Che il Midwest sia il cuore degli States, non è una novità. Rispecchia infatti buona parte del mito di quell’America rurale fatta di campi di mais, fattorie, silos, trattori, allevamenti di bestiame, contadini un po’ rustici dalle mani spellate dal vento e dal lavoro, dallo spirito provinciale e zoccolo duro e bacino elettorale conservatore.
Ora c’è la crisi, pure le fattorie sono indebitate fino al collo con le banche, (si respira un po’ l’aria della Grande Depressione), ed è proprio qui, nel piccolo centro rurale di Little Wing (guarda caso una famosa canzone di Jimi Hendrix), in Wisconsin, che Nickolas Butler ambienta il suo romanzo d’esordio, Shotguns Lovesongs. (Pubblicato in Italia da Marsilio nella collana Romanzi e racconti e tradotto da Claudia Durastanti).
Una struggente ballata country, giocata sui temi classici dell’amore, dell’amicizia, del senso di appartenenza ad una comunità, della ricerca del successo o meglio della realizzazione di sé. E dalla musica rivendica non solo i temi, ma anche l’utilizzo di un canone a più voci, ogni capitolo, intitolato con le iniziali dei cinque nomi dei protagonisti, Henry, Lee, Kip, Roddy e Beth, infatti ci narra la storia dai diversi punti di vista.
L’occasione per una specie di rimpatriata, il matrimonio di Kip e Felicia. Ed è così che i legami di amicizia, allentati dalla vita, (ognuno ha preso strade diverse, da chi è diventato una star della musica, a chi uno speculatore a Chicago, a chi ancora ha rilevato la fattoria di famiglia ed è restato a fare il contadino a Little Wing, a chi è diventato una star da rodeo), si rinsaldano e una verità quasi dimenticata metterà a dura prova un matrimonio e un’ amicizia con qualcosa che ha l’amaro sapore del tradimento.
Ma l’amicizia è più forte della vita, è più forte di tutto? Certamente, è la risposta appassionata di Nickolas Butler e dei suoi personaggi. La lealtà, l’amore per la natura, il legame con le proprie origini superano invidie e gelosie e sul piatto della bilancia fanno la differenza.
La scrittura poetica di Butler è sicuramente il valore aggiunto di Shotguns Lovesongs, che parte narrando la storia dal punto di vista del personaggio più riuscito, alterego forse dell’autore, che deve avere attinto a piene mani dal suo vissuto tanto da ricreare il personaggio di Lee su un suo vecchio compagno di liceo Justin Vernon della band folk dei Bon Iver. Con estrema naturalezza, anzi con quella delicatezza tipica di chi parla di sacrosante verità, l’autore ci parla di sentimenti, e lo fa con efficacia e senza mai scadere nel sentimentalismo, cosa tutt’altro che facile, soprattutto per chi guarda in se stesso per ricreare la realtà, o almeno un suo specchio.
E’ un romanzo perfetto? Non ostante le prime pagine che possono far gridare al capolavoro, forse no. Forse i personaggi di Henry e Lee superano per intensità gli altri, e le voci dei vari personaggi si confondono a tratti non perfettamente caratterizzate e distinte, ma nonostante questo è un bel romanzo, un bel romanzo davvero, (forse diventerà un classico chissà), consigliato a tutti gli appassionati della letteratura americana che amano ascoltare il suono del benjo all’imbrunire, magari in un portico, dondolandosi su una vecchia sedia a dondolo.
Nickolas Butler è nato a Allentown, in Pennsylvania, e cresciuto a Eau Claire, Wisconsin. Suoi racconti sono apparsi in diverse riviste. Attualmente vive nel Wisconsin con la moglie e i due figli. Questo è il suo primo romanzo, già opzionato per il cinema da Fox Searchlight.
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