Il romanzo storico è, insieme al giallo, un genere evergreen, dove semmai l’unica cosa che cambia è l’epoca specifica. Il Medio Evo continua ad essere una delle epoche più amate, con la tendenza anche, molto interessante, a raccontare vicende meno note e aspetti più oscuri, e sempre più le storie non di principi e cardinali ma della povera gente, o della classe comunque lavoratrice che costruì e mandò avanti la società verso il futuro.
La meretrice di Costanza, titolo crudo che rispecchia in parte i toni di un romanzo più picaresco che piccante, racconta le peripezie di Marie, figlia di un ricco mercante della città tedesca, fondamentale tra Tre e Quattrocento nelle lotte tra Papato e Impero, che alla vigilia del matrimonio con un nobile si trova accusata di prostituzione e scacciata dalla città dopo un calvario di violenze e umiliazioni.
Costretta a campare facendo davvero la prostituta sulle strade della Germania con la compagnia di alcune colleghe, Marie non perde di vista la vendetta, scoprendo man mano cosa e chi c’è dietro alla sua caduta e disgrazia, nella migliore tradizione del feuilleton storico.
Un libro che si rivolge a chi ama il romanzo storico, raccontando un’epoca meno nota ma fondamentale, da cui germinarono i semi che avrebbero portato poi alla Riforma protestante, raccontando il tutto dal punto di vista degli umili, o meglio delle umili, le prostitute, emarginate e reiette ma alla fine irrinunciabili ed emblema di sottomissione e violenza sulle donne.
La storia è raccontata tra colpi di scena, con un inizio degno del marchese di Sade, con tanto di innocente perseguitata, e una conclusione forse non molto realistica ma che completa una vicenda di riscatto e vendetta che avvince, appassiona, indigna e alla fine soddisfa.
In un affresco che ricostruisce splendori, miserie, violenze, crudeltà, qualche eroismo e che ricorda le sofferenze di chi è povero e emarginato, chi alla fine non emerge poi granché è Marie, bellissima, vittima innocente, ma alla fine stranamente sullo sfondo rispetto ad altri personaggi, a cominciare dalle altre donne che incontra sulla strada, a cominciare da Hiltrud, outsider capace di entrare nel cuore di chi legge con poche battute.
Detto questo, il libro resta scorrevole, appassionante, pruriginoso il giusto, storia di un’umanità vinta da sempre che ogni tanto, almeno nella finzione, trova la sua strada per la felicità.
Da segnalare che da La meretrice di Costanza, titolo originale Die Wanderhure, è stata tratta una miniserie televisiva vista anche da noi con il titolo La cortigiana, che forse non sarebbe male riproporre. E che aveva avuto già un’edizione per Sperling & Kupfer, con il titolo di Salvata dall’amore, alcuni anni fa, ed è il primo di una saga di sei romanzi, su Marie e la sua discendenza, ancora inediti in italiano.
Iny Lorentz è lo pseudonimo con cui firmano i loro romanzi Iny Klocke ed Elmar Wohlrath, una coppia di marito e moglie. La meretrice di Costanza è il loro primo romanzo e ha dato origine a una serie di grande successo in Germania con milioni di copie vendute. Dai libri è stata tratta una trasposizione televisiva che ha realizzato 9.800.000 telespettatori.
Tag: Elena Romanello
1 aprile 2015 alle 12:07 |
[…] :: La meretrice di Costanza, Iny Lorentz (BEAT edizioni, 2014) a cura di Elena Romanello | Liberi di…. […]