:: Gianni Simoni, un ricordo per lo scrittore bresciano, a cura di Viviana Filippini

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Nei giorni scorsi (il 3 settembre) è venuto a mancare Gianni Simoni, l’ex magistrato e giallista bresciano. Simoni l’ho conosciuto come scrittore per i suoi romanzi gialli spesso ambientati a Brescia, città che conosco perché  ho studiato lì e ora, spesso, la frequento per lavoro. I personaggi nati dalla penna  di Simoni furono la serie con protagonisti il commissario Miceli e l’ex-giudice Carlo Petri: con dodici romanzi. La seconda riguardava invece le indagini del commissario Lucchesi con sette titoli, l’ultimo  uscito nel 2019. Ricordo i suoi libri per quella capacità di coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina in intrecci narrativi ricchi di suspense e di colpi di scena. In realtà, ricordo Gianni Simoni, perchè alcuni anni fa, era il 2017 o 2018, presentammo insieme uno dei suoi ultimi romanzi, La chiave rubata e altre storie. Fu bello parlare del “fare” di Simoni come scrittore, del suo lavorare sì di fantasia,  ma con un punto fermo alla realtà e alla sua esperienza lavorativa passata. Ricordo che dietro quei folti baffi e occhiali che ammantavano il viso di Gianni di una profonda seriosità, scoprii davvero una persona piacevole, gentile, di grande competenza e entusiasmo per le storie che creava  e nelle quali si respirava aria di brescianità (comprese la classica nebbia e umidità). Di Gianni avrò un bel ricordo e mi piace pensare che il suo ricordo rivivrà, ogni volta che un nuovo lettore si approccerà ai suoi romanzi. Gianni Simoni era nato a Brescia nel 1938, e aveva vissuto per  quarant’anni a Milano come giudice istruttore portando avanti indagini attorno al mondo della criminalità organizzata, dell’eversione nera e del terrorismo.  Dal 1974 si era occupato di diversi processi per sequestro di persona, dei processi politici riguardanti le cellule bresciane legate alle Br e a Prima Linea e  negli anni ’80, come pubblico ministero alla Procura Generale di Milano nel carcere di Voghera. Su quest’ultima vicenda scrisse anche un libro con Giuliano Turone: “Il caffè di Sindona“.

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