:: Elogio del quotidiano di Francesco Affatato

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Hic et nunc -Immagine a cura di Vittorio, dall’Agenzia di comunicazione Imperfect. Tutti i diritti riservati.

Molto spesso, nella frenesia odierna, siamo portati a non calcolare i piccoli piaceri che le sensazioni ci offrono nel quotidiano procedere nella nostra vita, ad esempio, quando siamo sotto le coperte per riposare o dormire la nostra mente, non essendosi abituata al rilassamento, ci ricorda occasioni mancate, episodi sfortunati della giornata o, peggio, a sfortune che assillano il globo terrestre (fame, povertà, negligenza dei capi di governo, negligenza di capi vari) o piacéri che ormai abbiamo perso con l’accellerare dei tempi, lasciandoci il giusto tempo di capire se abbiamo completato la toeletta serale o abbiamo svolto le nostre mansioni.

Invece il letto può offrirci, nella sua spigolosa vetustà (3500 a.C. in poi) tra le sue coperte leggere estive o tra i caldi coltroni invernali nei quali ci avvolgiamo, piaceri che ormai, con la cella reale dei tempi, abbiamo ormai perso. Come abbiamo perso il piacere di viaggiare, il quale è diventato ormai impossibile per i costi, viste le disastrose condizioni dei mezzi pubblici e l’appena eccessivo costo di quelli privati e quasi nessun aiuto statale, e lo stato di alcune strade. 

Il paesaggio naturale (fatta qualche eccezione) è capace di lasciarci ancora a bocca aperta, se lo vediamo con occhi tranquilli e sereni e non con la fretta che caratterizza ogni spostamento che compiamo per lavoro o vacanza che sia.

Il quotidiano sta proprio laddove l’azione si ripete: lo svitare una penna, il passarsi la mano tra i capelli, l’allacciarsi le scarpe, mangiarsi un panino, lo svegliarsi la mattina e sentire l’odore di te aromatizzato alla vaniglia, lambire con i polpastrelli questo foglio (il testo è scritto in origine su cartaceo). Ed avvertire l’inchiostro nero che ha impresso la stampante sopra, solo una piccola parte di tutte quelle cose che facciamo senza pensare, avvertire, percepire, sentire la loro importanza; il cervello per mantenersi vivo e attivo ha bisogno di molti stimoli, di cui noi siamo da sempre alla ricerca (nelle emozioni forti o, peggio, nelle sostanze stimolanti (come caffè alcol fumo droghe pesanti e pesantissime, che molto spesso portano a conseguenze disastrose) che qualora abusate, ci distolgono  dal coltivare i valori che riteniamo essenziali per la nostra realizzazione.

Per raggiungere il piacere duraturo dovremmo essere ingenuamente sensibili, in pratica avvertire a mente serena l’ambiente che ci circonda ignorando dolore, sofferenza e tutto ciò che veniva considerato “male dell’anima” in modo tale da percepire ogni sfumatura delle modalità di approccio verso gli oggetti e provare piacere e soddisfazione da ciò. 

Questo, purtroppo non è consentito dei tempi che sono diventati troppo frenetici e che, per assurdo,  ci siamo imposti con il tempo e con l’invenzione degli orologi.

Per carità, il tempo è importante, ma siamo troppo spesso concentrati dal prima o dal dopo dei singoli momenti, attimi di rispetto al durante di questi, che costituisce la inverita la vera quotidianità del nostro placido vivere giornaliero.

Un “haiku (componimento giapponese di breve lunghezza:

Sua dolce linfa,

tu assapori foglia.

Sembra lumaca.

Epicureo wannabe, Frankliano in divenire, Francesco Affatato ha già pubblicato su LiberiDi Scrivere.com un altro testo, Scorrere,  ed una sorta di poesia (?), Fuori dagli schemi. Ha sensazione di essere multipotenziale, multiplo  di 12, e multiproteico alla ricerca di situazioni che lo assaporino per bene. Musicista, factotum,  casalingo e babysitter, laureato in Giurisprudenza e basta (!?). Si serve del congiuntivo, dell’ottativo e di tempi e modi di dire, fare, baciare, lettera e testamentocrea e produce idee since 1998 (lui è degli anni ‘90). Gianni Rodari, Nazìm Hîkmet, Roal Dahl, 

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