:: Recensione di Il mercante di zucchero di Adriana Assini

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I palermitani senz’altro conoscono il nome di Gian Luca Squarcialupo “mercante di cannamele, tonno e grano oltre che noto giurato del rione della Conceria” personaggio realmente esistito e avvolto da un’aura avventurosa e mitica. Dall’archivio biografico comunale del comune di Palermo ho potuto trarre queste informazioni: “Gian Luca Squarcialupo era un giovane appartenente a una nobile famiglia pisana da tempo trapiantata a Palermo. Di idee innovatrici, insofferente alla dominazione spagnola e smanioso di introdurre in Comune un governo repubblicano sul modello dei liberi ordinamenti comunali fioriti in Toscana, si mise a capo di una sollevazione popolare che avrebbe dovuto porre fine al malgoverno spagnolo, impersonato dal luogotenente generale Ettore Pignatelli, conte di Monteleone”. Il mercante di zucchero romanzo storico di Adriana Assini, edito da Scrittura & Scritture di Napoli, racconta proprio le gesta di Gian Luca Squarcialupo. Siamo a Palermo nell’anno di grazia 1516. Il re Ferdinando è appena morto. La popolazione sopporta mal volentieri la dominazione spagnola, a causa dei continui soprusi e delle gabelle ingiuste di amministratori incapaci che si alternano al governo della città. Prima il viceré Hugo de Moncada poi Ettore Pignatelli, conte di Monteleone. L’isola è una polveriera sul punto di esplodere. A raccogliere il grido di disperazione e a incanalare il malessere generale in una vera sollevazione popolare facendo sue le istanze più pressanti, si presta proprio lo Squarcialupo, mercante e capopopolo, uomo di azione più che astuto intrigante o saggio negoziatore. Passionale e leale gestisce le faccende politiche come le questioni sentimentali con impeto ed audacia senza badare alle conseguenze, lasciando che l’istinto superi la ragione. La giustizia e la libertà sono importanti per lui come l’amore per Francesca Campo, un amore tormentato, pieno di ostacoli che lo Squarcialupo affronta senza tirarsi indietro, quasi con temerarietà e proprio il suo carattere e la sua incapacità di cedere ai compromessi gli attireranno l’odio di una setta segreta, quella dei Beati Paoli, una confraternita camuffata da associazione religiosa che in realtà trama nell’ombra e può essere considerata una sorta di mafia ante litteram. Punti di forza sicuramnete la buona ricostruzione storica davvero accurata, il linguaggio verosimile pieno di termini e modi di dire antiquati che abilmente danno il sapore del tempo passato, lo stile elegante e raffinato e l’originalità della trama, l’anelito all’ indipendenza di un popolo sotto il giogo di un potere oppressore e la vita di un personaggio storico di cui personalmente non avevo mai sentito parlare e di cui ignoravo il contesto storico.

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