:: “Don Dolindo Ruotolo. Preghiere, meditazioni e massime” di Marcello Stanzione, a cura di Daniela Distefano

by

Protagonista di questo libro minimalista è un sacerdote diocesano napoletano, autore di scritti di teologia, di ascetica e di mistica, il quale consacrò la propria esistenza alla sacra pianta della preghiera che coltivò per amore dei poveri, gli ammalati, gli sfiduciati di ogni contrada del pianeta. Don Dolindo Ruotolo – vittima volontaria per l’umanità e la chiesa – era nato a Napoli, nel popolare quartiere Forcella, nel 1882, quinto di undici figli di un matematico e di una nobildonna di origini spagnole. Il primo dolore fu la separazione dei genitori: il padre avaro, la madre signorile e dolce, troppo lontani dalla serena unione familiare. “Dolindo” significa “dolore”, il nome fu coniato dal padre, e profeticamente la sofferenza fu l’elemento che connota la sua esistenza. Come San Padre Pio, subì gli attacchi del Santo Uffizio con l’impedimento di officiare la messa in pubblico per un certo tempo, ebbe il dono della profezia, il carisma della massima ubbidienza alla Chiesa ed accettò in tutto e per tutto la Volontà Divina nella più profonda umiltà. Fu anche un raffinato letterato, brillante musicista, cantore e organista, predicatore, Servo di Dio che abbracciò la povertà per il prossimo. Le sue giornate cominciavano alle 2:30 del mattino per terminare verso la mezzanotte, scandite da tanti rosari e preghiere, dallo studio dei testi sacri e dalla scrittura, dall’immancabile sostegno ai soli, agli ultimi. Innamorato della Madonna, per sua intercessione ricevette i doni dell’intelletto e della sapienza, lui così sprovvisto delle necessarie basi culturali. Morì il 19 novembre 1970 in concetto di santità. Don Dolindo ebbe una particolarissima devozione per le anime del purgatorio e raccomandava ai suoi figli spirituali di fare l’atto eroico, cioè l’abbandono, tra le mani di Maria Santissima, in favore delle anime del Purgatorio, di tutte le buone opere anche di quelle che altri faranno per noi, prima o dopo la nostra morte.

Con questo libretto si può leggere ogni giorno almeno un pensiero di don Dolindo e fare cinque minuti di meditazione su di esso. Si può concludere con una delle preghiere composte dal servo di Dio e fare l’atto di abbandono da lui composto.

Ecco alcuni Pensieri raccolti nel testo:

– “Benedite dunque Dio che permette in voi queste tempeste dello spirito, certamente dolorose ma ancor più fruttuose”.

– “La vita dell’uomo deve essere solo un grande volo di amore a Dio”.

– “Quando si vede cosa è stata la vita dei santi, di quale annientamento hanno avuto bisogno per operare il bene”.

– “Le parole dei santi nutrono molte anime perché sono come cibo ben condito, condito dell’ardore di un cuore santo”.

-“Affidati a me e non temere nulla, affidati a me e lascia che ti trasformi, impara da Me a mutare l’amarezza in umiltà e amore”.

-“A me non piacciono i grandi discorsi… preferisco la parola semplice, che parli all’anima e la semplicità degli esempi”.

– “L’uomo non sa compatire i dolori dell’anima, si leva con tanta felicità come giudice del fratello”.

-“La vita è una prova, e la medesima morte è un sonno. Soffri ora ma poi godrai e risorgerai”.

Tag: , ,

Lascia un commento