:: Codice di Ferro di Romano De Marco (Camena 2023) a cura di Patrizia Debicke

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Quando un commando terroristico dotato ha cercato di rapire due mesi prima la bella e arrogante Martina Alinari, trentenne unica figlia di un ricchissimo industriale lombardo e parlamentare, fondatore del movimento Nuova Italia libera, i media italiani si infiammano, facendo nascere un caso capace di alterare gli interessi politici nazionali. Il tentato rapimento che è costato la morte agli uomini della scorta della ragazza, verrà attribuito dai servizi a una matrice islamica.
Martina Alinari, la potenziale vittima, approfittando senza vergogna dalla pubblicità scaturita dal tragico avvenimento e dallo scampato pericolo, ha deciso di buttarsi in politica ed è pronta a trasferirsi a Roma per ufficializzare la sua candidatura alle elezioni, nelle fila partito che sosterrà la formazione politica creata dal padre.
Padre poi che mira addirittura a diventare capo del governo.
Questa “discesa in campo” dell’Alinari , accompagnata da un’eccezionale cassa di risonanza, sarà gestita personalmente da Nino Bocci, un ex attore, molto noto a metà anni settanta, oggi riciclato con successo a talent scout di reti private. Ma anche uno degli agenti italiani più pagato e di maggior successo. Tuttavia , visti i drammatici precedenti collegati alla ragazza, ora le serve un’adeguata protezione. Molto adeguata e ben preparata.
Il procuratore capo di Roma decide di affidare l’incarico a Rinaldo Ferro, capitano, ufficiale del reparto operativo dei carabinieri (super esperto in arti marziali, con una figlia mezzo giapponese brava quanto lui e gestisce una palestra). Ragion per cui l’ufficiale della benemerita che, finalmente dopo il romanzo Ferro e fuoco con in veste di antagonisti i banditi soprannominati dalla stampa “ i quattro dell’apocalisse”, tornerà finalmente in pista con la sua squadra.
Perché ciò che preoccupa procura, polizia e Servizi è il fatto che il commando, impiegato nel tentato rapimento, fosse dotato di armi molto, molto potenti, studiate apposto per essere usate dalle truppe Nato e finora certo non disponibili sui mercati malavitosi internazionali. Unica informazione disponibile in proposito, e che consegna una forte plausibilità all’ipotesi che il vento sia cambiato, è la certezza di un furto sei mesi prima in un magazzino della difesa nella base di Aviano.
Ferro accetta, convoca i membri senior della sua squadra , il veneto maresciallo maggiore Federico Moroni e il maresciallo capo, il romano Elio Cianfrocca. Ma, considerata la difficoltà dell’impresa e la necessità di contare su più braccia, opta subito per rafforzarla con l’inserimento del trentenne e indisciplinato brigadiere ma a suo modo un fuoriclasse, Mauro Vanni , laureato in filosofia e alto un metro e novantasette per centodue chili di peso.
La faccenda parrebbe incanalata nel verso giusto.
E tanto per cominciare il capitano dei carabinieri Rinaldo Ferro e la sua nuova squadra speciale, ormai pronti a tornare in azione, rinnoveranno il mutuo patto di appoggio con il commissario, Laura Damiani, eccellente poliziotto che ha un rapporto con Ferro, ormai legato a lei da più che una semplice attrazione…
Ciò nondimeno qualcosa non quadra perfettamente: riaffiorano gelosie, vecchie ruggini con la questura mai digerite completamente. Ragion per cui, con il passare dei giorni, molti anzi troppi problemi di collaborazione dovranno essere risolti. E la squadra di Ferro sarà costretta a districarsi su più fronti. Formalmente lasciata da sola, anche se coadiuvata in segreto dal commissario Laura Damiani e dal suo miglior collaboratore l’ ispettore Silveri, in contrasto con i loro superiori.
Intanto però Ferro ignora cosa in Giappone, dove è cresciuto, si stia tramando contro di lui. La potente mafia giapponese, la Yakuza di Tokio, regolata dalle contorte logiche di supremazia tra gli affiliati del gran consiglio e attualmente guidata da Yumiko, vedova del boss Yamamoto Hui e diventata l’indiscusso capo del suo clan per regolare un conto del passato, vuole la sua testa, sua figlia Shin Yu, e ha dato ordine di eliminarlo, facendo fuori per soprammercato la Damiani, considerata la sua donna .
Dopo aver stipulato un’alleanza ad hoc con un potente e ben ammanicato boss della mafia calabrese infatti Ken Tanaka, prestante luogotenente di Yumiko e la sua gigantesca guardia del corpo , due micidiali killer, sono già sbarcati a Fiumicino. Pronti a dare il via alla loro feroce e mortale caccia all’uomo.
Due diversi fronti nemici da affrontare per il capitano che, e lo scopriremo leggendo, sono anche in qualche modo coordinati dallo stesso pericolosissimo burattinaio, collegabile dalla mafia albanese e a quella italiana, alleata della Yakuza giapponese. Qualcuno con le mani in pasta dappertutto, sostenuto da politici di malaffare con imprevedibili appoggi tra le autorità, e segreti contatti con la magistratura e i servizi segreti.
Stavolta Ferro e gli uomini della sua squadra che, per contenere i brutali e senza regole sanguinosi attacchi nemici, mettendo in gioco la loro vita, dovranno più volte dimenticare regole e convenzioni per difendersi negli attacchi diretti e nei ripetuti scenografici e drammatici scontri a fuoco. Ciò nondimeno, nonostante le scorciatoie e i metodi che talvolta sono costretti ad applicare, il senso del dovere e la volontà di fare giustizia emergono sempre, con prepotenza, da ogni pagina del libro.
Ma sarà problematico per il capitano Rinaldo Ferro riuscire in qualche modo a evitare anche le insidiose trappole che l’attendono e si intrecciano con il suo passato. E infatti, mentre il male pare far da padrone nelle sfrenate lotte di potere tra clan, per riuscire a regolare definitivamente i conti , sarà costretto a seguire l’antico codice che, tanti anni prima , aveva giurato di rispettare sempre : il codice del guerriero. In cui la vittoria – nell’ arte marziale giapponese che si esalta nella mortale Katana, arma bianca nobile e rituale nei secoli – , spetta al più forte ma anche al più abile psicologicamente.
Un formidabile, velocissimo e spettacolare thriller in cui, leggend, pare quasi di seguire in diretta le scene di un film e in cui soprattutto si scopre l’ indovinato susseguirsi di chiffanger ovverosia del continuo rapidissimo cambio di scenario, azioni e situazioni.
Insomma un ottimo romanzo che pur dominato da ritmo scatenato, non dimentica di far trasparire tra le sue righe anche la denuncia e la critica sociale e ideale seguito di Ferro e fuoco, uscito nel 2012.
In conclusione mi pare che Codice di ferro sia rimasto ad aspettare per troppi anni semidimenticato e chiuso in un cassetto.
Ora Romano De Marco ci promette che avrà un seguito e noi simo qui: fiduciosi e a piè fermo.

Romano De Marco ha esordito nel 2009 con il Giallo Mondadori n. 2974. Ha pubblicato 13 romanzi (di cui uno con lo pseudonimo Vanni Sbragia) e una raccolta di racconti, con editori come Feltrinelli, PIEMME, Salani. Alcuni suoi romanzi sono stati tradotti all’estero e due sono stati riadattati in Graphic novel. Ha pubblicato racconti e articoli su Linus, Il Corriere della sera, Micromega, I classici del Giallo Mondadori. Ha vinto vari riconoscimenti nazionali come il Premio Scerbanenco dei lettori (nel 2017 e nel 2019) il Premio Fedeli, Il Premio NebbiaGialla e il Premio Giallo Ceresio. È dirigente in uno dei maggiori gruppi bancari italiani, vive tra Ortona (Abruzzo) e Modena. CODICE DI FERRO è un suo romanzo inedito scritto nel 2008 e pubblicato esclusivamente in audiolibro da Storytel nel 2020.

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