:: Il libro dell’amor perduto, Lucy Foley, (Neri Pozza, 2015) a cura di Elena Romanello

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amorAnni Ottanta: la giovane fotografa Kate scopre che sua madre June, celebre ballerina da poco scomparsa, non era la vera figlia di sua nonna Evie, insegnante di danza.
Kate parte alla ricerca della sua vera nonna, la misteriosa Celia, scoprendo una storia d’amore che risale agli anni Venti, quella tra l’artista Tom e la ribelle ragazza di buona famiglia Alice, scoprendo segreti e avventure, sullo sfondo di un ventennio tra i più densi della Storia europea, e trovando una parte della sua famiglia che non sapeva che esistesse, anche solo per un ultimo saluto, scoprendo che in fondo esistono tanti modi di amare.
Il tema del ragazzo o ragazza di oggi che cerca notizie sui nonni non è nuovo, ma non per questo è brutto rileggerlo, anzi. La Storia europea dell’ultimo secolo ha sempre il suo fascino, soprattutto se riguarda persone che fanno professioni creative, un tema molto amato e che torna nei libri editi in italiano dalla Neri Pozza. Il punto è che questo romanzo, scritto comunque con garbo e con una scrittura lineare e non dozzinale che si lascia leggere, è già troppo sentito.
Tutto, nel libro, è già stato raccontato, in altri libri, e se senz’altro Il libro dell’amore perduto, pessima traduzione del migliore originale Book of lost and found, è ad un altro livello rispetto a vari romanzetti rosa anni Ottanta, comunque resta poco incisivo e troppo già visto, in una sorta di bignami del Secolo breve che non aggiunge niente a chi conosce già quei fatti, che ci sono praticamente tutti, dalla Grande Depressione alla Resistenza, dalla Guerra civile spagnola alla campagna nel Mediterraneo degli Alleati.
Tra le pagine ci sono anche elementi interessanti, a cominciare dai richiami ad una pagina rimossa della Storia britannica, e cioè le simpatie che molti membri dell’aristocrazia avevano per il fascismo e nazismo, ma tutto rimane troppo sullo sfondo, in un libro che non sa decidersi tra romanzo rosa, rispetto al quale ha più pretese e senz’altro più numeri, e narrativa più di qualità, rispetto alla quale il tutto è un po’ troppo superficiale, un accumulo senza molta organizzazione e rilettura.
Lucy Foley dissemina il suo libro di tante cose e eventi, ma alla fine non approfondisce niente, a cominciare dalle atmosfere e dai tempi descritti, con elementi interessanti a tratti ma con tutto che rimane in maniera embrionale, più simile ad un’occasione perduta che ad un libro veramente riuscito. E gli ingredienti c’erano, non è questo che manca, ma a tratti l’aggettivo superficiale emerge tra le righe e nelle descrizioni. Peccato.
Una cosa curiosa è la scelta di ambientare i tempi recenti negli anni Ottanta, forse per motivi di tempistica (chi era ragazzo negli anni Venti oggi non c’è proprio più), peccato che quel decennio rimasto nel cuore di chi oggi ha cinquant’anni e potrebbe essere un lettore o meglio una lettrice potenziale non viva di vita propria.
Tra le righe, però, un po’ di stoffa nell’autrice emerge, e no, non è Liala o Delly o la Mc Cullough di Uccelli di rovo. Speriamo che in una futura opera l’autrice sappia mettere a frutto le idee buone e conquistare qualcuno in più rispetto a chi cerca solo l’ennesima, commovente storia d’amore non a livello Harmony.

Lucy Foley è laureata in Letteratura inglese alla Durham University e specializzata in Modern Fiction alla UCL. Ha lavorato a lungo come editor presso la casa editrice inglese Hodder & Stoughton. Attualmente vive a Londra. Il libro dell’amore perduto, i cui diritti sono già stati acquistati in tutto il mondo, è il suo primo romanzo.

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2 Risposte to “:: Il libro dell’amor perduto, Lucy Foley, (Neri Pozza, 2015) a cura di Elena Romanello”

  1. Avatar di Sconosciuto :: Il libro dell’amor perduto, Lucy Foley, (Neri Pozza, 2015) a cura di Elena Romanello | Liberi di scrivere « Elena Romanello sito ufficiale Says:

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  2. Avatar di babalatalpa babalatalpa Says:

    Condivido pienamente. Non so se ci sia stoffa; troppi luoghi comuni, niente di emozionante, niente di sorprendente.

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