:: Recensione di La notte che sono andata via di Cristiana Danila Formetta (MilanoNera, 2011)

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Gli amanti hanno sempre qualcosa di speciale che li lega, un posto che ha un significato segreto, una canzone. Noi invece avevamo Godard, frammenti di bianco e nero senza musica. La nostra colonna sonora era la strada, le stazioni ferroviarie dove mi vedevi arrivare, il fischio monotono dei treni di passaggio, lo stridore delle rotaie, il frastuono del metallo che copriva le banali melodie da spot pubblicitario che entrambi fingevamo di odiare. Eravamo corpi in transito, viaggiatori distratti che si perdevano di stazione in stazione. Nessuno faceva caso a noi, nessuno pareva notare quanto lunghi fossero i nostri abbracci.

Parlare di erotismo è sempre difficile e complesso un po’ perché ognuno di noi ha una propria percezione di cosa sia erotico o meno, un po’ perché fa parte di qualcosa di così profondo e antico insito nell’uomo che è sempre necessario usare rispetto e sensibilità per definirlo. E sensibilità e rispetto utilizza Cristiana Danila Formetta in questo suo racconto/lettera/monologo La notte che sono andata via uscito in ebook per la collana pink di MilanoNera. Una donna per metabolizzare, spiegarsi, decifrare un amore che si è chiuso con un abbandono si espone in prima persona e tenta di raccogliere i frammenti di una storia fatta di sentimenti, necessità, sensualità, sesso e amore. Una storia semplice, anche se le persone coinvolte sono complesse, una storia che può richiamare alla mente nostre stesse storie conclusisi con un addio. E cosa c’è di più erotico dell’assenza, del desiderio che sempre ci sfugge, che ci eccita, ci emoziona, a volte ci fa soffrire perché implica scelte, decisioni non sempre facili non sempre prive di rischi. E l’autrice sfuma tutte queste gradazioni d’amore senza essere mai volgare, senza turbare la sensibilità di nessuno, con naturalezza, spontaneità, sincerità. Una bella storia, forse troppo breve, dove i protagonisti si materializzano come ombre che si trasformano in persone, persone reali, fatte di carne e sangue, fatte di ricordi, sogni, necessità, ma anche debolezze. La protagonista arriva ad analizzare il rapporto con il marito senza nascondere a se stessa la sua necessità di sicurezza, di stabilità, che con l’amante sfugge, perché anche lui è sposato, ha una figlia, si sente in colpa. Leggetela se ne avrete occasione, non ci sarà un lieto fine apparente, ci sarà una donna che forse è avvolta da un po’ di amarezza e rimpianto ma tuttavia lascerà qualcosa in noi, e non è poco.

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