
Nel panorama della cultura “popolare” italiana, Tex è un colosso che getta un’ombra lunga in una quantità di direzioni diverse. Gli italiani non hanno imparato ad amare il West leggendo L’Amour o McMurtry – gli italiani hanno imparato ad amare il West leggendo Tex.
E il fumetto di casa Bonelli è diventato per molti un oggetto di culto, una forma di fede, un punto di riferimento fondamentale – tanto che qualunque variazione sui temi classici, qualunque deviazione dalla formula che si è dimostrata fin qui vincente, qualunque “invenzione” rischia di alienare lo zoccolo duro dei fan.
Gestire Tex, il personaggio, la serie, è un lavoro che richiede una delicatezza estrema, e una quantità di coraggio degna dell’eroe che mette il suo nome sulla copertina degli albi.
Bisogna essere come Tex, per fare Tex.
L’Albo Speciale numero 23, Patagonia, uscito all’orgine nel 2009 e ristampato ora in versione extralusso, gioca col mito e si allontana dalla pista battuta, correndo tutti i rischi del caso.
Dimostra coraggio e intelligenza, e viene premiato per entrambi.
Tex viene invitato in Argentina come mediatore, vista la sua esperienza nel gestire i rapporti non sempre idilliaci fra i “selvaggi” e le persone “civilizzate”.
La trasferta a sud dell’equatore porta il ranger con la camicia gialla a contatto con una cultura che è al contempo familiare – siamo dopotutto su di una frontiera, anche se non è quella dell’ovest – e alieno.
Sarà necessario entrare in contatto con questa nuova terra, imparare a conoscerla, per capire chi siano i buoni e i cattivi, per capire da che parte schierarsi.
Per tentare di risolvere un problema che forse è irrisolvibile.
Il senso di alienità strisciante, di ingannevole familiarità, è trasmesso anche dal disegno – che è Tex ma inserisce elementi stilistici diversi, lasciando al lettore la sensazione che tutto sia come al solito, ma non completamente.
Patagonia riprende la mitologia della frontiera ma la coniuga in maniera diversa. Adotta e incorpora la mistica del gaucho, gli scenari spazzati dal vento delle grandi pianure argentine.
Ci fu un tempo in cui era frequente che la discussione dei meriti e dei demeriti di Tex si incuneasse in una assurda diatriba politica.
Patagonia cortocircuita molte delle aspettative di coloro che hanno incasellato il personaggio a livello ideologico – e ci riesce senza tradire il personaggio stesso, insinuandoci così il dubbio reale che tutte quelle chiacchiere non fossero altro che questo, chiacchiere.
Alla fine, Tex rimane il colosso di sempre, un’icona per i suoi adoratori, un personaggio che sarebbe stupido ignorare per snobismo o pregiudizio per tutti gli altri.
Patagonia è arte sequenziale.
E vale una rilettura.
Mauro Boselli è nato a Milano il 30 agosto 1953. Sceneggiatore, redattore, traduttore, poligrafo, lavora da più di trent’anni nel campo dei fumetti. Dopo un’esperienza come assistente del creatore di Tex, Gianluigi Bonelli, e la realizzazione di pioneristici “fumetti in TV” (la serie “Tex & Company”, prodotta con Ferruccio Alessandri e Giorgio Bonelli), nel 1984 entra alla Sergio Bonelli Editore come redattore delle riviste “Pilot” e “Orient Express”. Factotum impegnato in traduzioni, revisioni, impaginazioni, correzioni, stesure di articoli e di “librini” allegati agli Speciali, Boselli scrive una prima storia di “Tex” con Gianluigi Bonelli, “La minaccia invisibile”, poi la mini-serie “River Bill”, su soggetto di Guido Nolitta. Il suo primo episodio di “Zagor”, personaggio di cui avrà la cura editoriale per oltre dieci anni, è del 1991. Nel 1994, con “Il passato di Carson”, entra nel ridottissimo staff di “Tex”. Nel 2000, crea, con Maurizio Colombo, la serie horror “Dampyr”. A tutt’oggi, Boselli ha realizzato più di trentamila pagine di fumetti per la Sergio Bonelli Editore e ha ricevuto svariati premi del settore. Dovuto alla sua penna è il romanzo “Tex Willer. La storia della mia vita”, autobiografia “ufficiale” di Tex, pubblicata da Mondadori. Dal 2012 è curatore di “Tex”.
Milanese, Pasquale Frisenda è nato l’8 gennaio 1970. Dopo aver seguito il Corso di Fumetto e Illustrazione presso il Castello Sforzesco, entra in contatto con lo Studio Comix, di Ambrosini e Casertano, che favorisce l’inizio della sua collaborazione con la testata “Cyborg” della Star Comics. Il battesimo del fuoco si dà per Frisenda nel 1992, con la pubblicazione di “Tenebra”, scritto da Michele Masiero, proprio sulle pagine di “Cyborg”. Pasquale Frisenda consolida la sua posizione professionale entrando a far parte della squadra che realizza le nuove avventure di Ken Parker, e lavora a Ken Parker Magazine fino al confluire della testata sotto l’egida della Sergio Bonelli Editore. A questo punto, il giovane disegnatore viene cooptato per l’horror-western di Gianfranco Manfredi, diventando copertinista della testata dal n. 32 al n. 75 della serie. Successivamente si mette al lavoro sul 23esimo “Tex Speciale”, uscito nel 2009, e su di una storia pubblicata nel quinto “Dylan Dog Color Fest”. Attualmente fa parte dei disegnatori di Tex.
Tag: Davide Mana
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