Intervista a Simon Kernick a cura di Giulietta Iannone

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indexScrive solo romanzi o anche racconti?

Scrivo preferibilmente romanzi ma recentemente ho pubblicato un racconto sul Guns Website ( http://www.plotswithguns.com ) e ho firmato un contratto per scriverne un altro che apparirà in una raccolta di racconti americani chiamata “Dublin noir” e tutte le storie sono naturalmente ambientate a Dublino.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

Dennis Lehane, Lawrence Block, Harlan Coben, John Sanford.

Ti piace l’Ulisse di James Joyce?

Lessi questo libro molti anni fa e mi divertì molto ma a dire la verità preferisco di gran lunga l’Odissea di Omero su cui Joyce prese spunto per scrivere il suo Ulisse.

Utilizzi spesso il monologo interiore?

Non so, a dire il vero, non so neanche cosa sia.

Quale strumento di scrittura preferisci usare, la penna, il computer o la macchina da scrivere?

Sempre il computer, faccio troppe revisioni e riscrivo sempre tutto molte volte e infine la mia calligrafia e francamente terribile.

Ti piace la musica jazz?

Molto e la ascolto soprattutto mentre scrivo. La apprezzo soprattutto perché non è una musica intrusiva e così posso scrivere senza perdere la concentrazione e inoltre crea un’ atmosfera piacevole. Apprezzo soprattutto Herbie Hancock particolarmente i suoi lavori degli anni Sessanta.

Tu vivi vicino a Londra, in una zona relativamente tranquilla. Londra, invece, ha un alto tasso di criminalità, pensi che la cattiva educazione sia la ragione di ciò?

Sì, certamente la cattiva educazione non aiuta ma ad essere onesti ci sono molte altre ragioni e la combinazione di esse che crea questo problema sociale.

Hai relazioni d’amicizia con altri scrittori?

Si, conosco bene molti scrittori inglesi (vedi sopra) e anche alcuni scrittori americani. La nostra è una comunità piuttosto ristretta e si tende a frequentare sempre le stesse persone alle varie conferenze tenute in UK e US. Stranamente, però, tra noi non c’è molta rivalità. Mi sembra che solo tra gli scrittori di libri di cucina si odino tra loro moltissimo (sorride), ma i nostri rapporti sono piuttosto amichevoli, puoi crederci o no. Sul serio.

Sei uno scrittore inglese. Apprezzi gli scrittori americani e soprattutto l’inglese americano?

Mi piacciono senz’altro molti scrittori americani e penso che producano alcuni delle migliori crime fiction del mondo, ma non sono tanto convinto che l’inglese americano sia altrettanto da apprezzare. Per uno scrittore inglese è piuttosto irritante trovare errori grammaticali che per gli americani non sono affatto errori.

Durante la stesura di un libro tu preferisci occuparti della descrizione dei luoghi, della descrizione dei personaggi, o dei dialoghi?

Tutte e tre le cose sono importanti ma nei miei libri tendo a concentrarmi molto sulla trama e penso che il migliore meccanismo per movimentarla sia concentrarsi sui dialoghi. Penso anche, inoltre, che proprio i dialoghi siano il mio punto di forza.

The business of Dying ” diventerà presto un film? Cosa pensi della relazione tra letteratura e cinema?

Spero che un giorno diventi un film. C’è stato qualcuno interessato a questo progetto ma gli ingranaggi dell’industria cinematografica sono lenti. Sto occupandomi di trarre una sceneggiatura dal libro e spero che questo sia d’aiuto. Per quanto riguarda i rapporti tra letteratura e cinema penso che siano due settori separati. Qualche volta da un buon libro si può trarre un film fantastico (penso per esempio a “The shipping news”, “A clockwork orange”, “Full Metal Jacket”, e naturalmente “The lord of the rings”). Ma molto spesso i film non rendono giustizia a libri di per se ottimi. La lista degli esempi è senza fine ma il film “Burglar” è un ottimo esempio della distruzione di una decente crime fiction (film basato presumibilmente su un libro di Lawrence Block, ma semplicemente non funziona).

Chi è Sally?

Mia moglie.

Hai senso dell’umorismo?

Lo spero proprio.

Quali sono le qualità tipiche di un buon scrittore?

Innanzi tutto bisogna essere capaci di raccontare una storia, poi la perseveranza è una qualità molto importante, unita alla pazienza. Di norma ci vuole tantissimo tempo prima di pubblicare il primo libro. Nel mio caso ci ho impiegato nove anni. Duranti i quali ho ricevuto ben più di duecento rifiuti tra agenti e editori così tu hai tutto il tempo per prepararti ad avere la pelle dura, così noi diciamo in Inghilterra. Se tu sei sensibile alle critiche, non riuscirai mai a fare pubblicare i tuoi libri. Ci saranno sempre persone a cui non piacerà il tuo lavoro e tu devi essere preparato ad accettarlo. L’esperienza è anche essenziale. I miei primi tentativi di scrittura erano letteralmente spazzatura, ma con il passare degli anni, scrivendo e riscrivendo, anche solo poche righe, ho ottenuto risultati sempre migliori. C’è un altro detto da noi, “nella maggior parte delle cose, c’è un 10 % di ispirazione e il 90 % traspirazione” e penso che sia vero. Se tu lavori duramente il tuo modo di scrivere sarà continuamente migliorato.

Leggi i quotidiani ogni mattina?

Si, solitamente The Times. Lo leggo solitamente a pranzo. Come molte persone in UK , preferisco avere una lunga pausa pranzo, che mi permette di ricaricare le forze per scrivere nel pomeriggio.

La figura del poliziotto è per te una sorta di strumento per criticare i mali della società?

Penso che gli ufficiali di polizia siano in una posizione unica per criticare i mali della società, siccome ne vedono così tanti. Io tendo nei miei libri a dare voce al loro punto di vista. Comunque questo non vuol dire che sono interamente dalla parte dei poliziotti. Dennis Milne il poliziotto protagonista del “The business of dying” non è esattamente un brillante esempio di buon tutore dell’ordine.

Fumi? Pensi che automaticamente, nell’immaginario del lettore, un personaggio che fuma sia un personaggio negativo?

Ho sempre fumato. Ho smesso proprio tre mesi fa perché penso di essere un bravo ragazzo, no veramente non penso che un personaggio che fumi sia automaticamente un personaggio negativo.

Pensi che alcuni scrittori siano “cattivi maestri”? Puoi farmi un esempio.

Molti scrittori non scrivono per insegnare ma per intrattenere. Perciò penso che sia difficile criticare qualcuno per il fatto di non fare cose per cui esistono testi appositi.

Pensi che un libro può cambiare la gente e così il mondo?

Penso che un buon libro possa cambiare il modo di pensare di alcuni su determinati argomenti , ma penso che influenzare il mondo è un po’ più difficile. Comunque potrei dire che “ la Bibbia ” ha cambiato una grandissima parte del mondo. O per esempio “La teoria dell’evoluzione della specie di Darwin”.

Vuoi essere uno scrittore di intrattenimento o vuoi mandare un messaggio più profondo ai tuoi lettori?

Penso che, come molti scrittori, mi piacerebbe fare entrambe le cose e spero di farlo con successo.

Pensi che ci siano regole d’oro per sopravvivere tra agenti letterari, editori, sposor, e lettori?

La regola d’oro è scrivere bene, se lo fai allora sopravvivi.

Come pensi di preservare la tua indipendenza spirituale nell’attuale mondo letterario?

Se fai della scrittura un lavoro che ti dia da vivere sempre dovrai accettare dei compromessi su alcuni argomenti, dovrai ascoltare i tuoi editor quando ti suggeriranno dei cambiamenti da fare nei tuoi libri, perché il loro lavoro è vendere i tuoi libri. Ma tuttavia penso che tu possa mantenere la tua indipendenza. Hai solo da lavorare più duramente per poterlo fare.

Quali lettori preferisci?

Quelli che comparano i miei libri.

Usi metafore o significati nascosti nei tuoi libri?

Non penso che i messaggi che voglio trasmettere siano proprio nascosti e non sono un particolare fan delle metafore per comunicare le mie opinioni al lettore. Preferisco lasciare che parlino i personaggi e che i lettori traggano le loro conclusioni da quello che loro dicono.

Cosa stai leggendo al momento?

A guilty thing surprised” di Ruth Rendell. E’ uno dei suoi primi libri, del 1970 penso.

Ti piace giocare con le parole o per te scrivere è sempre una cosa seria?

Mi piace scrivere molto velocemente un primo abbozzo molto semplice, poi trascorro un lungo periodo a revisionarlo e sì durante quel tempo mi piace giocare con le parole rendendo il testo per il lettore il più scorrevole e divertente possibile. Non dovrebbe essere mai un lavoro totalmente serio.

Quale è la tua opinione sulla presente situazione degli scrittori in UK? Sei pessimista?

E’ dura guadagnarsi da vivere facendo lo scrittore, specialmente se lo fai a tempo pieno come capita a me. Comunque non sono portato ad essere pessimista. La mia convinzione è che se continui ad avere idee, e puoi metterle giù sulla carta, allora un giorno il tuo momento verrà. E’ stancante perché io sono obbligato per contratto a scrivere un libro all’anno, ma non più stancante di molti altri lavori e considerevolmente meno che di alcuni altri.

Qual è il significato del talento per te? Un dono o una capacità che si può aumentare con il lavoro?

Sostanzialmente entrambe le cose anche se come ho detto prima ritengo che il lavoro successivo sia sempre migliore del precedente.

Ti piace la letteratura russa?

Non ho più letto niente dai tempi del college, ma a quei tempi ero un grande ammiratore della bellezza dello stile letterario in particolare di Chekov. Oggi raramente riesco a leggere crime books. Sono troppo occupato. Guarda cosa fa la competizione!

Ti piacciono i libri di Michael Connelly?

Si, lo ritengo un grande scrittore. Il suo ultimo “The narrows” è uno dei miei preferiti del 2004.

Hai un agente letterario? Per te è un amico, solo una relazione professionale, o vi lega un rapporto amore-odio?

Sì, ho un agente letterario ed è sia un’ amica che una collega.

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