:: Lorenzo Mazzoni intervista Loriano Macchiavelli
con sottofondo di All or Nothing At All (John Coltrane Quartet)
Ha voglia di descriverci in poche parole "Sarti Antonio", uno dei suoi personaggi più celebri?
Risposta:
Se riuscissi a descrivere in poche parole “Sarti Antonio” avrei sprecato tutto il tempo che ho impiegato a scrivere non so quanti romanzi e racconti con lui protagonista. Voglio dire che i personaggi letterari, tutti, si costruiscono storia dopo storia. Direi addirittura riga dopo riga. Fra l’altro, nel caso di Sarti Antonio, sergente, commetterei una scorrettezza verso i suoi lettori. Vi sarete accorti che non l’ho mai descritto fisicamente, al contrario di altri personaggi per i quali abbondo di particolari. L’ho fatto per lasciare ai lettori la possibilità di costruirsi il Sarti Antonio, sergente, che la loro fantasia suggerisce. Non vorrei parlare neppure del Sarti Antonio inconscio, quello che sta dietro la persona fisica. Vale lo stesso discorso: ognuno scopra, fra le righe, il personaggio che preferisce. Saremo contenti in tre: il lettore, io e Sarti Antonio.
Con Marcello Fois e Carlo Lucarelli ha fondato il "Gruppo 13". Vuole parlarci di questa esperienza?
Risposta:
Il Gruppo 13 ha avuto una grandissima importanza nella costruzione del Nuovo Giallo Italiano. Anzi, è stato, a mio parere, la molla che ha fatto scattare l’interesse negli editori, prima di tutto, nei lettori e nella critica poi. La sua storia è lunga e proficua e cercherò di riassumerla in breve.
Nasce nel 1990 a Bologna (forse perché a Bologna c’è l’unico autore che si dia da fare per promuovere il giallo italiano, cioè io, senza presunzione) per iniziativa di Carlo Lucarelli, di Marcello Fois e del sottoscritto. All’inizio è costituito dagli scrittori Pino Cacucci, Massimo Carloni, Nicola Ciccoli, Danila Comastri Montanari, Marcello Fois, Carlo Lucarelli, Lorenzo Marzaduri, Loriano Macchiavelli, Gianni Materazzo, Sandro Toni e da due illustratori: Claudio Lanzoni e Mannes Laffi. Dodici.
È stata un’esperienza riuscita dopo altri tentativi di raggruppare gli scrittori italiani di giallo, tentativi che iniziano nel 1980 a Cattolica con il Sigma (Scrittori Italiani del Giallo e del Mistero). In seguito io e altri volonterosi abbiamo provato nel 1984 con il Gruppo 8 nel quale, oltre al sottoscritto, c’erano Perria, Olivieri, Veraldi, Enna, Russo, Signoroni e Felisatti.
Il G 13 si propose come punto d’incontro e di scambio culturale e intellettuale fra scrittori e illustratori che operavano e vivevano nell’area emiliano-romagnola e in particolare bolognese per promuovere con iniziative la conoscenza del genere, sollecitando e aiutando gli esordienti.
Il Gruppo poi aumenta con l’adesione di Eraldo Baldini, Giampiero Rigosi, Franco Foschi, Mario Coloretti e altri, mentre alcuni rinunciano o prendono altre strade come i due disegnatori.
Il primo lavoro comune che appare in libreria è I delitti del Gruppo 13, Metrolibri, 1991, una raccolta di racconti (tradotta poi anche in Francia) e nella quarta di copertina appare la seguente scritta:
Il crimine dilaga a Bologna. Echeggiano gli spari sotto i portici, si muore all’ombra delle torri. E Marlowe parla ormai con accento emiliano. Sarà un caso che a Bologna e dintorni oggi proliferino gli scrittori di giallo? Sono tanti, agguerriti, organizzati. Hanno perfino creato un sodalizio: il Gruppo 13, cui aderiscono dieci scrittori e due illustratori. Di loro questa antologia rappresenta il primo impegno collettivo: dieci racconti inediti, tutti avvincenti, tutti illustrati. Cosa unisce questi autori, oltre alla bolognesità e all’indiscutibile talento? Sicuramente il clima culturale comune: quello di una città prolifica e vivace che ha già saputo esprimere fenomeni importanti come una grande scuola di fumetto. Alla quale, per inciso, appartengono i magnifici illustratori dei racconti qui proposti.
Nel 1992 esce una raccolta di dieci racconti (Stampa Alternativa) dove ognuno degli autori del Gruppo 13 presenta, oltre a un proprio racconto, il racconto di un esordiente (altri dieci racconti, quindi). Alcuni degli esordienti faranno strada.
Oggi i fondatori dell’ex Gruppo 13 possono vantarsi di aver dato un contributo indispensabile alla attuale situazione di ricchezza del giallo italiano.
Nelle sue storie Bologna è sempre personaggio comprimario, il territorio dove si svolgono i fatti non è mai solo uno sfondo. Ci sono altri luoghi che le interesserebbe "studiare" come ha fatto per la città felsinea?
Risposta:
Devo confessare che Bologna come luogo-personaggio, oggi non mi interessa. Non la riconosco più e non è più la mia città. Non è per rimpianto di come eravamo e come siamo. La colpa è mia che non riesco a frequentarla come in passato. O forse è dei troppi scrittori che la usano come scenario ai loro romanzi e quindi la trovo inflazionata. Il mio ultimo romanzo Delitti di gente qualunque parte da Bologna, ma si svolge quasi interamente in sull’Appennino fa Emilia e Toscana. Non è una montagna qualunque: è la montagna della mia infanzia e gioventù che ho ritrovato con i suoi misteri, miti e segreti e dove si fondono in maniera straordinaria il passato e il presente.
Forse qualche mio lettore ricorderà che è lo stesso luogo utilizzato da me e Guccini per i nostri romanzi.
Com’è nata la collaborazione con Francesco Guccini?
Risposta:
È nata a cena, in occasione della presentazione di un mio romanzo durante la quale Guccini mi raccontò la storia di un parroco trovato ucciso negli anni ’30, a Pavana. Non fu mai trovato il responsabile. Una bella storia di montagna, di rancori, odio e amore e Guccini me la regalava per un mio romanzo. Era presente anche Antonio Franchini, responsabile delle letteratura italiana alla Mondadori, il quale ci propose di scriverla assieme. Ha funzionato e siamo al quinto romanzo in coppia.
L’ispettore Sarti è andato anche in TV, in onda su Rai Due nel 1991. Cosa ricorda di quell’esperienza? Cosa ne pensa della trasposizione televisiva del suo personaggio?
Risposta:
Per la verità Sarti Antonio è andato in Tv nel 1978 (Sarti Antonio brigadiere, quattro puntate, regia di Pino Passalacqua); nel 1985 (L’archivista, regia di Guido Ferrarini); nel 1991 (Sarti Antonio, un poliziotto, una città, tredici puntate, regia di Maurizio Rotundi); nel 1994 (Id. sei film, regia di Giulio Questi). A suo tempo ebbero un grande successo, ed è ciò che conta, grazie soprattutto a Gianni Cavina che era uno straordinario Sarti Antonio.
E della trasposizione in fumetto?
Risposta:
Gianni ;Materazzo, che lo ha disegnato per la rivista Orient Express (diretta da Luigi Bernardi, uno scopritore di talenti) è stato molto bravo a creare il clima degli anni settanta a Bologna e a mantenere le atmosfere e i personaggi del romanzo.
La letteratura contemporanea è costellata di moltissimi ispettori, "sbirri", commissari, investigatori privati, fra i tanti Fabio Montale di Izzo, Llob di Khadra, Héctor Belascoàran Shayne di Taibo II. Conosce questi autori, e in generale, cosa ne pensa della narrativa noir e poliziesca di questi ultimi anni?
Risposta:
Come lettore non ce la faccio a tener dietro al mercato editoriale del genere. Dovrei utilizzare tutto il mio tempo, notte e giorno, nella lettura, mentre devo anche scrivere. Alcuni autori li conosco.
Per raccontate la letteratura noir contemporanea, bisognerebbe partire da quella che l’ha immediatamente preceduta perché è da lei che deriva. È certo che il romanzo poliziesco contemporaneo ha messo radici, ed era ora, nella realtà dei nostri giorni, ma ancora non sono spuntati i frutti che io mi auguro.
Qual è la sua opinione riguardo i nuovi narratori italiani? C’è qualche nome che reputa interessante?
Risposta:
Per i narratori italiani vale quanto detto prima. Ci sono piacevoli novità e c’è la solita solfa. Ma è così per tutta la letteratura, di genere e in genere: si pubblicano bei romanzi e brutti romanzi. Decida il lettore a chi dare la sua preferenza.
C’è una giornata tipo nei periodi di lavoro creativo?
Risposta:
Per me non esiste il metodo. Fortunatamente posso scrivere quando ne ho voglia e cioè spesso. Preferisco la mattina presto. Non sono uno scrittore maledetto che vive e crea nella notte. La notte la dedico al sonno. Non bevo, non fumo, sono monogamo… Insomma, una lagna.
Sta scrivendo?
Risposta:
Sì, ho cominciato a scrivere racconti alle medie per i miei compagni di classe e continuo per chi ha voglia di leggermi. Sto lavorando a due romanzi.
22 settembre 2009 alle 7:48 |
Quando una persona è scrittore nato, lo si vede e dalle risposte che da… La risposta alla domanda sulla richiesta di parlare di “Sarti” è disarmante… Ogni personaggio ha molte sfaccettature e cresce con lo scrittore… per questo non può avere un carattere “lineare” che si può descrivere con poche parole.
Non scopro certo io Macchiavelli… I miei più sinceri complimenti.
22 settembre 2009 alle 10:13 |
bell’ intervista bravi 🙂