Salve Mr Dahl. Grazie per aver accettato la mia intervista e benvenuto su Liberidiscrivere. Raccontaci qualcosa di te. Chi è Kjell Ola Dahl? Punti di forza e di debolezza.
Lati forti: beh vediamo sono un gran lavoratore, scrivo ogni giorno; debolezze: sono facilmente sedotto, da libri, film, misteri, vino e donne (non sempre in quest’ordine).
Raccontaci qualcosa del tuo background, dei tuoi studi, della tua infanzia.
Mio padre era un giornalista. Ci siamo spostati in giro per diverse città della Norvegia. Negli ultimi anni della fanciullezza ho vissuto a Oslo. Prima di finire gli studi ho viaggiato molto per conto mio. Continente americano, Asia, Europa. Ho studiato economia e psicologia presso l’Università di Oslo.
Quando hai capito che diventare uno scrittore era la tua strada?
Quando ero un bambino. Credo di aver sempre voluto essere uno scrittore.
Raccontaci qualcosa del tuo debutto. La tua strada verso la pubblicazione.
Quando avevo 35 ho detto a me stesso: ora o mai più. Ho sempre voluto essere uno scrittore, ma solo allora ho capito che era il momento di farlo! Volevo scrivere un romanzo poliziesco. Ho sempre amato i misteri e mi piaceva leggere i classici americani, come Chandler, Thompson, Hammett, Ross MacDonald e anche Ed McBain che ha molte somiglianze con autori svedesi come Sjöwall & Wallhö. Volevo scrivere un poliziesco, una storia moderna, con una trama realistica, con personaggi al tempo stesso realistici ma molto particolari. Ho cominciato a scrivere il primo libro su Gunnarstranda e Frolich alla fine del 1989 (che sarà pubblicato in Inghilterra nel mese di settembre con il titolo Lethal Investments – Il quarto libro in inglese, sarà il primo!). A Natale del 1989 ho scritto per una settimana a diverse case editrici e ho inviato il manoscritto ad una casa editrice dopo capodanno. Tre giorni dopo l’editor mi ha chiamato e mi ha detto che il libro gli piaceva, ma era da rivedere. Questo mi ha richiesto tre anni 😉 ho imparato molto. Il libro è stato pubblicato nella primavera del 1993 e ha ricevuto buone recensioni. Il libro è stato il primo di una nuova ondata di crime fiction incentrati sulla polizia in Norvegia.
Perché hai deciso di scrivere Il quarto complice ora pubblicato in Italia da Marsilio editore?
E ‘un noir tipico, una storia di ossessioni, incentrata sull’importanza della qualità in una relazione. L’ho scritto molto velocemente. Parte tutto da una storia d’ amore di Frolichs con una donna che ben presto diventa per lui un’ ossessione. Penso che molti abbiano avuto delle relazioni così a volte. Allo stesso tempo, questa ragazza è un classico luogo comune – è una femme fatale. Essendo un luogo comune, ne consegue che anche i suoi rapporti con il poliziotto, fanno parte di un cliché. Credo che questo sia quello che mi piace di più nei buoni polizieschi, quando c’ è quilibrio tra l’essere e l’ agire e i personaggi non agiscono come uno ci si aspetta ma ci sorprendono. E’ una sorta di rituale. Mi piace leggere questo tipo di storie. Tutti i gialli di solito vertono sulla ricerca della verità. Qualche volta però non sappiamo quale sia davvero la verità, e questo è un fatto con cui mi piace giocare quando scrivo.
Cosa ti ha ispirato?
Diverse cose. A quel tempo ci furono molti furti e rapine molto violente svolte da professionisti ad Oslo. Questo ha significato una sfida per la polizia di Oslo. Ho fatto qualche ricerca in giro su questo argomento. E ho anche voluto creare una storia su cosa significasse essere un poliziotto. Mi sono posto la domanda: cosa sarebbe successo se un poliziotto avesse incontrato una ragazza molto cattiva? Volevo scrivere una storia di ossessioni e ha scoperto che descrivere un rapporto d’amore può essere un modo perfetto per farlo. E mi è stato ispirato soprattutto dalla storia avvenuta a Venezia di un dipinto rubato, che è una storia vera.
Quanto è durato il processo di scrittura del Il quarto complice?
L’ho scritto velocemente, in meno di un anno. In qualche modo conoscevo l’intero racconto quando ho iniziato. Era una sensazione strana, ma anche bella.
Quali altre opere ti hanno ispirato nella scrittura di questo romanzo?
Come ho detto sopra, è un noir classico, mi può avere ispirato Il Falcone Maltese di Hammett, The Killer Inside Me di Jim Thompson e, naturalmente, Addio mio amata di Chandler. Mi sono ispirato anche a molti film noir classici, come Out of the past di Jack Torneur.
Puoi dirci qualcosa sulla trama di questo libro senza svelarci il finale?
Ok, una breve introduzione: Il poliziotto Frolich incontra per caso una ragazza. Poi la incontra ancora una volta e si innamora di lei. Allo stesso tempo, egli nota che lei gli sta raccontando un sacco di bugie. Comincia a seguirla, a scoprire cose su di lei, la affronta e lei gli racconta ancora più bugie. Scopre che suo fratello è un criminale molto pericoloso. Una notte, mentre dormono nello stesso letto, egli è chiamato dal suo superiore sul luogo di un omicidio avvenuto nel porto di Oslo. Una guardia di sicurezza è stata uccisa da un uomo di nome Johnny Faremo – fratello della ragazza. Quest’ uomo è arrestato, ma ben presto viene rilasciato perché ha un alibi, dato da sua sorella. Frolich sa che è falso. Era con lui quando la guardia giurata è stata uccisa. Frolich vuole un chiarimento ma la ragazza scompare. Inizia così a cercarla, per scoprire la verità.
Puoi dirci un po’ di più sul tuo protagonista, Frank Frolich?
E’ un uomo molto ordinario, gli piace la birra, il calcio e la musica degli anni settanta. Non è sposato e si lascia facilmente sedurre dalle donne. Prima di Il quarto complice, ha avuto una relazione con una donna che ha avuto un bambino. Lei voleva molto sposarlo. Alla fine si sono lasciati. Penso che sia un personaggio in cerca di qualcosa. Né lui né io però sappiamo effettivamente cosa. Lui non ne è sicuro perché è un poliziotto. Ma l’azione legata al suo lavoro è una parte che apprezzo molto.
Elisabeth è una sorta di femme fatale, personaggio tipico dell’ hard boiled, l’ossessione di Frank Frolich. Si riprenderà mai da questa malattia?
Penso che gran parte della storia parli proprio di come cerchi di recuperarsi, molto lentamente.
Oslo è quasi un personaggio secondario, una sorta di presenza costante. Potresti descriverci il collegamento tra Frolich e Oslo?
Frolich è cresciuto lì. I suoi genitori sono della classe lavoratrice, è cresciuto nei quartieri operai sul lato est della città. Questo gli dà un background importante. E’ un uomo moderno, ha studiato legge e ha anche un grado. Conosce le strade e la sociologia della città molto bene.
Il finale è praticamente un’ interpretazione psicanalitica della realtà. Cosa simboleggia il mare?
Non sono sicuro di conoscere la risposta a questa domanda (sorride) ma – penso che la maggior parte degli psicologi interpretino l’ acqua come qualcosa di emotivo.
I tuoi libri sono di enorme successo in Norvegia e in tutto il mondo. Il successo come ha cambiato la tua vita?
Negli ultimi dieci anni sono stato in grado di vivere facendo quello che mi piace di più, scrivere storie.
Il successo del romanzo poliziesco nordico è un fenomeno globale. Qual è il segreto? Cosa ha di nuovo?
Amo solo i misteri non conosco le risposte dei segreti. Ma se si guarda al noir nordico in generale ci sono alcune somiglianze. La maggior parte dei gialli nordici tende a mettere la criminalità in relazione alle tematiche sociali. Questo non è sbagliato a mio avviso, perché la criminalità è un fenomeno sociale. Al tempo stesso un reato è commesso da persone reali. Da persone vere intendo persone che sono comuni con lo scrittore. Il difficile è provare a stabilire una connessione tra la realtà e i libri. Cosa che si fa ovunque, nella maggior parte della narrativa contemporanea. Ma può essere che gli scrittori nordici abbiano una buona tradizione nel gestire la criminalità nella fiction. Sai, il primo libro di saghe è il classico nordico Snorri og Sturlasson Viking 1000 pagine di uccisioni (Sorride)
Vuoi descriverci una tua tipica giornata di lavoro ?
Sono mattiniero. Mi sveglio alle 6.30. Scrivo fino a mezzogiorno. Poi faccio altre cose. Io vivo in una fattoria e felicemente, posso lavorare con gli animali e fare altre cose, non passo tutto il tempo a scrivere. E leggo un po’, guardo un film o parte di un film ogni giorno.
Chi sono i tuoi autori viventi preferiti?
Difficile domanda. Sono più concentrato sui libri che sugli scrittori. Se mi dai un libro di James Ellroy o di John Le Carré scommetto che è buono.
Cosa stai leggendo in questo momento?
Un libro di uno scrittore che è morto. Ficciones di Borges.
Qual è il ruolo di Internet nella scrittura, ricerca e marketing tuoi libri? Che ne dici dell’ editoria elettronica?
Internet è molto importante per la ricerca e la scrittura. Ho un blog (norvegese) e un webside. Penso che tali siti aiutino ad essere visibili per i lettori. Gli e-books sono in una posizione di partenza. Con la crescente domanda di Ipad penso che il mercato degli ebook crescerà.
Come ti sei sentito una volta che hai finito di scrivere questo libro?
Molto felice. Ho avuto un buon feeling con questo libro sempre.
Qualche consiglio per gli aspiranti scrittori?
Non smettere di cercare. Leggere molto. Imparare. Quando c’è qualcosa che ti piace in un libro. Prenditi un momento e rifletti. Perché mi piace? Cerca di darti una risposta.
Quando sarà pubblicato il tuo prossimo romanzo in Italia?
Credo che dovrebbe uscire un mio libro quest’anno.
Infine un’ultima domanda, a cosa stai lavorando ora?
Sto scrivendo un noir, sempre nello stesso distretto di polizia ma che ha per protagonista una donna poliziotto. La storia coinvolge i giacimenti di petrolio norvegese e gli investimenti all’estero, e le connessioni tra stampa e politica. Ho un gran buon presentimento ( sorride).
19 gennaio 2011 alle 19:39 |
Giulia, scusa l'OT:
http://www.thrillercafe.it/3-sunshine-award-per-il-thriller-cafe/
😉