dalla pioggia; segreti piccoli o dolorosi, sopportabili o ingombranti, tenuti sempre addosso, pesanti da incurvare le spalle, nascosti sul fondo degli occhi, stipati nel petto, dispersi nella testa, in agguato in casa; segreti antichi senza più paure, segreti freschi ancora spaventosi, segreti spuntati, che non fanno più male, caduti in prescrizione; segreti che uniscono persone sbagliate, segreti affilati come rasoi nuovi di zecca, che possono recidere di netto le false geometrie di un vice commissario.
Alessandro Zannoni ha iniziato a autopubblicarsi, con il nome de plume Michelangelo Merisi, in tempi non sospetti, quando non era ancora una pratica diffusa come oggi che con negozi di vendita online come Amazon bastano pochi click, e giusto rispettando qualche regola di impaginazione, quasi tutti possono pubblicare e vendere i loro testi senza limitazioni.
Dall’autopubblicazione Zannoni è passato alla pubblicazione tradizionale (con il suo vero nome) grazie a persone come Luigi Bernardì, che hanno capito che il ragazzo ha talento, una sua voce personale, ruvida e un po’ aspra, ma definita con pregi e difetti molto marcati.
All’autopubblicazione è tornato con Nero in dissolvenza, un noir del 2004, molto thompsoniano, il suo primo lavoro “serio”, quello che l’ha fatto conoscere appunto a Luigi, editato da Giampaolo Simi, forse per alcuni versi ingenuo, il cui punto di forza è sicuramente la scrittura, non banale, non superflua, in cui ogni frase ha una sua forza espressiva ben calibrata e una maturità stilistica molto letteraria.
Raccontato in prima persona dal protagonista, Nero in dissolvenza narra la storia di Alessandro Allori, un fotografo che vive tra La Spezia e la Versilia, e ha la sfortuna di incontrare sul suo cammino una donna maledetta. Il tema della dark lady è un tema cardine della letteratura noir, è un catalizzatore ideale di inquietudine capace con naturalezza di unire amore e morte, sesso e delitti.
In un tardo autunno, ormai inverno, piovoso e livido, tra bar e strade sporche di solitudine con il mare come sfondo si muovono i personaggi in questo noir di provincia, abbastanza prevedibile negli sviluppi quasi inevitabili, la cui bellezza penso risieda nelle suggestioni che riesce a creare, in quel clima di torbido inganno, di finti ricatti, di suicidi che già intuiamo dalle prime pagine, suicidi non sono.
Tutto frenato, cristallizzato nella monotona vita di provincia, in cui niente succede, in cui quelle cose non succedono. Segreti. Quanti segreti ci saranno in questa piccola città? Mediocri personaggi, di una mediocre commedia umana tranquilla, quotidiana, caratterizzata con pochi tratti capaci di evocare nel lettore quel senso di squallore e pesantezza, dalla segretaria scialba, all’agente immobiliare con un sorriso a trentasei denti, al protagonista stesso, che non brilla per coraggio o risolutezza (almeno per quasi tutto il romanzo).
Un noir insomma dove non ci sono eroi, o vincitori, dove anche la dark lady alla fine non ha più nulla di eccezionale ma è inghiottita dal grigiore, dallo squallore, dalla sconfitta. E Zannoni racconta tutto questo senza sbavature, in maniera asciutta e tesa a raccontarci il colore del cielo, le strade fradice di pioggia, o caotiche e avvelenate di smog, i bar affollati dove prendere l’ultimo caffè o fumare una sigaretta. E intanto il piano della dark lady si slabbra, scivola verso un finale inevitabile e non per questo meno amaro.
Formato Kindle EUR 2,99.
Alessandro Zannoni, ex antiquario, vive sul confine tra Liguria e Toscana. Scrittore autoprodotto, ha pubblicato con reale successo di critica e pubblico quattro romanzi con lo pseudonimo di Michelangelo Merisi. Dal 2002 al 2006 ha fondato e diretto alcune collane di gialli e noir; ha organizzato la “Festa della letteratura noir” tra Lerici e la Lunigiana; è l’ideatore del festival annuale di Sarzana “Leggere fa male”. Con il suo vero nome ha pubblicato il romanzo Imperfetto (Perdisa Pop, 2009), la novella Biondo 901 (Perdisa Pop, 2008) da cui è stato tratto un monologo teatrale e sempre per Perdisa nel 2011, Le cose di cui sono capace.
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