
Torna finalmente nelle librerie il personaggio di Sergio Malfatti, commissario della questura di Milano e già protagonista del romanzo Pura razza bastarda, opera di Paolo Grugni. Soprannominato il Carnera
per la sua stazza, il commissario è un ex partigiano ed è solito andare in giro con un basco rosso in testa, che lo rende subito riconoscibile. Ne La trappola vengono analizzati due anni fondamentali per la storia del nostro paese, il 1968 e il 1969. Ancora una volta gli avvenimenti sono narrati attraverso il diario di Malfatti. Veniamo così a conoscenza di cosa accade a Milano e nel resto d‘Italia, soprattutto dal punto di vista politico e della cronaca nera. Nel capoluogo lombardo si assiste, impotenti, all’inarrestabile avanzata della mafia, che finisce per soppiantare definitivamente la ligera , la mala locale. Due “famiglie” si contendono il controllo della città in una guerra senza quartiere, attraverso il traffico di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione e tante altre attività illecite. A volte ci scappa il morto, cui segue, puntualmente la vendetta. La crisi economica, intanto, colpisce pesantemente il Sud Italia e molta gente si trasferisce a Milano in cerca di una sorte migliore. Si tratta di poveri che si accampano ovunque, dormono dove capita, si lavano alle fontanelle pubbliche e devono subire anche il disprezzo da parte dei cittadini. In mezzo a tutto ciò, assistiamo ai giochi politici orchestrati dalla DC, che continua, imperterrita, a governare. Qualcuno iniziare a tracciare la strada per quello che sarà chiamato compromesso storico
, ma non è visto di buon occhio, per usare un eufemismo. Dai documenti ufficiali pubblicati nel diario di Malfatti si evince di come l’estrema destra stia preparando qualcosa di grosso, mentre le autorità si concentrano sui movimenti anarchici. Scoppiano ordigni in quantità e il commissario è uno dei primi a capire come stiano realmente le cose, anche perché Il Comandante , uomo dei Servizi, lo informa spesso di operazioni segrete, in incontri cui partecipa pure Gloria Negri, agente e compagna di Malfatti. Nel diario leggiamo, inoltre, notizie riguardanti il mondo della cultura: film e dischi in uscita, concerti epici, pubblicazione di libri “rivoluzionari”. Non mancano annotazioni su avvenimenti sportivi, in particolare boxe e calcio: Malfatti è un grande tifoso del Milan e non perde l’occasione di recarsi allo stadio di San Siro per assistere alle partite casalinghe dei rossoneri. Il biennio ’68-’69 è denso di accadimenti di livello mondiale: vengono assassinati Martin Luther King e Bob Kennedy, mentre l’uomo mette per la prima volta piede sulla Luna. L’episodio centrale del romanzo si svolge in Italia: l’esplosione di una bomba alla sede milanese della Banca Nazionale dell’Agricoltura, il 12 dicembre del 1969. La strage di Piazza Fontana è considerata la madre di tutte le stragi che da lì in poi insanguineranno per anni il nostro paese. Con un notevole e meticoloso lavoro di ricerca, comprendente anche documenti inediti, Paolo Grugni ricostruisce la trappola che si stringe attorno agli anarchici, in particolare a Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli. L’autore rivela, inoltre, chi fosse il reale destinatario del “messaggio” che si era voluto mandare con la bomba. Per scoprirlo, non resta che leggere questo appassionante romanzo, uno spaccato reale di due anni cruciali per l’Italia e il mondo intero.
Paolo Grugni Milano, (1962). Ha esordito con il romanzo Let it be (Mondadori, 2004; Alacràn, 2007, Laurana, 2017). Ha poi pubblicato Mondoserpente (Alacràn, 2006; Laurana, 2021), Aiutami (Barbera, 2008; ebook per Laurana, 2014), Italian Sharia (Perdisa, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2011), La geografia delle piogge (Laurana, 2012), L’Antiesorcista (Novecento Editore, 2015), Darkland (Melville, 2015; Laurana, 2022). Nel 2018 ha pubblicato Pura razza bastarda (Laurana) e nel 2019 Il palazzo delle lacrime (Laurana). È inoltre autore della silloge Frammenti di un odioso discorso (ebook per Laurana, 2017). Vive e lavora a Berlino.
3 gennaio 2025 alle 22:49 |
Paolo Grugni sorprende sempre