:: Alain, un uomo in noir, a cura di Giorgio Ballario

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Molti hanno ricordato Alain Delon per le grandi interpretazione in film d’autore, curiosamente spesso italiani: “Il Gattopardo”, “Rocco e i suoi fratelli”, “La prima notte di quiete”. Altri hanno sottolineato più che altro l’aspetto glamour, la sua bellezza, i suoi molteplici amori, l’amicizia-rivalità con Jean Paul Belmondo; altri ancora le debolezze, la depressione, i problemi con i figli.

Delon è stato un’icona assoluta per almeno quarant’anni, in tutte le sue sfaccettature. E non va dimenticato il suo forte legame con il cinema noir e poliziesco, “polar” come dicono in Francia, che forse è stato il genere che più ha amato e nel quale si è più identificato. Non a caso gli unici due film che ha diretto in prima persona sono stati due polizieschi all’inizio degli anni Ottanta: “Per la pelle di un poliziotto” del 1981, tratto da un romanzo di Manchette; e il meno noto “Braccato” del 1983.

Delon ha prestato il suo volto affascinante, duro e strafottente per decine e decine di “polar” che hanno contraddistinto l’epoca d’oro del noir d’Oltralpe, lavorando con registi di spicco come Jean-Pierre Melville, Josè Giovanni, Jacques Deray, Henri Verneuil, Joseph Losey e persino in un “poliziottesco” italiano, “Tony Arzenta” di Duccio Tessari, del 1973. Qualche titolo, per rinfrescare la memoria: “Il clan dei siciliani” (1969), “Borsalino” (1970), “L’evaso” (1971), “Notte sulla città” (1972), “Due contro la città” (1973), “Flic story” (1975), “Lo zingaro” (1975), “Mr Klein” (1976), “La gang del parigino” (1977).

Nei primi anni Duemila, ormai su viale del tramonto dal punto di vista professionale, presta il suo volto invecchiato alla mini serie televisiva tratta dai romanzi di Jean-Claude Izzo, interpretando il commissario marsigliese Fabio Montale in “Delitti sotto il sole”. Una scelta criticata da alcuni per via delle posizioni politiche di Alain Delon, molto distanti dal personaggio progressista creato da Izzo, che tuttavia risultò azzeccata perché l’attore riuscì comunque a rendere Montale in maniera credibile. Nel 2004 prese parte a un’altra serie tv poliziesca, “Frank Riva”, che ebbe però meno successo.

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2 Risposte to “:: Alain, un uomo in noir, a cura di Giorgio Ballario”

  1. Avatar di The Butcher The Butcher Says:

    Ottimo articolo dove hai sottolineato molto bene la sua presenza in vari noir e polizieschi. A livello attoriale fu incredibile e dimostrò di essere meraviglioso.

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