:: Le luci bianche di Parigi, Theresa Revay, (Beat edizioni, 2014) a cura di Elena Romanello

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le-luci-bianche-di-parigi-La Storia della prima metà del Novecento è stata caratterizzata da due conflitti mondiali e una rivoluzione che ha abbattuto un regime che durava da secoli come quello degli zar: Le luci bianche di Parigi (traduzione non letterale dell’originale La louve blanche), permette di fare un ripasso di quelle pagine fondamentali, raccontando la storia della contessina russa Ksenija, che fugge dal suo Paese in preda ai bolscevichi dopo l’omicidio del padre, fino a giungere a Parigi dove si fa un nome nella moda, e del fotografo tedesco Max, suo grande amore contrastato per tutta la vita, idealista costretto ad assistere all’ascesa della dittatura nel suo Paese e alla distruzione di valori che riteneva consolidati.
Il libro procede per alcuni grossi blocchi narrativi, in cui si rivivono i grandi eventi di quegli anni, la Rivoluzione d’ottobre, il crollo di Wall Street, l’avvento di Hitler, la Notte dei cristalli, la Shoah, la seconda guerra mondiale, la Resistenza, mentre si trascinano le esistenze di Ksenija e Max, divisi dalla Storia e dalle guerre, ma che non dimenticano mai i loro sentimenti, tra mille addi e ricongiungimenti.
Un libro avvincente e interessante, anche se a tratti le parti sembrano un po’ slegate e occorre conoscere comunque bene i fatti di quel periodo per orientarsi: ma per gli amanti di romanzo storico Le luci bianche di Parigi è senz’altro un titolo da non perdere, capace di catapultare nei drammi ma anche nel fascino di epoche che in molti sentono come remote ormai ma i cui eventi non vanno certo dimenticati. Un libro scritto con un linguaggio da film, pronto ad essere trasposto sullo schermo senza grandi aggiustamenti, vivo nelle immagini e nei luoghi in cui si incontrano i destini di tutti i personaggi della storia, saga familiare, storia d’amore, epopea di idee e vicende.
Le ambientazioni non saranno nuovissime, ma vengono trattate dall’autrice con molta originalità, raccontando pagine poco note come la diaspora dei russi in fuga dai bolscevichi in tutta Europa con la loro vita da immigrati in città lontane, tanto simile a tragedie analoghe che ci sono ancora oggi, l’odio verso gli imprenditori ebrei in Germania all’inizio degli anni Trenta, il lavoro delle donne anche qualificato in Europa tra le due guerre, lo scatenarsi di animi e ideologie della guerra civile spagnola, il collaborazionismo con i nazisti di tanti francesi. Tanto materiale, tutto interessante, e la storia d’amore narrata non è melensa, non è scontata, è molto moderna, non è una scusa per descrivere pagine e pagine di ginnastica da letto ed è coinvolgente e commovente, anche se qualcosa alla fine rimane in sospeso.
Theresa Revay è considerata oggi in Francia la migliore autrice locale di romanzi storici, genere in pratica inventato oltralpe e sempre verde, anche se cambiano le epoche che vanno per la maggiore, anche se il cosiddetto secolo breve rimane sempre in alto alle preferenze.
Le luci bianche di Parigi è un libro avvincente, non scontato, originale e da consigliare ai romantici con il cervello e a chi ama la Storia, e le storie degli individui che si sono mescolate con essa, non sempre uscendone vivi ma lasciando comunque il segno. Traduzione di R. Boi.

Theresa Révay è nata a Parigi. Ha lavorato come traduttrice dal tedesco e dall’inglese. Il suo romanzo d’esordio, Valentine ou le Temps des adieux, ha ricevuto un’ottima accoglienza da parte di critica e pubblico, e con La soffiatrice di vetro è stata finalista al Prix des Deux-Magots del 2006. Tradotta in numerosi paesi, Révay è ormai riconosciuta come una delle migliori scrittrici di romanzi storici.

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