
La vita degli Angeli è fatta di mistero e luce. Ci sono accanto per tutta la vita, ci difendono, ci spronano, ci ammoniscono, a volte ci rimproverano, ma non cessano di amarci senza a volte un ricambio minimo di amore, di gratitudine, di affetto. Questo libro ci racconta la storia di San Michele Arcangelo come si è dipanata nel corso dei secoli tra testimonianze e doni soprannaturali.
“San Michele Arcangelo difendici nella lotta contro i nostri nemici, visibili e invisibili”.
Già, ma ci sono altre sue virtù che il mondo venera da tempo immemore.
Molti santi dotti parlano della potente intercessione di San Michele per le anime del Purgatorio, quali San Anselmo, dottore della Chiesa, quando scrive: “Il principe delle milizie celesti è potentissimo in Purgatorio…”.
Un monaco cistercense, dopo la sua morte, apparve ad un sacerdote che era stato suo amico e gli chiese di raccomandare la sua anima a San Michele durante la Santa messa, affermando che così sarebbe stato liberato dal Purgatorio. Dopo aver fatto ciò, il sacerdote ed altri videro l’anima del monaco cistercense mentre veniva accompagnata in Paradiso da San Michele.
San Roberto Bellarmino, un altro dottore della Chiesa, affermava:
“E’ riconosciuto – senza ombra di contestazione – fin dalla fondazione della Cristianità, che le anime dei fedeli defunti sono liberate dal Purgatorio in virtù dell’intercessione di San Michele arcangelo”.
Un altro bravo sacerdote, mentre offriva la Messa per i defunti, intercedette per alcune anime defunte in particolare alle parole “Possa il principe degli angeli, San Michele, guidarle nella gloria del Cielo”. In quel momento il sacerdote vide Michele lasciare il Cielo, visitare il Purgatorio e guidare quelle anime particolari verso il Paradiso. Un Dono da considerare con onore, timore, tripudio e affidamento.
Scorrendo le pagine di questo tonico libretto, leggiamo alcune celebri apparizioni di San Michele Aracangelo.
Nel 1972 a Dozulé, in Normandia, iniziò una serie di apparizioni degne di nota, 50 delle quali sono state registrate. La prima di esse, il 28 marzo 1972, durò per un periodo di oltre sei anni, interessò Madeline Aumont (nata nel 1927) madre di cinque figli. Trentasei apparizioni di Cristo ebbero luogo davanti al Tabernacolo o all’Ostensorio. Il 28 marzo, prima dell’alba, mentre era ancora buio, un’immensa croce gloriosa apparve nel cielo. Madeline udì le seguenti parole in latino: “Ecce Crucem Domini!” – “Ecco la Croce del Signore!”. Solo pochi giorni più tardi, non conoscendo il latino, apprese il loro significato da un sacerdote.
Venerdì 3 febbraio 1978 Nostro Signore diede a Madeline un dono di discernimento riguardo Michele e anche riguardo gli spiriti maligni. Citiamo la parola di Gesù: “Quando Dio Padre invia il benedetto Michele, la Luce precede sempre la sua venuta. Vivete nel periodo in cui Satana è scatenato in tutta la sua potenza; ma si sta avvicinando il tempo in cui Io verrò a vincere il male”.
Cyndi Cain, moglie e madre, è un’importante veggente e anima vittima degli Stati Uniti di oggi. E’ nota come il “Fiore nascosto” ed è nella stima del proprio Vescovo. Ha ricevuto molti messaggi e molte delle sue locuzioni sono apparse sulla rivista mensile “A Call to Peace” (Un Richiamo alla Pace). Negli ultimi tempi non è più apparsa in pubblico. San Michele le è apparso in diverse occasioni, sempre in una chiesa. In un’occasione l’arcangelo le apparve in piedi davanti al tabernacolo. Teneva una spada nella mano destra ed uno scudo nella sua mano sinistra o sul braccio. Cyndi ricevette questo messaggio da Gesù: “Michele, Protettore del Santissimo Sacramento, è presente”. Cyndi sembrò rendersi conto del fatto che Cristo fosse dispiaciuto per gli oltraggi che avevano luogo davanti a Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, come il parlare da parte delle persone nelle navate laterali dopo la Messa. San Michele era là per allontanare qualsiasi abuso. Cyndi, suo marito ed i bambini si soffermarono in rendimento di grazie per circa 15 minuti. Michele svanì.
Questi sono solo alcuni esempi della presenza costante di San Michele nelle nostre vite, presenza che si materializza in messaggi, visioni, apparizioni, sogni che compaiono oggi – nel nostro mondo privo oramai di sensibilità spirituale – come nel passato.
Ci chiediamo la ragione dello strano “declino” e omissione di così tanti elementi di devozione a San Michele. Per esempio, qualsiasi santo, o molti santi tra i maggiori o i minori, possono avere il loro giorno di festa particolare. Tre arcangeli tremendamente grandi, sono ora “onorati” per essere “assembrati” in una festa minore a paragone di altre. Con le molte chiese in onore di singoli arcangeli, sarebbe bello festeggiare di nuovo singolarmente ognuno degli arcangeli.
Nel IV secolo (d.C.) sappiamo dell’esistenza di chiese dedicate a San Michele. Nei primi secoli San Michele era in particolare il patrono degli ammalati e in Oriente aveva un numero considerevole di santuari e feste. In Egitto, il 12 giugno, i cristiani celebravano una festa in onore di Michele come un giorno santo. In Germania i templi montani ai falsi dèi furono sostituiti da molte cappelle-santuario a Michele. A partire dall’ottavo secolo, a Roma venne osservata la festa della dedicazione della Basilica di San Michele, il 29 settembre.
Si deve porre l’accento sul fatto che la devozione a San Michele non sorse da apparizioni, ma si basa sulle fondamenta sia del Vecchio che del Nuovo Testamento e su una lunga tradizione. Le apparizioni possono dare vigore alla devozione ma la vera base è la Fede ed una solida teologia. L’intercessione di San Michele sul Monte Gargano è testimoniata dalle grandi vittorie di Siponto sui Goti nel 490 e sui Greci Napoletani nel 663. Nel caso dell’ultima vittoria Michele apparve. I napoletani avevano deciso di muovere guerra alla popolazione di Siponto e Benevento. Il vescovo allora chiese alla gente di fare tre giorni di digiuno e preghiera mentre implorava l’intercessione di san Michele. Michele apparve al vescovo e gli disse che Dio aveva ascoltato le loro preghiere; lo invitò inoltre a dire coraggiosamente alla gente di affrontare il nemico all’ora quarta del giorno dell’attacco. All’ora data il monte Gargano fu violentemente scosso e nubi scure lo avvolsero. Lampi violenti sopraggiunsero dal monte come frecce infuocate e volarono verso i nemici disperdendoli. La festa in onore della vittoria, l’8 maggio 663, si diffuse in tutta la Chiesa Latina. Sfortunatamente non è più osservata.
A conclusione di questo itinerario sulle tracce della devozione a San Michele Arcangelo, riferiamo una storia che non tutti conoscono sul nome di Castel Sant’Angelo a Roma e la diffusione del Regina Caeli.
A nessun turista o pellegrino della Città Eterna può sfuggire la visione dello splendido angelo dorato sulla sommità di Castel Sant’Angelo. La figura angelica ricorda un’apparizione di San Michele. Nel 589 il Tevere straripò e ne seguì una peste. Nel 590 Gregorio il Grande divenne il nuovo papa. San Gregorio organizzò e guidò una processione penitenziale attraverso le strade della Città di San Pietro, con tutta la gente che pregava per la liberazione della mortale malattia. Da allora in poi il Castello fu chiamato col nome di Sant’Angelo. Mentre la processione penitenziale procedeva, san Gregorio vide in cima un angelo che rinfoderava una spada insanguinata, mentre altri angeli cantavano il Regina Caeli laetare! “Regina dei Cieli rallegrati, alleluja! Colui che hai portato nel grembo, alleluja! E’ risorto come aveva promesso. Alleluja!“. A questo canto il Santo Padre rispose, “Prega Iddio per noi, alleluja!”. Questo è diventato l’”Angelus” del tempo di Pasqua.
Tag: Daniela Distefano, L’Arcangelo San Michele. Vita e apparizioni fino ai giorni nostri
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