:: Longbourn House, Jo Baker, (Einaudi, 2014) a cura di Elena Romanello

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jo bakerSe c’è un’autrice iconica e amatissima ancora oggi, questa è Jane Austen, impareggiabile e ironica cantrice dell’alta società inglese tra Sette e Ottocento, soprattutto delle sue protagoniste femminili, ragazze in cerca d’amore in una società che dava poco spazio alle donne.
Jane Austen aveva lasciato però fuori alcuni personaggi dalle sue storie, i personaggi, anzi le persone grazie a cui era possibile tutto quello sfarzo di banchetti, abiti bellissimi e carrozze descritto nei suoi libri, gli appartenenti alla servitù, sempre silenziosi e sulo sfondo ma fondamentali per reggere questo splendore dai piedi d’argilla. Ed è ai servi dell’epoca austeniana che è dedicato Longbourn House, primo romanzo tradotto in italiano da Einaudi dell’inglese Jo Baker, i cui nonni facevano parte della servitù dell’aristocrazia e alla cui memoria ha voluto dedicare un libro capace di avvincere sin dalle prime battute, che descrivono la giornata del bucato, che rendeva le dame tutte bellissime ma non era certo piacevole da fare.
Longbourn House racconta la storia di Orgoglio e pregiudizio raccontata dal punto di vista della servitù, con particolare attenzione alla figura di Sarah, la cameriera di casa Bennett, ragazza orfana che lavora nella casa della volitiva Elizabeth fin dall’infanzia, con sogni, aspirazioni e una personalità che niente ha da invidiare a quella della protagonista che conosciamo da lei. Accanto a lei ci sono la governante e il maggiordomo, Mrs e Mr Hill, una coppia che nasconde qualche segreto, la giovanissima Polly che non può usare il suo nome Mary perché c’è già una Mary tra le sorelle Bennett e James, il valletto che arriverà in casa, stravolgendo il mondo di Sarah e non solo.
Il libro ripropone visti dagli occhi del mondo di sotto gli eventi più importanti di Orgoglio e pregiudizio, ma non è né una banalizzazione, né una storia pettegola, né una storia del buco della serratura, né una modernizzazione forzosa, quando un ritratto d’epoca vista in tutti i suoi aspetti, visto che nelle pagine di Jo Baker trovano spazio il contesto del tempo, fatto di guerre napoleoniche e lavoro sottopagato, gli aspetti che si tacevano, quali la sporcizia e cosa c’era letteralmente sotto tutto quel lusso delle dame, i segreti taciuti di alta società e classi più umili, dalle relazioni extraconiugali alle maternità segrete passando per le relazioni omosessuali, ma il tutto scritto senza compiacimenti e volgarità, con un linguaggio che sarebbe piaciuto alla Austen, grande ironia e un pizzico di classismo che non guasta, oltre a sentimenti e passioni e allo svelamento di una nuova eroina che resta nel cuore, sì proprio Sarah la cameriera di miss Bennett, qui molto di più.
Indubbiamente chi ama la serie troverà in questo libro che dovrebbe presto diventare un film dei richiami a Downton Abbey, che però racconta un altro momento della vita della servitù britannica, più vicino a noi, forse quello vissuto dai nonni di Jo Baker, di cui sarebbe interessante leggere a questo punto gli altri romanzi già usciti, diversi da questo.
Liberi di scrivere ha potuto conoscere questo divertente, interessante, coinvolgente e anche commovente libro in anteprima grazie ad un incontro organizzato dalla Einaudi presso la sua sede di Torino, scoprendo la passione messa nella pubblicazione e promozione di un libro di questo tipo, insieme ad altri blogger, critici e cultori dell’epoca della Austen. Traduzione di Giulia Boringhieri.

Jo Baker è nata nel Lancashire e ha studiato a Oxford e Belfast. Insegna scrittura creativa all’Università di Lancaster, è autrice di altri quattro romanzi – The Mermaid’s Child, The Telling, The Undertow e Offcomer – nonché sceneggiatrice. Tradotto in piú di dieci lingue, Longbourn House (Einaudi 2014) diventerà presto un film.

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2 Risposte to “:: Longbourn House, Jo Baker, (Einaudi, 2014) a cura di Elena Romanello”

  1. Avatar di daniela andrich daniela andrich Says:

    in genere i romanzi d’amore sdolcinati non mi piacciono, ma questa bella storia di vita di persone che passano in osservate e di cui nessuno scrive, mi è molto piaciuto, scritto in modo scorrevole e di piacevole lettura

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