Dietro l’apparente solidità di Antonia, Sophie percepisce la sua stessa fragilità, una certa inettitudine per la vita, un’imperizia che le rende sorelle. Capisce che non può presentarsi all’improvviso nella sua vita e distruggere le fondamenta. Raccontarle la verità sarebbe proprio questo.
La storia si ripete. Sempre, all’infinito, purtroppo. Mi riferisco alla storia dei popoli, in continenti lontani geograficamente, ma vicini dell’animo e nelle intenzioni. Anime innocenti che sono obbligate a vivere brutalità e privazioni per assecondare obblighi ed ideali politici. Selezionati personaggi che impongono con forza e violenza il loro punto di vista, poco importa se al seguito resteranno fiumi di sangue e dolore, orde di vite spezzate per sempre, illusioni e sogni mai realizzati.
Questo accadeva in passato e questo, sfortunatamente accade nel nostro presente. L’uomo moderno, apparentemente in grado di creare un mondo perfetto, sembra non essere consapevole delle sue innate capacità. Paradosso morale di fallimento totale.
Carla Guelfenbein, scrittrice cilena di origini ebree-russo, nel suo ultimo lavoro “L’amore Fragile” pubblicato da Piemme, ha scelto di nascondere alcuni dei fatti storici più violenti e brutali che ha creato l’uomo in una immensa storia d’amore.
Un narratore discreto accompagna il lettore nel Cile del 1973, che sta vivendo gli iniziali tumulti che sfoceranno il giorno 11 settembre con il colpo di stato che fece cadere il governo Allende. Qui, Sophie atterra dalla lontana Francia per vivere con il suo affascinante papà Diego, braccio destro del Presidente, colpevole di non riuscire a domare il suo cuore e il suo corpo di uomo maturo. Qualche piano sopra il loro semplice appartamento vive Morgana, giovane studentessa, figlia di diplomatici spagnoli, nuotatrice eccellente, passionale amante della vita. Sophie con la sua fragilità affida la sua esistenza a Morgana la quale entra così a far parte della vita di Diego. Inevitabilmente, i due lottano per soffocare la passione che li spinge uno tra le braccia dell’altra, invano. L’amore immenso che li lega non accetta ostacoli né lontananza alcuna. Quando Diego confessa alla figlia che una nuova vita sta crescendo nel ventre della sua amata, lei fugge lontano da quel tradimento che distrugge, che brucia, che non lascia respirare. Sconfitta si rifugia in Francia, la sua terra natale. E, in occasione dei terribili fatti accaduti l’11 settembre 2001, non può fare a meno di tornare, con la memoria, al suo passato cileno, all’amore verso il padre e al viscerale legame con Morgana e a quella data maledetta, l’11 settembre di ventotto anni prima, che vide la prematura scomparsa dei suoi amati traditori. E’ solo allora che si sente pronta a rivivere il suo doloroso passato e a cercare Antonia, la sua sconosciuta sorella.
Un romanzo dal carattere forte, profondo, che coinvolge totalmente il lettore che non può far a meno di innamorarsi dei personaggi, e che non può non tifare per il loro amore unico e travolgente, per nulla fragile. Anzi. Se di fragilità vogliamo parlare non possiamo certo attribuirla all’amore tra Diego e Morgana che non smette mai di essere palpabile, fino al confine ultimo della morte.
Infine, qualche nota biografica a rendere il testo ancora più interessante: la scrittrice adatta egregiamente, silenziosamente e delicatamente, quanto accaduto nella sua famiglia nel lontano 1973 quando sua madre, attivista socialista, venne rapita ed in seguito rilasciata, in occasione del golpe politico. Dopo questo spaventoso incidente, la famiglia Guelfeinbein decise di lasciare il Sudamerica per cercare altrove la tanto ambita libertà; la sfortunata madre di Carla, tuttavia, si spense prematuramente a causa di una malattia incurabile quando lei compì 18 anni. Quella fragilità tipica dell’essere figlia senza l’amorevole appoggio materno, viene adattata perfettamente alla figura di Antonia.
Una scrittura che contempla poca descrizione dei luoghi, che preferisce invece, concentrarsi sull’essenza dell’uomo visto come essere bisognoso di amare ed essere amato, pagine commoventi della fine di un amore e di due vite, dolci e struggenti ricordi durante l’ultimo sospiro, completa di frasi preziose dai contenuti toccanti ed indimenticabili: “Pensa che tutto ciò che le ha unite – e le unisce- è la consapevolezza che l’unica maniera di sopravvivere è estrarre da tutto una goccia di bellezza” oppure “ Il futuro è un filo di seta che qualcuno tende perché qualcun altro lo raccolga”. Tutti questi ingredienti, miscelati alla perfezione, fanno di questo piccolo libro (di dimensioni, naturalmente) un infallibile alleato contro la malinconia, un libro da rileggere di tanto intanto per rammentare la bellezza della scrittura.
Carla Guelfenbein, nata a Santiago del Cile, è una delle più importanti autrici sudamericane. I suoi romanzi La donna della mia vita (Einaudi, 2008) e Il resto è silenzio (Piemme, 2013) hanno ricevuto un’ottima accoglienza dalla critica, e sono tradotti in molti paesi. Ha vissuto a lungo in Inghilterra, dove ha studiato grafica alla St. Martin’s School of Art di Londra. Tornata in Cile, ha lavorato come art director per la rivista «Elle» e oggi si dedica interamente alla scrittura.
Tag: Valeria G.
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