:: Tamara de Lempicka – Icona dell’Art déco -, Vanna Vinci (24 ORE Cultura, 2015) a cura di Federica Guglietta

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tamIniziamo con un gioco.

Immaginate di essere una donna comune a fine ‘800 – inizi ‘900. Fatelo. Chiudete gli occhi ed ecco che, in un momento, vi troverete catapultati a badare alla casa e alla famiglia, quasi sicuramente verserete in una condizione economica non delle più agiate, com’è sicuro che avrete qualcuno, vostro marito, fratello o figlio partito per il fronte e non è più tornato. Patite la fame, vivete di stenti, siete solo persone del popolo, non potete permettervi agi o svaghi, vorreste partire, scappare dalla guerra, ma non potete.

Eppure vivete nello stesso secolo di tanti intellettuali, artisti, discendenti di grandi casate aristocratiche. Come dovete affrontarle voi la guerra e la fame tocca anche a loro. Siamo pur sempre in quello che è stato definito il Secolo Breve dallo storico e scrittore britannico Hobsbawn, il Secolo delle Antinomie, dei contrari e degli estremismi, dei fermenti culturali e delle bombe, delle avanguardie e delle fughe all’estero, lontano dagli orrori della guerra. In una parola, il Novecento.

Tra tutti quegli artisti c’era anche lei, Tamara de Lempicka, pittrice nata a Varsavia, ma diventata poi cosmopolita, artista vera, nelle ossa, nella carne e nell’animo, quel tipo di artista che niente aveva in comune con le donne del suo tempo.

Ci troviamo a cavallo tra la rivoluzione bolscevica e le due guerre mondiali.

Indipendente, spregiudicata, determinata, Tamara vive nel nome della sua arte e si nutre dei frutti del suo talento. Sapeva che sarebbe riuscita a farsi notare fin dalla tenera età… e ci è riuscita.

Cerco di vivere e creare in modo tale da imprimere sia alla mia vita che alle mie opere il marchio dei tempi moderni“, come ci dice Tamara stessa. Una vita affrontata con coraggio nel nome della modernità, quindi.

La conoscete? Spero di sì.

Lei, quella donna sapeva il fatto suo fin da bambina. Lei, capace di far fronte a tutte le difficoltà della vita grazie alla sua personalità e sfrontatezza. Lei, alla fine, era molto più umana di molti altri (sebbene possiamo essere sicuri che non l’avrebbe mai ammesso) e, per questo motivo, non immune da crolli psicologici e depressione.

Sono rimasta così affascinata dall’esistenza di questa grande artista, spesso messa in un angolino soprattutto dai critici a lei contemporanei, da pensare che anche Vanna Vinci abbia pensato la stessa cosa quando ha impugnato la matita con la decisione di creare questo splendido graphic novel che stringo gelosamente tra le mie braccia, Tamara de Lempicka – icona dell’Arte decò – pubblicato a marzo da 24 ORE Cultura.

Vanna Vinci ci riporta indietro nel tempo, dando voce alla vera Tamara, e lo fa con consapevolezza storica e tratti decisi che colpiscono al primo sguardo.

Tamara è bellissima e sa di esserlo, dall’infanzia all’età matura. Sempre giovane, bella e – cosa fondamentale –  moderna. Non si risparmiava in nessun ambito: percorso artistico e professionale, vita mondana, compromessi, eccessi, conoscenze, flirt vari, promesse non mantenete e liaison. I soldi, il fascino, la celebre Bugatti verde del suo autoritratto alla guida che, in realtà non fu mai sua.

Questo è il mondo di Tamara. Questa è la realtà che ama.

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E ancora: salotti culturali, locali di bassa lega, sesso, festini, cocaina, canoni di bellezza estremizzati e spesso giudicati dalla Lempicka, la palese lontananza da Marinetti, il Futurismo e le altre avanguardie in generale, l’orrore provato nei confronti del poeta D’Annunzio e di quell’estetismo ostentato e ripugnante.

Vanna Vinci ci presenta una Tamara senza peli sulla lingua, dissoluta, sfrontata ma sempre fuori dai guai. Affascinante ed affascinata dal senso del bello, dalla consistenza dei corpi, dallo studio e riproduzione su tela di nudi femminili.

La figure di sua madre, nonna e sorella furono gli unici punti fermi nella vita sregolata di Tamara.   Il matrimonio fallito con un giovane aristocratico, da cui nacque la sua unica figlia, la fatica ad ingranare come artista, quella sicurezza mostrata al mondo sempre a testa alta, ma che nasconde un enorme vuoto ci permettono di entrare in diretto contatto con quest’artista.

Sempre in viaggio tra San Pietroburgo, Firenze, Venezia, Roma, la passione per il Rinascimento, Parigi e la sua dissolutezza, l’America e la sua modernità, New York e il sogno hollywoodiano, il soggiorno a Houston con la figlia – sua  principale antagonista, colpevole forse di minare alla sua immagine di donna totalmente autonoma, sempre al centro del tempo e dello spazio artistico e al contempo sua croce e delizia. Infine il Messico, dove passò gli ultimi anni della sua vita.

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Questo graphic novel non fa altro che riconfermare la bravura di Vanna Vinci, che riesce a rendere una biografia sconosciuta ai più in una storia avvincente e ben strutturata dal punto di vista psicologico ed emozionale. Quarantasei pagine di amore puro per bellezza e arte riportano in vita Tamara de Lempicka come se cosse una persona famosa dei nostri giorni. Probabilmente avrebbe vissuto meglio negli anni 2000, chi può dirlo.

Da non dimenticare la mostra monografica dedicata a quest’artista senza tempo in programma al Palazzo Chiablese di Torino fino al 30 agosto 2015 (www.mostratamara.it).

Immagini © Vanna Vinci

Vanna Vinci, cagliaritana, lavora come illustratrice per ragazzi, fumettista ed insegnante. A partire dai primi anni novanta lavora nel mondo del fumetto ha pubblicando le sue storie per Bao Publishing, Dargaud, Rizzoli Lizard, Hachette, Planeta, Kappa Edizioni, Kodansha. I suoi libri sono stati pubblicati in Italia, Francia, Spagna. Nel 1999 vince lo Yellow Kid come miglior disegnatore di fumetti e nel 2005 il Gran Guinigi. Nel 2001, il suo libro L’età selvaggia (Kappa Edizioni) vince il premio Romics come miglior opera di scuola europea. La bambina filosofica è forse il suo soggetto più conosciuto ed amato. La vita di smisuratezza e arte della pittrice polacca Tamara de Lempicka l’hanno spinta a dar vita al suo ultimo graphic novel, Tamara de Lempicka – icona dell’Art déco, pubblicata a marzo 2015 da 24 Ore Cultura. Vanna Vinci vive e lavora tra Milano e Bologna.

Tamara de Lempicka, artista polacca, esponente dell’Art déco. Al secolo Tamara Rosalia Gurwik, nasce a Varsavia nel 1898 e muore a Cuernavaca, in Messico, nel 1980. Il suo stile pittorico, iperrealista, pungente e moderno la allontana da quasi tutte le correnti e le avanguardie del ‘900, contribuendo così a renderla, molto spesso, incompresa dalla critica. In realtà, la sua spregiudicatezza e il suo senso di modernità altro non fanno che donarle la fama di artista eterna, che attraversa tutti i tempi.

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Una Risposta to “:: Tamara de Lempicka – Icona dell’Art déco -, Vanna Vinci (24 ORE Cultura, 2015) a cura di Federica Guglietta”

  1. Avatar di Federica Guglietta Bradipa Says:

    L’ha ribloggato su Un Bradipo In Famigliae ha commentato:
    “Indipendente, spregiudicata, determinata, Tamara vive nel nome della sua arte e si nutre dei frutti del suo talento. Sapeva che sarebbe riuscita a farsi notare fin dalla tenera età… e ci è riuscita.”
    Bradipa ha recensito lo splendido graphic novel di Vanna Vinci, Tamara de Lempicka – icona dell’Art déco – ( 24 ORE Cultura, 2015) per il blog letterario Liberi di scrivere.

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