:: Un’ intervista con Filippo Fornari a cura di Viviana Filippini

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FornariCiao Filippo, piacere conoscerti e ospitarti qui a Liberi di Scrivere per parlare del tuo romanzo intitolato La signora degli inferi, edito da Todaro. Prima di entrare nella storia tanto per cominciare raccontaci qualcosa di te e di quando è nata la tua passione per la scrittura.

Ho iniziato a scrivere nell’ambito professionale (sono un biochimico) e per hobby (sono appassionato di vela), quindi ho cominciato con materiale scientifico, riviste di nautica e giornali di bordo. I romanzi sono arrivati  perché mi affascinavano le analogie, storiche e culturali, che legano tra di loro avvenimenti e temi attuali con fatti e miti del passato. Ho provato a mettere le mie riflessioni su una pagina bianca, e poi a legarle tra loro con una trama.

La Signora degli inferi è stato ispirato più dalla letteratura o dalla realtà?

Direi da entrambe: il romanzo è nato da un altro mio hobby, la numismatica, ed è stato ispirato dai miti classici, greci e romani, che sono rappresentati sulle antiche monete.  La realtà è entrata di prepotenza, perché il mondo della numismatica, con la presenza di falsi e di contraffazioni  che ne inquinano il mercato milionario, è sovente teatro di vicende, ignote ai non addetti, che non hanno nulla da invidiare alle trame di un film o di un libro giallo.

Leggendo il tuo romanzo ho pensato ad autori come Dan Brown e Glenn Cooper. Quali sono gli scrittori che ti hanno influenzato?

Diciamo che mi sento più vicino alla sensibilità europea che non americana, e sono stato più influenzato dalla lettura degli autori dei classici “gialli” storici, tipo l’Umberto Eco de Il nome della rosa o l’Ellis Peters dei romanzi di Fratello Cadfael, anche se, degli autori che hai citato, apprezzo la scrittura agile e l’abilità con cui mescolano il presente con il passato. Come anch’io ho cercato di fare nel mio romanzo.

Al centro della storia c’è un lunga scia di omicidi sparsi in diverse località italiane ed europee. Perché la scelta di questa diffusione geografica di delitti diversi, ma allo stesso tempo simili vista la presenza di antiche monete sui cadaveri?

Perché, anche per la mia attività al di fuori della scrittura, sono abituato a considerare l’attualità con un approccio europeo. E poi, guardando al racconto con l’ottica di un viaggiatore o come se fosse la sceneggiatura di un film, ne ho immaginato l’ambientazione nelle città che più mi affascinano.

Nel libro sono presenti riproduzioni grafiche di monete antiche. Sono realmente esistite o sono riproduzioni ad hoc per il tuo romanzo?

Tutto quello che racconto sulle monete è assolutamente vero. Sono iscritto a un forum di appassionati di numismatica, lamoneta.it, e i miei “colleghi” non mi avrebbero perdonato, in un thriller in cui si racconta di antiche monete, inesattezze o imprecisioni.

Perché scegliere la città di Roma come luogo principale dove tutto deve accadere e manifestarsi?

Perché è un crogiolo ineguagliabile di antico e moderno, di sacro e profano. E poi ci ho vissuto per un certo periodo della mia vita.

Spesso nei romanzi dove ci sono reperti archeologici o reliquie di una certa valenza artistico-storica-sociale sono presenti delle sette o confraternite a caccia dell’oggetto. Secondo te questi gruppi segreti che agiscono nell’ombra non possono essere messi in relazione un po’ con le società massoniche?

L’idea di un gruppo ristretto o segreto di iniziati che operano all’interno della società in cui vivono perseguendo fini noti solo agli adepti è vecchia come l’uomo. La massoneria ne è un’espressione relativamente moderna.

Visconti è un ex soldato appena tornato dall’Afghanistan, come sarà per lui agire in un campo lavorativo del tutto nuovo e del quale non conosce quasi nulla?

Si sente sicuramente inadeguato e impreparato al suo nuovo ruolo di detective nel Reparto Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri. Tuttavia, per senso del dovere, e anche per la fiducia che nutre nelle proprie capacità, non ha esitazioni ad accettare il nuovo incarico.

Il protagonista maschile mi ha ricorda un po’ Indiana Jones, ma in questo caso è un esploratore in fase di formazione. Questa è un’associazione azzardata o fattibile?

Non mi ero mai soffermato su questa analogia. Se c’è, è del tutto involontaria, anche se plausibile.

Lavinia, l’esperta con la quale Visconti collabora è un donna forte, ma anche lei come lui ha un passato colmo di dolori esistenziali. Quanto questi traumi influenzano il loro agire nel presente?

Non credo che Marco abbia dolori esistenziali, piuttosto dei sensi di colpa. È un uomo pratico e, anche se soffre per la separazione e la lontananza dalla figlia, affronta comunque la vita di getto, senza remore o esitazioni. Lavinia, invece, è più cauta e diffidente nei rapporti umani, e sta ancora cercando di metabolizzare le esperienze negative che l’hanno segnata.

Il vicino di casa del protagonista è lo stereotipo del simpatico ficcanaso sempre a spasso con il proprio fido, chi ti ha ispirato questa figura?

Non è un personaggio che si ispiri a qualcuno in particolare, è stato inserito nel racconto per dare un senso di vissuto, di realtà quotidiana.  E per ironizzare e sdrammatizzare, come sanno fare i romani.

Ci sarà un seguito de La signora degli inferi?

Sicuramente sì. Anzi, la nuova indagine di Marco Visconti è già ben avviata.

Ora, parlando di libri, quale è stata la tua ultima lettura?

Gli ultimi due che ho letto, in contemporanea. Magellano, di Stefan Zweig: sarà per la passione per la vela, ma amo i libri sulle esplorazioni e i grandi navigatori. E Viaggio al termine della notte, di Celine, autore difficile e quasi odioso per certi versi, ma che a  mio parere scrive in un modo inarrivabile per noi comuni mortali.

Il libro più importante che hai letto?

I libri dei grandi sudamericani, Borges e Marquez. Immancabili, in ogni biblioteca e in ogni percorso di formazione culturale.

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2 Risposte to “:: Un’ intervista con Filippo Fornari a cura di Viviana Filippini”

  1. Avatar di Francesco Lamanna Francesco Lamanna Says:

    Un libro ottimo che consiglierei proprio a tutti! Avvincente, emozionante e pieno di azione. Un mix tra Dan Brown e Gleen Cooper ma molto più vicino alla quotidianità italiana.

  2. Avatar di Viviana Viviana Says:

    Francesco ciao, grazie per la tua opinione siamo in perfetta sintonia con l’autore e altri lettori… che dire attendiamo il seguito

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