Il 17 febbraio è la festa del gatto e quale libro scegliere per celebrarli ma anche per capirli? La scelta ricade sulla bellissima pubblicazione della Newton Compton Editori “1001 cose da sapere e da fare con il tuo Gatto” (pag.509, euro 19,90) di Roberto Allegri. Giornalista e scrittore, Allegri è autore di trenta libri dieci dei quali sono dedicati ai gatti. “1001 cose da fare con il tuo gatto” è una raccolta di notizie, aneddoti, curiosità, informazioni sul piccolo felino. Diviso in ventisei sezioni illustrate da Arianna Robustelli, il libro spazia a 360° nell’universo del gatto e propone consigli utili per curarlo o accontentarlo, per conoscere le sue caratteristiche fisiche e psicologiche, i suoi gusti e le sue passioni ma anche i suoi timori o i suoi bisogni. Non mancano le sezioni dedicate ad aneddoti e storie vere di gatti eroici o amanti della musica, gatti vip o gatti animati. Dalla regola numero 1“l’uomo e il gatto: amici di vecchia data” fino alla 1001, la raccolta diventa un viaggio, un piccolo grande manuale e le 1001 cose “sono le tappe di un’amicizia e le regole di una convivenza” perchè vivere con un gatto “è un’occasione, ed è un peccato farsela scappare”.
Roberto, quando è nata la tua passione per i gatti? Quando hai deciso di scrivere di gatti?
Gli animali hanno sempre fatto parte della mia vita. Sono cresciuto insieme a gatti e cani, e non ricordo un solo giorno senza la loro compagnia. Un esempio su tutti, tanto per fare capire meglio: non ho imparato a camminare tenendo per mano la mamma o il papà, ma aggrappato alla schiena di un cane, un bullmastiff inglese, addestrato a fare il baby sitter. Nella mia crescita, i cani hanno rappresentato la parte “fisica”: con loro ho fatto la lotta, ho giocato a pallone, ho corso nei campi e mi sono tuffato in mare. Con i gatti invece ho condiviso tutto ciò che è intellettuale e spirituale. Quando mi isolavo dal mondo per leggere, c’era un gatto accanto a me. Se ero ammalato, un micio mi teneva al caldo col suo ronfare. Se rimanevo alla finestra a contemplare un tramonto, un gatto era al mio fianco. E anche adesso, quando scrivo, sul tavolo c’è sempre un micio. Se ne sta lì e pare giudicare il mio lavoro. Col tempo, mi sono accorto di avere messo da parte una grande esperienza riguardo ai gatti . Non di tipo “tecnico”, perché non sono un veterinario o un allevatore. La mia era esperienza di vita, l’esperienza di una persona che è sempre stata circondata da gatti, che li ha osservati attentamente e che si è fatto mille domande su di loro. Poi, quindici anni fa, Silvana Giacobini, che allora era la direttrice di CHI, mi propose di curare una rubrica sugli animali domestici sul suo giornale e da quel momento ho cominciato a scrivere di gatti. Oggi ho all’attivo 32 libri pubblicati e di questi, dieci sono esclusivamente dedicati ai piccoli felini di casa.
Il libro elenca tanti consigli per star bene con un gatto e farlo stare bene ma una parte è dedicata al loro eroismo. Mi racconti un atto di eroismo felino?
Facendo ricerche per questo libro, ho scoperto una cosa straordinaria. Esistono moltissimi casi di gatti che hanno salvato i loro padroni in modo eroico ma sono casi che, non so per quale ragione, non attirano l’interesse dell’opinione pubblica tanto quanto quelli compiuti dai cani. Che i cani siano eroi, è assodato. Dei gatti si parla meno ma il loro coraggio e la loro determinazione nel voler salvare le persone sono altrettanto esemplari. In Inghilterra però esiste un premio molto prestigioso che si chiama “Rescue Cats Awards” e che viene attribuito ai gatti che si sono distinti nel loro eroismo. Forse, una delle storie che più mi ha colpito è avvenuta in Argentina quattro anni fa. Un bambino di un anno e mezzo, si era perduto nella campagna. Era dicembre, faceva freddo. Un branco di gatti randagi lo ha trovato, lo ha circondato e stringendosi addosso a lui lo ha tenuto al caldo per tutta la notte. Il giorno dopo, la polizia ha trovato il bimbo “avvolto” dai gatti e questi, quando gli agenti si sono avvicinati, hanno iniziato a soffiare infuriati per difendere il loro piccolo amico. I medici hanno poi dichiarato che senza l’intervento dai gatti, il bambino non sarebbe sopravvissuto al freddo della notte.
Misterioso e indipendente il gatto è da sempre il compagno ideale degli scrittori. Come spieghi questo feeling speciale?
Esiste un vecchio detto secondo il quale il manoscritto morsicato da un gatto sarà fortunato. In ogni caso, i gatti sono da sempre stati i compagni preferiti dagli scrittori. Forse perché sono discreti e silenziosi, qualità che uno scrittore al lavoro apprezza sempre moltissimo. Nel mio libro “1001 cose da sapere e da fare con il tuo gatto” c’è un intero capitolo dedicato proprio ai grandi scrittori e al loro micio. Da Mark Twain a Baudelaire, da D’Annunzio a Dumas, da Edgar Allan Poe a Sepulveda, da Bukowski a Hemingway, da William Burroughs a Colette, da Dickens a Simenon, da Truman Capote a Mario Rigoni Stern, da Jean Cocteau a Hermann Hesse, da Tennessee Williams a Italo Calvino: ogni autore con una debolezza, una mania, un ricordo legato al loro piccolo amico.
Nel tuo precedente libro “Il gatto giorno per giorno” hai scritto che passando la vita con i gatti hai avuto l’occasione di migliorare. I gatti sono anche maestri di vita, è così?
I gatti sono straordinari maestri di vita. E più che nel libro cui fai riferimento, ne ho parlato in quello intitolato “Il mio maestro zen ha la coda” in cui ho spiegato come osservare il micio di casa sia un’infinita lezione per imparare a coltivare la calma, la pazienza, la riflessione: tutte caratteristiche tipiche di un gatto e che, se acquisite, migliorano anche la vita di noi esseri umani. Ma tutti gli animali sono maestri. Sono immediati, non agiscono con secondi fini, sono più onesti della maggior parte della gente. Vivere con loro, riuscire a comprenderli e a fare tesoro di ogni loro più piccola sfumatura, è un’occasione da non perdere.
Nei tuoi progetti futuri ancora libri sui gatti?
Può darsi. Personalmente ho ancora tanto da dire sui gatti, specialmente su quelli che vivono a casa nostra e che sfiorano la ventina. Il prossimo libro però tratterà un argomento completamente diverso perché da tempo voglio raccontare la storia di fratel Ettore, il sacerdote camilliano che ha dedicato la vita nell’aiuto dei più bisognosi, soprattutto dei senza tetto di Milano. Una figura straordinaria. Sarà un vero privilegio approfondire il suo modo di vivere alla lettera il Vangelo di Gesù.
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