:: Intervista a Matteo Grimaldi
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Parlaci di te come ti sei avvicinato alla scrittura?
Inconsapevolmente da molto piccolo. Avevo una Olivetti verde e scrivevo storielle che col senno di poi definirei penose. La consapevolezza non è arrivata neanche quando si è trattato di decidere l’università. Alla fine ho scelto Informatica all’unico scopo di farmi comprare un computer dai miei, per scrivere. Sì, erano altri tempi.
Raccontaci la trama del tuo primo libro "Non farmi male".
Non farmi male è una raccolta di racconti che esplorano il dolore nelle sue forme più ingiuste, quelle che rovinano la vita. Ho voluto rendere protagonisti personaggi indifesi: adolescenti, bambini che non possono difendersi perché non sanno farlo.
Per il secondo Supermarket24 è successo un disguido con l’editore che cosa in pratica?
Un piccolissimo dettaglio. L’editore ha chiuso. L’unica fortuna sta nel fatto che abbia preso la decisione un paio di settimane prima che uscisse Supermarket24. Questo mi ha permesso di ricominciare a proporre un libro comunque ancora inedito. Se fosse uscito, nessun editore l’avrebbe mai più ristampato.
Che rapporto hai con i tuoi lettori?
Con qualcuno ho stretto belle amicizie. Ci sentiamo spesso e parliamo di tutto, anche di libri, per niente dei miei. Preferiamo confrontarci su altro.
Hai amici scrittori?
Ne ho conosciuto qualcuno, amici è una parola grossa.
Quali sono i tuoi libri preferiti?
Mi piace la narrativa italiana. De Carlo, Ammaniti, Isabella Santacroce, Calvino. In questo periodo sto riscoprendo il gusto dei classici. Anna Karenina mi ha conquistato. Poi l’opera omnia di Marquez, e Delitto e Castigo imperdibile.
Leggi molto?
Prima di più. Mi piacerebbe tornare ad avere pomeriggi interi per potermici dedicare.
Parlaci della tua città.
Di L’Aquila non si dovrebbe mai smettere di parlare. La sorte l’ha punita. Siamo stati davvero tanto sfortunati. Chi non ha perso tutto sta cercando e trovando la voglia non solo di sopravvivere, ma di costruire, nel tempo, la L’Aquila di domani, quella per i giovani del futuro. E’ una battaglia che quasi certamente non vedrà vincitori. Questi piccoli uomini e donne di montagna non avranno neanche il tempo per godersi i primi frutti; sono loro i veri eroi.
Hai un blog La stanza del Matto parlacene.
E’ un luogo socialmente inutile. Un diario estemporaneo senza tema, con la tendenza, talvolta inopportuna, a sdrammatizzare tutto.
Ti piace Murakami?
Mai letto. Stavo per acquistare L’elefante scomparso ed altri racconti, poi non l’ho fatto. Se avessi saputo della domanda… Comunque rimedierò.
Frequenti premi letterari o concorsi, ne hai mai vinto uno?
Ho partecipato a quattro o cinque concorsi, ne ho vinto uno col racconto Cemento, contenuto in Non farmi male. In quell’occasione fui contentissimo, continuo comunque a non sentirmi affine ai concorsi, che tendono a premiare stili molto accademici. Io punto su altro.
Ti hanno proposto di pubblicare i tuoi libri a pagamento?
Ne ho appena ricevuta una via e-mail di queste proposte. Non ho mai pubblicato a pagamento e mai lo farò. Non è un giudizio di merito sugli autori che ci stanno e sugli editori che adottano questa politica. E’ che pagando avrei la sensazione di essermela comprata, la pubblicazione. Di conseguenza crollerebbe la certezza della qualità dei miei scritti. Mai darei in pasto al pubblico un’opera della cui qualità non sia certo. Il fatto che un editore ci metta i propri soldi è una buona garanzia e puoi star certo che quell’editore farà del suo meglio perché, per guadagnarci, o almeno recuperare le spese, il libro deve venderlo.
Faresti mai il ghost writer?
Se mi dessero molti soldi, perché no!? Non è proprio il massimo artisticamente parlando, e mi provocherebbe una certa rabbia scrivere libri e vedere in copertina il nome di qualcun altro. Però cos’ha la professione di ghost writer di tanto peggio del Mc Donald’s dove lavoro, per esempio?
Trovi più difficile scrivere i dialoghi o delineare i personaggi?
Se sono ispirato non trovo difficoltà, in generale. Se non sono ispirato lascio perdere.
Definiscimi il talento.
Fosse semplice. Quello di cui sono abbastanza sicuro è che non puoi non accorgertene. Quando il talento c’è ti arriva dritto in faccia, ma non è l’unica componente da valutare, e direi neanche la più importante.
Ti piace concedere interviste?
Mi piace che qualcuno si interessi a quello che faccio, sì.
Faresti mai tour promozionali dei tuoi libri come si usa in America?
Con Non farmi male abbiamo giracchiato per l’Italia facendo dieci presentazioni. Abbiamo bei progetti anche per Supermarket24 che uscirà a novembre. Proviamo a raddoppiare. Credo sia importante cercare occasioni per promuovere i propri lavori, per confrontarti con i tuoi lettori.
Parlami del tuo rapporto con il successo.
Non lo conosco. Ci ignoriamo, per ora. Siamo entrambi molto superficiali e quindi abbiamo deciso che ci siamo antipatici senza esserci mai incontrati, questione di pelle; questo ci basta per non voler avere rapporti.
Cosa stai leggendo attualmente?
Cent’anni di solitudine e i racconti di Poe.
Hai mai scritto poesie?
Sì, qualcuna l’ho anche pubblicata. Anche se sono riluttante a farlo, perché trovo che quella della poesia sia una dimensione così intima e difficilmente apprezzabile che debba restare propria. La maggior parte di quelle che oggi vengono definite poesie, dagli stessi autori che l’hanno scritte, non sono altro che frasi banalissime, incolonnate pure male che servono a riempire diari e blog.
Hai un agente letterario?
No, preferisco vedermela da solo, almeno finché riesco.
Parlami del tuo metodo di scrittura.
Non ho un metodo. Scrivo a scene. Vedo una scena, dei personaggi, li sento parlare, mi metto lì e scrivo. Dove poi mi porterà, se sarà una storia capace di camminare sulle proprie gambe oppure finirà nel cestino come tante, lo scoprirò alla fine.
Hai fatto fatica a trovare un editore per il tuo primo libro?
Sinceramente no. Molta più fatica a trovarlo per il secondo. C’è da dire che sono stato parecchio sfortunato perché il libro sarebbe dovuto uscire nel marzo scorso. Questa è la dimostrazione che non mollare da qualche parte ti porta, se te lo meriti.
Vai in tv, conosci Booksweb tv?
Ho partecipato a qualche trasmissione televisiva regionale. Costanzo non l’ho mai conosciuto, insomma. Booksweb certo che la conosco, magari un giorno capiterà di incrociarci.
Quale è il libro più divertente che hai letto?
A me I love shopping ha fatto molto ridere, ma anche Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire. Melissa P dovrebbe buttarsi sul comico.
Frequenti le fiere del libro di Torino e Francoforte?
Sono tre anni che mi riprometto di andare a Torino e alla fine non riesco mai. Magari il prossimo è quello buono.
Insegneresti scrittura creativa?
La scrittura creativa non si insegna. Sono sufficienti le elementari, a mio parere.
Ti piace Giorgio Faletti?
Mi piace di più Julia Roberts. A parte gli scherzi di Faletti ho letto Io uccido e pur non trovandolo eccelso mi ha abbastanza convinto, inducendomi ad acquistare Niente di vero tranne gli occhi che non mi è piaciuto per niente. Da allora mai più. La pecca di Faletti, a mio modestissimo avviso, è questa sua tendenza ad allungare il brodo rimpinzandolo di descrizioni, metafore che rassicurano i lettori sulla sua padronanza della lingua, ma per niente funzionali alla storia.
Faresti mai un book trailer?
Sì, mi piace l’idea di raccontare il libro attraverso immagini e voci.
Un saluto a tutti i lettori. Proteggete sempre i vostri angoli.
Sono del 1981 e vivo a L’Aquila. Non credo alle favole, ma ai piccoli passi sì. Mi piace definirmi “scrivente”, semplicemente uno che scrive. Il nove ottobre del 2006 è uscito il mio primo libro "Non farmi male", edito da Kimerik, giunto alla terza edizione. Una raccolta di racconti dolorosi legati dal sottile filo di paura che accomuna i protagonisti di ogni storia. La paura che qualcuno distrugga la loro vita. Ho un blog: "La stanza del Matto" che aggiorno con tutto quello che mi accade, sempre visto da un’angolazione visionaria e scanzonata; un luogo in cui la follia è considerata la migliore delle qualità.
Inoltre, da febbraio 2009, curo la rubrica "4 Chiacchiere (contate) con…" (http://www.sololibri.net/public/spip.php?rubrique=8), in cui sono raccolte interviste informali ad autori più o meno noti
Presto in libreria il mio nuovo romanzo Supermarket24
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