“Da quelle parti viaggiano le idee” scrive Danilo Arona a proposito di Bassavilla e i suoi dintorni. “Qui spesso sono le rappresentazioni mentali e le costruzioni dell'immaginario a determinare i comportamenti sociali.” E un bravo detective dell’altro mondo, questo lo sa: per condurre le sue indagini, si avvale di strani consulenti e non manca di seguire le “conferenze” del popolo dei bar.
Spettri, vampiri, streghe, possessioni mediatiche… Storie vere che sembrano fantastiche o storie fantastiche che sembrano vere? Ritorno a Bassavilla è un viaggio suggestivo tra l'insolito del quotidiano e la quotidianità dell'insolito ma è anche un motivo per riflettere sui mutamenti della società e sulle nostre paure che invece restano intatte, sembrano tener bene all'attacco impietoso del tempo.
“Bassavilla” scrive l’Autore, “si offre come dimostrazione tangibile che le paure della cosiddetta finzione letteraria non sono il parto fantastico di autori più o meno geniali. Paure che sono invece vita, né più né meno, in grado di fecondare e nutrire l'unica corrente realistica di cui disponiamo.”
Bassavilla come Castle Rock –locus horridus della produzione kinghiana-, dove “il reale può ancora configurarsi come prodotto del fantastico”.
Reale e fantastico si alimentano vicendevolmente, costituendo un’entità simbiotica che è allo stesso tempo ectoplasma e vita nei campi. “La più ricca conoscenza dell’albero comprende sia il mito che la botanica” affermava l’antropologo Gregory Bateson
E Danilo Arona, narratore e cacciatore di misteri, percorre abilmente questo limen; lo fa con soprannaturale maestria.
Ritorno a Bassavilla
Danilo Arona
2010 Edizioni XII
pagine 190
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