Traduzione di Fabio Montrasi
«Dopo il successo di Sezione Suicidi, che gli è valso diversi premi letterari, Antonin Varenne ha colpito ancor piú a fondo con L’arena dei perdenti… un noir di incredibile potenza nel quale ci si interroga senza requie sulla difficoltà di essere uomini liberi e sul rapporto degli esseri umani con la violenza, che sia scelta o imposta. Sorretto da una scrittura stilisticamente impeccabile e da un senso infallibile della suspense, L’arena dei perdenti è un romanzo davvero riuscito, e la conferma di uno scrittore di primissimo piano».
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Un poliziotto disilluso, che arrotonda lo stipendio sul ring; un algerino e un italo-francese, ormai anziani, con un segreto in comune che risale agli anni più bui del dopoguerra; una sgradevole verità da rivelare al mondo e una vendetta da consumare a ogni costo, se si vuol sopravvivere. Sono loro i protagonisti del nuovo libro di Antonin Varenne, autore celebrato dalla stampa francese come il nuovo Fred Vargas. Un libro sul disincanto e la resistenza alle sconfitte e ai colpi imposti dal destino. Sulla capacità di restare in piedi malgrado la vita diventi un ring in cui l’avversario contro cui battersi è sempre e comunque più forte.
Antonin Varenne è considerato l’astro nascente del noir francese. Curioso personaggio, coltissimo, giramondo e laureato in filosofia, oltre a Sezione Suicidi (Einaudi, 2011 e 2012), clamoroso successo di critica e di pubblico e vincitore del Prix Michel Lebrun 2009, del Grand Prix du jury Sang d’Encre 2009 e del Prix du Meilleur Polar des Lecteurs de Points, ha pubblicato altri due romanzi (Le fruit de vos entrailles, 2006 e Le gâteau mexicain, 2008). Nel 2013, sempre per Einaudi, ha pubblicato L’arena dei perdenti.
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