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:: Intervista a Matteo Siano

Matteo il disagio dell’anima è stato da poco pubblicato come è cambiata la tua vita?

Scrivendo “Il Disagio dell’Anima” sono diventato sicuramente più percettivo. Scrivere mi ha reso sicuramente più attento alle persone e agli eventi che accadono nella mia vita.

Come è il tuo metodo di scrittura?

Appena mi arriva l’”Idea” di cosa scrivere butto giù una scaletta e la connotazione dei personaggi ed imposto i vari capitoli, cercando di costruire una struttura alla quale attenermi durante la scrittura del libro. Mi capita però a volte di interrompere per settimane la stesura del libro per mancanza di idee, poi all’improvviso un fatto accaduto nella realtà o un personaggio reale mi stimolano a continuare.

Hai frequentato scuole di scrittura creativa o sei un autodidatta?

Non ho mai frequentato scuole di scrittura creativa, anche se mi sarebbe piaciuto, in quanto il lavoro da autodidatta comporta sempre il trascinarsi nei propri scritti errori che si potrebbero eliminare con un buon corso di scrittura.

Che lavoro facevi prima di diventare romanziere?

Lavoro ancora attualmente come ottico – optometrista presso i miei due negozi che gestisco nella mia città, Salerno.

Quali sono le tue letture preferite?

Ho letto molto, sin da ragazzo. Iniziai con il genere giallo, da Agatha Christie ad Arthur Conan Doyle, passando poi al genere classico, sia italiano che straniero, mettendo su una considerevole biblioteca personale. Preferisco gli scrittori russi quali Dostoevskij, Turgenev e Cechov; gli scrittori francesi dell’800 e del primo ‘900 quali Victor Hugo, Stendhal e Marcel Proust, nonché l’esistenzialista Sartre; gli scrittori italiani quali Moravia, Svevo, Pirandello, Elsa Morante, e poi ancora Hermann Hesse, Nietzsche, Kerouac. Attualmente sto leggendo “Il Codice dell’Anima” di Hillman, dopo essermi dilettato con “Soffocare” di Chuck Palahniuk, consigliatomi da mio figlio, e del quale ho apprezzato anche la versione cinematografica.

Stai scrivendo attualmente un nuovo libro?

Si. Veramente l’ho già ultimato e, dopo una attenta revisione, dovrebbe essere pubblicato tra qualche mese sempre con la Faligi editore. Si intitola “Un sogno venuto dal passato” e narra del percorso esistenziale di un uomo e una donna, accomunati dal medesimo sogno ricorrente legato all’amore e alla triste sorte capitata ai loro antenati, perseguitati dai fascisti durante la seconda guerra mondiale. È la storia di una ricerca interiore della propria identità e del conseguimento di una più alta consapevolezza della propria umanità e del proprio rapporto con Dio.

Partecipi a premi letterari, concorsi ne hai vinti o anche solo sei arrivato finalista?

Ho ricevuto una menzione speciale nel premio “Alois Braga 2008” e la pubblicazione in antologia di un racconto partecipante al concorso “Nuove parole”. Sono risultato finalista nel concorso letterario “Il Romanzo”indetto da edizioni Tindari.

Utilizzi il dialetto nei tuoi libri?

No. Anche perché il genere che scrivo non lo richiede necessariamente.

Hai fatto fatica a trovare il tuo editore?

All’inizio si. Ho impiegato circa un anno per trovare un editore che credesse in me e nel mio modo di scrivere e non chiedesse contributi per la pubblicazione. Sono passato per ben undici proposte di pubblicazione a pagamento pervenute dalle tante case editrici sparse per il Paese, tanto da indurmi a soprassedere momentaneamente e a tentare con i Concorsi letterari. Poi è arrivata la proposta della Faligi e ho accettato il loro contratto.

Hai un agente letterario?

No. Anche perché la mia casa editrice ha, come sua politica editoriale, la caratteristica di tradurre i libri in altre lingue e proporli così anche ad un mercato estero.

Parlami della trama del tuo primo libro?

“Il Disagio dell’Anima” è la storia d’amore di due giovani innamorati, Paolo e Francesca, vissuta durante gli anni ’70 e bruscamente interrotta da cause indipendenti dalla loro volontà. Il distacco procurerà ad entrambi un profondo disagio interiore durato vent’anni, che solo la stesura di un romanzo, che racconta la loro storia, potrà aiutare a superare, realizzandoli ad una maggiore consapevolezza interiore. L’opera appartiene al genere esistenziale – romantico, con spunti riflessivi su temi essenziali quali l’Amore, l’Amicizia e la propria crescita spirituale utilizzando come mezzo la scrittura.

Ti piace concedere interviste?

Penso di si. Con voi è la prima intervista che faccio.

Che rapporto hai con i tuoi lettori?

Per ora sono in contatto con loro e con chiunque richiede spiegazioni tramite Facebook ed email personale. Fra non molto sarà attivato dalla Faligi un mio sito personale http://www.ildisagiodellanima.com tramite il quale potrò discutere in maniera più diretta con i miei lettori.

Che strumento di scrittura preferisci, bic, computer?

Sicuramente il computer. Offre molte opportunità, quali la correzione in tempo reale del testo, l’impostazione dei caratteri, dei paragrafi e degli stili di scrittura. E poi si risparmia carta, che è ecologicamente corretto.

Parlami della tua città la utilizzeresti come scenario dei tuoi libri?

Salerno è una bella cittadina della Campania, relativamente tranquilla e vivibile e ben amministrata. L’ho utilizzata come scenario sia nel primo romanzo “Il Disagio dell’Anima” che in parte nel secondo libro.

Ti piace lo scrittore turco Pamuk ?

Non ho mai letto libri di Pamuk. So solo che è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura.

Quanto c’è di autobiografico nei tuoi libri?

Penso che qualsiasi libro contenga sempre materiale autobiografico. Nel mio caso, essendo un genere esistenzialista, ci sono sicuramente dei riflessi autobiografici nei miei libri. Per poter descrivere uno stato d’animo, un pensiero, una riflessione interiore, è necessario averli vissuti almeno in parte.

Come ti documenti usi internet, frequenti biblioteche?

In passato ho frequentato la Biblioteca della mia città. Oggi uso prevalentemente internet per documentarmi.

Per un ragazzo del sud è più difficile fare lo scrittore?

Non penso. Forse quello che manca ad una piccola cittadina del Sud è il contatto con altri scrittori tramite i centri culturali, che da noi sono un poco carenti. Il confronto con altri scrittori ritengo sia essenziale per una maturazione in questa arte. Però oggi c’è internet che offre grandi possibilità di contatti.

Hai un blog, un sito, scrivi per riviste on line?

Come già accennato il mio sito è http://www.ildisagiodellanima.com e poi ho una mia pagina su Facebook, dalla quale ricevo molte informazioni da Biblioteche e centri culturali.

Cosa pensi dei ghost writer?

Penso che sia un ruolo adatto ai professionisti della scrittura. Sono del parere però che un libro debba essere interamente scritto dal suo autore e solo al massimo revisionato da qualcun altro.

Che tipo di lettore sei? Inizi a leggere tanti libri alla volta magari non finendoli o ti soffermi su uno solo per volta magari rileggendolo più volte?

Generalmente leggo un libro alla volta, anche perché se il testo è scritto bene e mi prende veramente allora lo leggo nel giro di pochi giorni. A volte è capitato di interrompere una lettura per intraprenderne un’altra, ma in linea di massima i due testi erano strettamente collegati tra di loro.

Quanto contano i sentimenti nei tuoi romanzi?

Moltissimo. I miei romanzi parlano sempre d’Amore , l’Amore romantico, quello con la A maiuscola. C’è sempre una storia d’Amore nella trama di un mio libro, anche se il tema è differente, come è capitato nel secondo romanzo.

Hai mai letto Italo Svevo?

Certamente! Ho letto Una vita, Senilità e La Coscienza di Zeno. Di questo autore mi piacciono molto i monologhi interiori dei suoi personaggi.

Una Risposta to “”

  1. chopy Says:

    Sono d’accordo con lui: in ogni libro, sia voluto che inconscio, c’è sempre qualcosa di autobiografico.
    Personaggio interessante il Matteo Siano. Non posso dire se mi piacerebbe perché solo dopo una lettura potrei dirlo, ma le risposte mi piacciono. Ho notato che ha bisogno di idee a volte per continuare a scrivere: questo è un peccato mortale…

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