:: Santa Veronica Giuliani. Visioni e rivelazioni di Vincenzo Speziale (Edizioni Segno) a cura di Daniela Distefano

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Mio Dio, eccomi pronta a qualsiasi pena, purché si convertano a Voi tutti quelli che vi offendono. Mio Dio, Vi chiedo anime: queste vostre piaghe siano voci per me e dite con me medesima: o anime redente col sangue di Gesù, venite a queste fonti di amore. Io vi chiamo, e queste sante piaghe fan voce per me; però venite tutte”.

Orsola Giuliani nacque in un piccolo borgo della provincia di Pesaro-Urbino, Mercatello sul Metauro, 1361 anime, luogo di quiete, pascetudine, ma anche aguzzi ficcamenti di tenebre, il paradiso sulla Terra è un abbaglio luciferino. La futura Santa, ultima di sette figlie, già all’età di tre anni comincia ad avere visioni di Gesù e Maria che dai quadri si animavano e gli sorridevano e lei ricambiava con queste espressioni: “Gesù bello! Gesù caro! Io ti voglio tanto bene!”.

Dopo molti anni, una volta mentre faceva orazione, le parve di vedere il Signore con un paio di scarpette in mano tutte d’oro, e le disse: Queste son le scarpe che tu mi desti da piccola. Il povero ero io. – E subito disparve.

Durante il processo di canonizzazione, venne dichiarato che questo povero era in abiti da pellegrino e che la seconda scarpetta che Orsola gli gettò dalla finestra, rimase sopra l’architrave della porta di casa, al ché il pellegrino si sollevò in aria e andò a prendersi la scarpetta.

Ben presto, inizia la battaglia, “Io ti ho eletto per grandi cose, ma ti converrà patire molto per mio amore”. Quest’ultima parola restò così impressa nella sua mente che le servì d’aiuto. Così ogni volta che le sopraggiunge qualche patimento, pensa: per chi si deve patire?

I tormenti di suor Veronica trovano sollievo solo quando va in chiesa, ma il diavolo doveva metterci sempre lo zampino, assieme ai suoi servitorelli.

La santa scrive nei Suoi diari: “Mentre facevo penitenze, parve che si scatenasse l’inferno tutto, sentii rumori, urli e stridi, fischi come di serpenti. Alla fine parvemi di sentire una confusione di voci, né potevo capire cosa dicessero. Solo ricordo che alla fine dissero: “Maledetta che sei! Te la faremo così scontare”. Già il tentatore non voleva che si pregasse per la conversione dei peccatori, ed io presi animo… e andavo ai piedi di Gesù Crocifisso e di cuore mi mettevo per mezzana fra Esso e i peccatori, e una volta con voce sensibile mi disse: ”Mia sposa, mi sono grate codeste tue carità che fai a quelli che stanno in disgrazia mia, perciò ti confermo per mezzana come tu brami”.

Questa missione di mezzana la prende così tanto che i demoni la temono, specie quando si mortifica per la conversione dei peccatori. Oltre alle imprecazioni e alle grida orrende, gli urlavano di smettere di pregare, ma lei chiaramente continuava e sempre con maggiore fervore, tanto che i demoni presi dalla rabbia, le massacrarono un piede.

Esprimeva il suo amore in mille modi e spesso, anche nelle notti gelide dell’inverno correva nell’orto a fare a penitenza, abbracciava il cipresso e poi si metteva a urlare:”O peccatori ostinati venite a Dio e di cuore pentitevi, perché Esso vi ama, ed invece di castigo vi darà il suo amore. Venite, venite, lasciate il peccato, tornate a Dio. Via! Non più vi offese di Dio, ma pentimento e amore. A Dio, a Dio!”.

Suor Veronica vuole somigliare al suo Sposo e Gesù gli dona la corona di spine:

Mi si presentò il Signore tutto piagato e coronato di spine. Stavo tra questi sentimenti: il suo Amore infinito e la mia ingratitudine. Signore mio, dicevo, datemi questa corona perché le punture delle spine siano voci per me per dirvi quanto io desideri amarVi”.

Il Signore le disse: “Queste pene le sentirai finché avrai vita, quando più quando meno secondo che vorrò io”.

Morì il nove luglio 1727, fu beatificata nel 1804 da papa Pio VII e canonizzata nel 1839 da papa Gregorio XVI.

La storia di questa Santa è intessuta di miracoli, visioni del Paradiso, lotte contro il demonio, battaglie, naufragi, pericoli di finire nel precipizio della perdizione, ma anche fiducia nella Bontà Divina superiore ad ogni sforzo umano. “Parvemi di sentire di molti suoni e canti di paradiso; e sentivo che cantavano quel verso: Veni sponsa Christi; accipe coronam quam tibi Dominus praeparavit in aeternum.Tutti i santi e sante risposero:Amen. Il Signore si cavò l’anello dal suo costato: “Ti voglio fare questa grazia per mia sposa”. Così dicendo mi pose l’anello in dito, e di nuovo, cantavano tutti quell’antifona: Veni sponsa Christi.

“Io faccio voto e prometto a voi, o dolcissimo sposo, alla Beata Vergine, al Padre S. Francesco, alla Madre Santa Chiara, a tutti i santi e sante, di voler osservare, tutto il tempo della mia vita, la regola e vita delle povere suore di Santa Chiara, ed anco le regole datemi da voi, o mio Sposo, vivendo in obbedienza, senza proprio, ed in castità, osservando la clausura ordinata dalla costituzione dell’ordine”. Il Signore le rispose:Ed io ti dico:se tu ciò farai, ti prometto la vita eterna”. Non ricchezze, non potere, non carriera, ma qualcosa che trascende queste cose terrene. Santa Veronica aveva anche predetto che la sua agonia sarebbe durata 33 giorni, perché doveva sostenere tre purgatori per espiare l’umanità peccatrice ed impenitente. Nessuno riesce a procurarle un poco di sollievo nelle sofferenze e nei dolori, ed è questo il primo purgatorio, il secondo deve sostenerlo a causa delle continue vessazioni che il demonio le procura contro la fede, la speranza e le altre virtù cristiane. Il terzo purgatorio lo deve all’obbedienza cieca e senza riserve alla volontà di Dio. Santa Veronica ha una spiritualità marcatamente cristologica-sponsale: è l’esperienza di essere amata da Cristo, Sposo fedele e sincero, e di voler corrispondere con un amore sempre più coinvolto e appassionato. In lei, tutto è interpretato in chiave di amore, e questo le infonde una profonda serenità. Ogni cosa è vissuta in unione con Cristo, per amore suo, e con la gioia di poter dimostrare a Lui tutto l’amore di cui è capace una creatura. Il Cristo a cui la Santa è profondamente unita è quello sofferente della passione, morte e resurrezione; è Gesù nell’atto di offrirsi al Padre per salvarci. Da questa esperienza deriva anche l’amore intenso e sofferente per la Chiesa, nella duplice forma della preghiera e dell’offerta. La Santa vive in quest’ottica: prega, soffre, cerca la “povertà santa”, come “esproprio”, perdita di sé, proprio per essere come Cristo, che ha donato tutto se stesso. Il suo cuore si dilata, vivendo con ansia il desiderio della salvezza di “tutto l’universo mondo”. Veronica grida: “O peccatori, o peccatrici… tutti e tutte venite al cuore di Gesù; venite alla lavanda del suo preziosissimo sangue… Egli vi aspetta con le braccia aperte per abbracciarvi”. Animata da un’ardente carità, dona alle sorelle del monastero attenzione, comprensione, perdono; offre le sue preghiere e i suoi sacrifici per il Papa, il suo vescovo, i sacerdoti e per tutte le persone bisognose, comprese le anime del purgatorio. Riassume la sua missione contemplativa in queste parole:”Noi non possiamo andare predicando per il mondo a convertire anime, ma siamo obbligate a pregare di continuo per tutte quelle anime che stanno in offesa di Dio… particolarmente con le nostre sofferenze, cioè con un principio di vita crocifissa. Per lei, il soffrire con gioia è la chiave dell’amore. Le ultime parole della Santa possono considerarsi la sintesi della sua appassionata esperienza mistica: “Ho trovato l’Amore, l’Amore si è lasciato vedere!”. Oggi più che mai, questa umile Santa ci insegna come trovare la felicità anche su questa terra e ci suggerisce: “Abbandonandosi in tutto e per tutto, al solo divino volere, si partecipa un Paradiso in terra; perché stando l’anima nostra, in tutto, unita alla divina volontà, ella diventa una cosa sola con Dio che si comunica alla medesima anima, e le dà tutti i contenti, perché tutti i contenti si restringono tutti tutti, in questo solo volere di Dio. Ed ha tale efficacia questa divina volontà, che qualsiasi pena e tormento che ci avvenga, tutto ce lo fa apparire felicità e godimento. Trasforma il medesimo patire in gioia e contenti, perché un solo contento ci contenta in tutto: e questo altro non è che fare la volontà di Dio. Oh! Se mi fosse concesso di andare per tutto il mondo e poter far capire alle creature tutto questo gran bene affinché tutte si unissero a questa sola divina volontà! Credetemi che la stessa terra diverrebbe un Paradiso di viventi”. La Provvidenza divina ci sta additando questa Santa perché ci insegni la dottrina della Croce, che è dottrina di “espiazione”, di “penitenza”, di “sofferenza” per la salvezza delle anime.

Tutte queste cose da molti anni a questa parte non si sentono più nelle omelie, non si sente più parlare di peccato, di inferno e neppure di giustizia divina, ma solo di misericordia a basso costo, ma la cosa più grave è che non si hanno più quelle risposte che spiegano la morte e il dolore e dalla Chiesa vi è un esodo non indifferente. Stiamo perdendo, noi cattolici, noi battezzati, la fede, ma Santa Veronica viene in aiuto e ci dona tutte le risposte e le verità di fede che troviamo nei suoi scritti, solo la rugiada che ci serve per trovare nuova linfa al nostro modo di essere cristiani autentici.

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